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"Out of Control"

C O N T E N U T I :

La Singolarità Tecnologica, di Vernor Vinge

L'articolo di Vinge che ha introdotto il concetto di Singolarità Tecnologica al grande pubblico: "Entro trent'anni, avremo le tecnologie necessarie a creare intelligenze super-umane. In breve, dopo tale evento, l'era umana sarà terminata. E' possibile evitare tali sviluppi? Se è non possibile evitarli, possiamo allora influenzarli in modo di garantire la nostra sopravvivenza? In questo articolo si considerano tali domande, si offrono alcune possibili risposte e si presentano ulteriori pericoli."

Networking nell'Era della Mente, di Alexander Chislenko

L'avvento dell'Era della Mente e dei robot intelligenti previsto da Hans Moravec porterà a profonde trasformazioni tecnologiche e sociali a livello globale nonché nel rapporto tra le intelligenze avanzate e l'ambiente a loro circostante. L'abilità delle future macchine pensanti di condividere direttamente le proprie esperienze e conoscenze con ogni altra macchina, diverrà il fattore trainante dell'evoluzione dell'intelligenza permettendo il passaggio da menti individuali relativamente isolate ad entità con strutture altamente interconnesse.

Dyson Sphere's FAQ, di Anders Sandberg

Una Sfera di Dyson è una sfera di origine artificiale e di raggio pari a quello di un'orbita planetaria. La sfera consisterebbe di un guscio di collettori solari o di habitat posti attorno alla stella, sicché tutta l'energia emessa dalla stella (o quanto meno una significativa porzione di tale energia) colpirebbe una superficie ricevente sulla quale l'energia stessa verrebbe infine utilizzata. Ciò creerebbe uno spazio vitale immenso, nonché un modo per raccogliere una enorme quantità di energia.

Noi Borg. Speculazioni sulle menti-alveare come stato postumano, di Anders Sandberg

Quella delle menti-alveare, in cui l'individuo è incluso in una coscienza collettiva, è stata una idea ricorrente nella fantascienza fin dagli influenti romanzi di Olaf Stapledon Last and First Men (1931) e Star Maker (1937), nonostante il concetto sia stato in un certo senso suggerito da Leviathan di Thomas Hobbes (1651). Le menti-alveare sono state spesso usate nella fantascienza occidentale come una allegoria del comunismo o della anonimia della civiltà industriale, e di solito sono state rappresentate in luce terrificante (Nicholls 1982). L'ultima di queste rappresentazioni è il Borg in Star Trek - The Next Generation: una razza di umani bionicamente potenziati e collegati assieme in una mente collettiva, tutta protesa nello sforzo di assimilare ogni altra specie intelligente nel "Collettivo".

Una introduzione alla Singolarità

Per migliaia di anni, l'organo su cui la civiltà umana si è fondata, il cervello, è rimaso immutato. La mente umana, però, non è l'ultimo capitolo nel libro dell'intelligenza. Un giorno, avremo una tecnologia sufficientemente avanzata da poter incrementare il nostro "hardware" - un evento questo, noto con il termine Singolarità.  Il livello di dimestichezza con la futurologia di ogni individuo, influenza il tipo di tecnologia che costui immagina sia necessario per giungere alla Singolarità, nonché le sue stime di quando ciò si avvererà e le sue previsioni dell'impatto che ciò avrà sull'umanità. La tecnologia che il Singularity Institute ritiene essere la favorita è quella che porterà alla creazione di menti sintetiche, basate su computer (Intelligenza Artificiale, Artificial Intelligent o AI). Riteniamo che tali menti artificiali siano sviluppabili velocemente e con un impatto favorevole sull'umanità.

L'era delle macchine spirituali - capitolo 1, di Ray Kurzweil

La tecnologia ha direttamente a che fare con l'accelerazione esponenziale dell'evoluzione. Anche se non è l'unico animale che utilizza utensili, gli Homo Sapiens si distinguono per aver creato la tecnologia. La tecnologia va oltre la semplice modellazione e uso di utensili. Essa implica una registrazione della creazione degli attrezzi e una progressione nella sofisticazione degli utensili. Essa necessita l'invenzione ed è di per sé una continuazione dell'evoluzione in altri termini. Il "codice genetico" del processo evolutivo della tecnologia è la registrazione conservata dalle specie che creano utensili. Proprio come il codice genetico delle prime forme di vita era la stessa composizione chimica degli organismi, così la registrazione scritta dei primi utensili consisteva negli utensili stessi.

Out of Control: la nuova biologia delle macchine, dei sistemi sociali e dell'economia globale, di Kevin Kelly

Il reame del nato - tutto ciò che è natura - e il reame del prodotto - tutto ciò che è costruito dall'uomo - stanno diventando una cosa sola. Le macchine stanno diventando biologiche, e ciò che è biologico sta diventando meccanizzato. [...] Questo libro tratta del matrimonio tra il nato e il prodotto. Estraendo i principi logici della vita e delle macchine, e applicando entrambi al compito di costruire sistemi estremamente complessi, i tecnici stanno facendo apparire congegni che sono al tempo stesso prodotti e viventi.

L'Imperativo Edonistico, di David Pearce

Il presente manifesto delinea una strategia biologica per sradicare la sofferenza dall'intera vita senziente. L'agenda post-darwiniana è ambiziosa, incredibile, ma tecnicamente fattibile. In questo manifesto essa viene difesa su basi di utilitarismo etico. La nanotecnologia e l'ingegneria genetica ci consentono di mettere da parte il wetware ereditato dal nostro passato evolutivo. Possiamo riscrivere il genoma dei vertebrati, riprogettare l'ecosistema globale e abolire la sofferenza dall'intera estensione del mondo vivente.

Destinazione cyborg, di George Dvorsky

Il nostro futuro sarà inesorabilmente legato al mondo cibernetico. La specie umana si evolverà nei cyborg. Come ha affermato il futurologo Bart Kosko al proposito, "La biologia non è destino. Al massimo è una tendenza. E' solo un primo tentativo, frettoloso e grossolano, da parte della natura di creare computer fatti di carne. I circuiti integrati, invece, sono destino."  Tale destino è positivo e desiderabile. Potremo non soltanto riparare i nostri vari componenti man mano che invecchiano o smettono di fuzionare correttamente, ma anche dotarci di possibilità che vanno oltre gli orizzonti odierni. Contrariamente a quanto si pensa comunemente, le tecnologie cibernetiche non sono nè strumenti del demonio, nè l'inizio dei Borg. No, non saremo assimilati; esattamente l'opposto, in realtà. La cibernetica si dimostrerà liberante ed individualizzante per l'umanità.

Il Paradosso di Fermi, di Nick Bostrom

C'è stata parecchia speculazione attorno alla famosa domanda avanzata da Enrico Fermi: “Dove sono `Loro'?”. Perché non abbiamo ancora visto alcuna traccia di vita intelligente extraterrestre? Uno dei modi in cui si è provato a rispondere a questa domanda (Brin 1983) è che non ne abbiamo ancora vista traccia perché non esiste alcuna vita extraterrestre, oppure perché la vita extraterrestre intelligente tende ad autodistruggersi quasi immediatamente dopo aver raggiunto lo stadio in cui potrebbe intraprendere la colonizzazione e/o la comunicazione su scala cosmica. Sostanzialmente si tratta della stessa conclusione a cui giungono varie ipotesi catastrofiste sul futuro dell'umanità (i cosiddetti “Doomsday arguments” - ossia le “Tesi da Fine del Mondo" del tipo: è probabile che periremo presto), sebbene queste ultime giungano alla stessa conclusione attraverso un percorso di argomentazioni totalmente differente.

Crononauti, di Giuseppe Vatinno

La possibilità di viaggiare nel futuro è realizzabile muovendosi ad alta velocità (prossima o in una frazione apprezzabile di quella della luce nel vuoto, indicata con "c", cioè circa 300.000 Km/s) oppure sfruttando l'accelerazione temporale data nello spazio dalla mancanza di gravità. Infatti sia la velocità che la gravità distorcono il tempo. Esperimenti su particelle chiamate "muoni" hanno dimostrato la realtà della dilatazione temporale dovuta alla velocità (ad una velocità pari a metà di quella della luce il tempo risulta esser rallentato del 13%), mentre è stata misurata la distorsione temporale tra la cima di una torre (alta 22.5 metri) ed il terreno: 0.000000000000257%. Si calcola che utilizzando un'astronave che viaggi al 99.99999% della velocità della luce occorrerebbero meno di sei mesi per giungere dal 2002 al 3000.

Crononauti II, di Giuseppe Vatinno

Abbiamo già analizzato in un precedente articolo un modo per costruire praticamente una macchina del tempo (metodologia proposta dal fisico Paul Davies). Ora vogliamo invece qui occuparci un po' più approfonditamente dei paradossi che insorgono quando si ha a che fare con i viaggi nel tempo. Infatti, supponiamo che il nostro Alberto decida di utilizzare una macchina del tempo per tornare a fare visita a suo nonno, nel passato. Il viaggio riesce e Alberto si trova finalmente a tu per tu con suo nonno Amilcare che è però giovane e non si è ancora sposato con quella che diventerà in seguito la nonna di Alberto. Ebbene, mentre Alberto sbalordisce il nonno con particolari che solo lui può conoscere della sua famiglia, ecco che Amilcare che è un chiacchierone e si distrae facilmente si dimentica dell'appuntamento con una bella ragazza che sarebbe potuta diventare sua moglie e la signorina, indispettita dal comportamento del giovanotto, non lo vuole più vedere. Ed ecco quindi che per colpa di Alberto il nonno Amilcare non si sposerà più e di conseguenza lo stesso Alberto non sarebbe più potuto nascere.

La Singolarità è vicina: Quando gli esseri umani trascendono la biologia, Domande e risposte con Ray Kurzweil

Cosa è la singolarità?  Nei prossimi 25 anni, l'intelligenza non-biologica eguaglierà la ricchezza e la raffinatezza dell'intelligenza umana per poi superarla abbondantemente grazie a due fattori: la continua accelerazione del progresso dell'informatica e la capacità, delle intelligenze non-biologiche, di condividere rapidamente il proprio sapere. Integreremo nanorobot intelligenti nel nostro corpo, nei nostri cervelli e nell'ambiente, risolvendo così problemi come l'inquinamento e la povertà, aumentando significativamente la nostra longevità, permettendo realtà virtuali che comprendano tutti i sensi (come in "The Matrix") e la "trasmissione di esperienze" (come in "Essere John Malkovich"), nonchè un notevole incremento dell'intelligenza umana. Il risultato sarà la fusione della specie creatrice di tecnologie con il processo evolutivo-tecnologico a cui essa ha dato vita.  
E questa è la singolarità? No, questa è solo la fase che la precede. L'intelligenza non-biologica avrà accesso al proprio design e potrà migliorarsi in un ciclo sempre più veloce di riprogettazione.  Arriveremo al punto in cui il progresso tecnologico sarà talmente rapido da essere incomprensibile per l'intelletto umano non incrementato. Quel momento  contrassegnerà la singolarità.

La singolarità è vicina, di Ray Kurzweil. Prologo.

Può sembrare difficile immaginare le capacità di una civiltà futura la cui intelligenza supera di gran lunga la nostra, ma la nostra capacità di creare nella nostra mente modelli della realtà ci permette di articolare intuizioni significative delle conseguenze di questa fusione imminente fra il nostro pensiero biologico e l’intelligenza nonbiologica che stiamo creando. Questa è la storia che voglio raccontare in questo libro. Si basa sull’idea che abbiamo la capacità di capire la nostra intelligenza – di accedere al nostro stesso codice sorgente, se volete – e quindi di sottoporla a una revisione e di espanderla. Qualcuno dubita della nostra capacità di applicare il nostro pensiero alla comprensione del nostro stesso pensiero. Douglas Hofstadter osserva che “potrebbe essere semplicemente un caso del destino che i nostri cervelli siano troppo deboli per capire se stessi. Pensate all’umile giraffa, per esempio, il cui cervello è ovviamente molto al di sotto del livello necessario per l’autocomprensione, e tuttavia è notevolmente simile al nostro”. Però siamo già riusciti a costruire modelli di parti del nostro cervello, neuroni e ampie regioni neurali, e la complessità di questi modelli cresce rapidamente. Il progresso nel “retroingegnerizzare” il cervello umano, tema chiave di cui parlerò in dettaglio nel libro, dimostra che in effetti abbiamo la capacità di capire, di modellizzare e di estendere la nostra stessa intelligenza. Questo è uno degli aspetti per cui la nostra specie è unica: la nostra intelligenza è giusto di quel tanto al di sopra della soglia critica necessaria per poter accrescere la nostra stessa abilità fino ad attingere altezze illimitate di potenza creativa – e abbiamo anche quelle appendici opponibili (i nostri pollici) indispensabili per manipolare l’universo secondo la nostra volontà [...]  Questo libro, dunque è la storia del destino della civiltà uomo-macchina, destino che abbiamo chiamato Singolarità.

LA SINGOLARITA' E' VICINA: Quando gli esseri umani trascendono la biologia. Capitolo 1 - Le sei epoche.

Non saprei dire esattamente quando sia divenuto cosciente della singolarità. Potrei dire che si è trattato di un risveglio graduale. Nel quasi mezzo secolo che ho speso  immerso nel campo della telematica e delle tecnologie ad essa collegate, ho cercato di capire il significato e lo scopo di quella continua rivoluzione a cui ho assistito a molti livelli. Gradualmente, sono divenuto cosciente di un evento trasformativo che sembra apparire in lontananza, verso la metà del ventunesimo secolo. Così come un buco nero altera spettacolarmente i parametri della materia e dell'energia che accelerano verso il suo orizzonte degli eventi, così questa singolarità imminente nel nostro futuro sta sempre più trasformando ogni istituzione e ogni aspetto della vita umana, dalla sessualità alla spiritualità. Cosa è, quindi, la singolarità? È un periodo sotrico futuro durante il quale il tasso di innovazione tecnologico sarà talmente veloce e il suo impatto talmente profondo, che la vita sarà irreversibilmente trasformata. Anche se nè utopica nè distopica, questa epoca trasformerà i concetti base che utilizziamo per dare significato alla nostra vita, dal modo in cui facciamo affari, al ciclo della vita umana, morte compresa. Capire la singolarità altererà la nostra prospettiva circa il significato del nostro passato e le ramificazioni del nostro futuro. Il comprenderla a fondo, inerentemente cambia il nostro punto di vista sulla vita in generale e sulla propria vita in particolare.

Intervista a David Orban, co-fondatore del Singularity Institute Europe

Cosa ti ha spinto a popolarizzare il concetto di singolarità tecnologica in Italia?
La singolarità tecnologica è un modo spettacolare per rappresentare i cambiamenti che il futuro ci potrà portare. Non è difficile per uno scettico decidere che gli scenari più radicali siano pura fantascienza, e che sono destinati a rimanere tali. Chi ragiona così trova poi naturale passando oltre non fare più niente. Dall'altra parte per le persone che ritengono che gli scenari descritti da coloro che si occupano ad anticipare i contorni del futuro possano realizzarsi diventa molto importante cercare di capire l'impatto che il cambiamento potrà avere sulla società. Non sono quindi solo coloro che si occupano di tecnologia a non capire il concetto della singolarità tecnologica, ma anche coloro che si occupano di politica, politiche sociali e del lavoro, sanità e previdenza, pensioni e in generale tutto quanto concerne l'organizzazione delle nostre società. La mia attività di divulgazione a livello europeo ed italiano è una diretta conseguenza di questo ragionamento.
Parlaci dei vostri incontri. Quanti ne sono stati organizzati e come sono andati? Pensi di organizzarne altri, magari anche in altre città oltre a Milano?
A partire dal mese di ottobre 2007 abbiamo organizzato un incontro mensile. Un'occasione di incontro tradizionale per un gruppo che comunica intensamente attraverso la rete. Cercheremo di mantenere questo ritmo di incontro mensile e personalmente sarò felice di vedere nascere l'interesse attorno all'argomento e poi possa sfociare in incontri anche in altre città. Il successo degli incontri naturalmente dipende dalla qualità della discussione: in questo senso riteniamo che sia molto importante riuscire a coniugare l'aspetto divulgativo che non deve risultare in una eccessiva semplificazione con quello analitico ed esplorativo che deve avanzare la capacità di approfondimento dei temi.

Nostra Signora del Cosmo, di Giuseppe Vatinno

[...] nell’universo, parrebbe combattersi una titanica battaglia tra due tendenze: l’ordine ed il disordine intendendo con il primo la tendenza alla  “estropia” e con il secondo la tendenza all’ “entropia”. Ad esempio, il ” fenomeno vita” è un chiaro esempio della nascita di ordine locale a scapito di un disordine globale. La biosfera è piena di vita: forme che nascono, si evolvono, muoiono; le più adatte sopravvivono dell’eterna danza cosmica. E’ dunque  lecito chiedersi: tutta l’incredibile ricchezza di vita e, nel caso umano, di esperienza coscienziale che fine farà? La domanda solo ad una prima analisi può sembrare puramente teoretica; in realtà si tratta di una domanda di “fisiologia cosmica” che riveste molto interesse per la nostra specie e per specie che potranno sopravvivere in un futuro remoto, un futuro dell’ordine di 10^10^76 anni, cioè 10 elevato alla dieci elevato a 76! Cosa succederà, plausibilmente, al nostro universo? La domanda, è bene dirlo subito, potrà avere solo una risposta di tipo prettamente probabilistico in quanto non conosciamo con certezza il futuro del cosmo. Esso, infatti, potrebbe continuare ad espandersi per sempre andando verso ad un destino di morte termica, come si usa dire oppure, viceversa, potrebbe collassare su se stesso in un enorme ”big crunch” finale che sarebbe il fenomeno speculare del big bang iniziale, con tutta la materia concentrata in un punto di temperatura e densità infinita, oppure, ancora, potrebbe letteralmente rimbalzare indietro verso una nuova espansione. In tutti questi casi potremmo chiederci, da futurologi impegnati, cosa ne sarà della nostra specie ammesso che nel frattempo non si sia autodistrutta grazie ad un conflitto  nucleare o ad un attacco di virus ingegnerizzati.

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L A  P R E P A R A Z I O N E :  un libro sulla colonizzazione dello spazio, sulla transumanità e sulla nanotecnologia, di Rex Stephens

Prefazione e introduzione

All'alba del ventunesimo secolo assistiamo all'imminente avvento di nuove tecnologie: tecniche d'estensione della vita umana in condizioni di perfetta salute, nanotecnologia, interfacce fra neuroni e computer, dispositivi di potenziamento mentale, ingegneria genetica (per citare solo quel che riguarda i prossimi 15 anni). Queste nuove tecnologie si accompagnano a benefici enormi, nonché ad enormi pericoli. Se l'umanità sviluppasse queste potenti tecnologie seguendo gli stessi schemi di comportamento che in passato ha sempre adottato con le nuove tecnologie, tutta la vita potrebbe essere a rischio d'estinzione. L'immediata colonizzazione dello spazio è ora un imperativo, sebbene la maggior parte di noi non abbia ancora accettato questa realtà dei fatti. Non permettete a voi stessi o alle persone a voi care di essere colti di sorpresa! Nessuno ha ancora tutte le risposte, ma questo sito web contiene la descrizione di qualche buona idea che potete essere in grado di utilizzare subito, idee disponibili per voi senza alcun costo. Ed allora, godetevi questo sito, pensateci su con la vostra testa, e se il discorso vi aggrada unitevi allo sforzo di colonizzazione spaziale. Io spero di vedere anche voi sulla più avanzata delle frontiere.

Capitolo 1: Immortalità vendesi

Lungo l'ultimo centinaio di anni, l'aspettativa di vita umana si è notevolmente estesa, mano a mano che la moderna scienza medica ha definitivamente sconfitto molti malanni o è riuscita quantomeno a rallentarne la corsa. Cosa forse persino più importante, la scienza medica ha reso noto a tutta l'umanità quali siano gli agenti che possono accorciare l'estensione della vita umana, come ad esempio batteri letali, tossine, o stili di vita autodistruttivi quali fumo ed eccesso di alimentazione. Quel che la scienza medica non è stata ancora in grado di fare è di estendere l'attesa di vita umana al di là del suo limite naturale. Ma anche questo limite è destinato a cadere.

Capitolo 2: La rivoluzione nanotecnologica

Altri autori hanno già scritto a sufficienza a proposito dell'imminente rivoluzione nanotecnologica, ma poiché i concetti associati alla nanotecnologia restano ancora piuttosto malcompresi dalla maggior parte della gente, ne ripeterò qui i punti salienti. Il prefisso nano della parola nanotecnologia significa un miliardesimo di metro, e si riferisce alla costruzione di strutture composte di pochi atomi e/o poche piccole molecole, che hanno appunto dimensioni prossime al miliardesimo di metro. La nanotecnologia stessa è un risultato diretto delle leggi naturali dell'universo. Tutta la vita sulla terra utilizza già una sorta di nanotecnologia, e la usa in ogni singola cellula vivente. Per cui le uniche cose che restano da discutere sono i tempi necessari perché si affacci sulla scena una nanotecnologia inventata dall'uomo, nonché quale percorso dovremmo seguire per arrivare a realizzarla e quali scelte dovremmo fare nel decidere come utilizzarla una volta che l'avremo realizzata.

Capitolo 3: La rivoluzione della computazione

La rivoluzione della computazione è stata sia la maggiore che la meno compresa fra le rivoluzioni tecnologiche finora realizzate. [...] Le tendenze a breve termine di questa rivoluzione sono ben note a tutti coloro che ne sono interessati. [...] Le previsioni sul lungo termine di solito vengono ambientate entro uno scenario ipotetico fatto di umani che utilizzano come loro schiavi dei robot dotati di cervelli elettronici. Gli uomini diventano perciò sempre più pigri e decadenti man mano che i robot compiono una parte sempre maggiore del lavoro umano. I robot infine si ribellano e distruggono o riducono in schiavitù gli umani. Un altro scenario molto comune presenta computer che sviluppano rapidamente una propria auto-consapevolezza, imparando persino ad auto-programmarsi e sorpassando così quasi istantaneamente l'intelligenza umana. Gli umani vengono distrutti, poiché essi sono percepiti dai computer come una minaccia. [...] Questi scenari non si concretizzeranno mai, a meno che gli uomini non restino, ostinatamente e contro ogni speranza, aggrappati al loro essere "umani". Qualsiasi forma di vita che divenga adattata al suo ambiente fino ad un tale grado di perfezione da non poter più mutare…si estingue quando il cambiamento infine arriva! Gli umani sono la prima forma di vita sulla Terra che ha la capacità di veder arrivare il cambiamento. Non posso credere che gli umani si aggrapperanno al loro mero essere umani e che finiranno perciò per estinguersi. Gli umani bramano già oggi di divenire qualcosa di più di quel che sono.

Capitolo 4: L'animale umano

Gli umani odierni si trovano nelle primissime fasi di quella che diventerà la definitiva rivoluzione tecnologica dell'umanità. I primi tre capitoli hanno brevemente passato in rassegna le tre inarrestabili rivoluzioni tecnologiche che causeranno la fine degli umani. Nessun individuo, nessuna religione, nessun governo, potrà mai impedire alle tre rivoluzioni tecnologiche della medicina, della nanotecnologia e della computazione, di convergere infine l'una verso l'altra. L'effetto inevitabile di questa convergenza sarà la trasformazione dell'Homo Sapiens in svariati tipi di vita transumana. Le forme di vita transumana avranno controllo totale sul loro immediato universo fisico e sui loro stessi corpi, e saranno altresì dotati di intelletti di gran lunga superiori a qualsiasi intelletto che, nella nostra presente condizione mentale, possiamo oggi immaginare.

Capitolo 5: Passioni ed arroganza umane

Gli umani sono creature arroganti. L'arroganza umana è stata in massima parte nutrita ed amplificata dalla capacità umana di comprendere ed utilizzare la tecnologia. Senza tecnologia gli umani sarebbero delle "mezze calzette". Se qualche dio mitologico venisse sulla Terra per portarsi via tutta la tecnologia e non consentisse all'umanità di ricostruirsela da zero, la maggior parte degli umani morirebbe entro un mese, e quasi tutta l'umanità sarebbe morta entro un anno. Le creature selvagge della Terra non noterebbero alcun impatto negativo causato dal decesso della tecnologia umana. Di fatto, esse prospererebbero. Nel bene o nel male, gli umani sono strettamente legati alla loro tecnologia, ed indirettamente lo sono anche - in misura minore - all'arroganza che deriva dell'uso della tecnologia.

Capitolo 6: Trappole d'estinzione

E' ironico che l'umanità abbia beneficiato del progresso della tecnologia umana per milioni di anni e che ora si trovi ad affrontare rischi d'estinzione posti - a breve termine - dalla sua stessa tecnologia, e che tutto ciò accada proprio quando gli umani stanno per varcare la soglia oltre la quale diverranno praticamente pari agli dei. Non sono molti i disastri naturali che, allo stato attuale del livello tecnologico umano, sarebbero in grado di sterminare l'intera umanità. L'esplosione di una supernova molto vicina, o l'impatto sulla Terra di un asteroide molto grande sono gli unici due eventi naturali che potrebbero portare l'umanità all'estinzione totale, e si tratta in entrambi i casi di eventi molto improbabili.

Capitolo 7: Il dilemma collettivo

Ok, non siete affamati di potere e di solito non correte rischi avventati, ma supponete di avere a disposizione la scelta fra andare a scuola per due anni o farvi impiantare un MED (Mental Enhancement Device - Connessione di Potenziamento Mentale). Supponete che i MED si trovino già nello stadio di tecnologia ben collaudata e che la probabilità di guasti degli impianti MED sia stata ormai ridotta ad una sola operazione ogni 10.000. Supponete inoltre che il costo dell'operazione, il costo del software ed il costo dell'addestramento al suo utilizzo, complessivamente non siano superiori al costo di due anni di scolarizzazione. Se hai il MED impiantato puoi cominciare a lavorare entro due settimane. Se vai a scuola per due anni il mercato del lavoro potrebbe trasformarsi nel frattempo, e quando uscirai dal corso scolastico i tuoi talenti potrebbero non essere più richiesti. Se hai il MED impiantato potresti semplicemente comprare del nuovo software ogni qual volta hai bisogno di nuove competenze lavorative. Cosa sceglieresti?

Capitolo 8: I super-esseri transumani

Come può un umano connesso ad una interfaccia-diretta con il proprio computer [...] restare ancora umano? La risposta è: non può. Non importa quanto duramente egli provi a non cambiare: è inevitabile che cambierà. Non importa se il suo corpo è ancora fatto di carne e sangue: carne e sangue sono troppo deboli per prevenire il cambiamento. Rendendo migliore la propria mente, l'uomo avrà intrapreso il primo passo verso il cambiamento, e sarà prima o poi tentato di intraprendere un altro passo, e quindi un altro ancora, finché ben presto non sarà più rimasta traccia alcuna della umanità che si è lasciata alle spalle, e nemmeno questa umanità gli mancherà o egli rimpiangerà mai di non essere più umano. Ciò che ogni singolo umano diverrà dipenderà dalla scelta personale d'ognuno di essi, scelta che talvolta sarà compiuta liberamente e altre volte dettata dalla necessità. Alcuni sceglieranno di diventare parte di una coscienza colletiva. Alcuni sceglieranno di divenire dei cyborg, esseri in parte macchina ed in parte carne e sange. Alcuni sceglieranno di divenire pura mente - o, quanto meno, menti quanto più possibile disgiunte dal mondo materiale. Le possibilità sono infinite, perciò la varietà delle nuove forme di vita sarà anch'essa infinita. Nessuno si fermerebbe a quella che è stata la sua prima scelta riguardante la tipologia d'essere transumano nel quale si è trasformato, ed anzi tutti, nel corso del tempo, si trasformeranno incessantemente.

Capitolo 9: Abbracciare il cambiamento di paradigma

Se qualcuno ti domandasse: "Ti piacerebbe restare in salute nonché mantenere l'età che vuoi per tutto il resto della tua vita? Una vita che molto probabilmente sarà molto più lunga rispetto alla attuale durata media della vita umana?". La tua risposta molto probabilmente sarebbe: "Si, certo che lo voglio!". Ma se adesso qualcuno domandasse: "Credi che avrai qualche possibilità di diventare fisicamente immortale?", la maggior parte della gente probabilmente risponderebbe: "Naturalmente no!". [...] Ciò che dovrebbe accrescere le tue probabilità di rientrare nel gruppo dei primi immortali è: accettare la realtà dell'idea che in un qualche giorno futuro l'immortalità fisica diverrà cosa possibile e potenzialmente a tua disposizione, tentare di imparare ogni cosa che puoi riguardo i progressi medici in materia di estensione della longevità umana, mantenere il tuo corpo in buona forma fisica e mentale per mezzo di un buon regime alimentare e del continuo esercizio fisico e mentale, ed infine pianificare anticipatamente l'organizzazione delle tue riserve finanziarie di modo da poter affrontare il costo considerevole dei trattamenti di ringiovanimento.

Capitolo 10: Gli stili di vita dei coloni spaziali

I primi coloni spaziali saranno persone fuori dall'ordinario, gente proveniente da ogni nazione e da ogni gruppo etnico e da ogni tipo di estrazione sociale o formazione, persone che si saranno attivamente sforzate di spingere se stesse ben al di là di ciò che uomini e donne ordinari considererebbero possibile o vorrebbero sperimentare [...] La vita nelle colonie spaziali sarà migliore di quella sulla Terra, e questo sarà il motivo principale per cui la gente lascerà la Terra per vivere in una colonia spaziale. Nelle colonie spaziali ci saranno le professioni meglio retribuite e le economie più stabili.


N A R R A T I V A :

Intelligenza Artificiale: uno scenario apocalittico, di Ed Merta

Una storia breve sull'arrivo di una singolarità tecnologica che coglie l'umanità impreparata e che risulta in uno scenario apocalittico. Una visione da incubo intravista attraverso i dispacci delle agenzie giornalistiche internazionali, in una storia dal ritmo frenetico.

La fine di un'odissea, di Ed Merta

La storia di un antieroe un po' malinconico che, grazie all'apertura mentale necessaria ad accettare ed adottare le tecnologie avanzate che emergono nel corso della sua vita, si ritrova faccia a faccia con una singolarità tecnologica benigna.

Il mondo nel 2050, di Nick Bostrom

Questo articolo esamina alcune delle questioni sociali, politiche, economiche e tecnologiche che il mondo potrebbe affrontare verso la metà del ventunesimo secolo. Uno dei temi centrali, è la necessità di esercitare un'azione di controllo sulla  nanotecnologia molecolare, dato l'enorme potenziale di abuso che essa porta con sè. La nanotecnologia avanzata può essere usata per costruire microscopici macchinari auto-replicanti che potrebbero alimentarsi di materia organica in maniera simile ai batteri, ma molto più versatili di questi e potenzialmente molto più distruttivi della bomba atomica. La necessità di impedire che gruppi o individui irresponsabili ottengano  capacità produttive nanotecnologiche è il tema del giorno nel 2050. L'articolo mostra come questo tentativo di prevenire abusi nanotecnologici, influenzi profondamente molti aspetti della società, sopratutto attraverso l'istituzione di una rete globale di sorveglianza. L'articolo è presentato nella forma di un ipotetico dialogo, per due ragioni. In primo luogo, per poter discutere opinioni diverse e contrastanti e, secondariamente, per poter illustrare in che modo i dibattiti pubblici potrebbero  essere condotti nel 2050.


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