Out of Control: la nuova biologia delle macchine, dei sistemi sociali e dell'economia globale
di Kevin Kelly


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Introduzione  (dal sito della casa editrice URRA)

Out of Control  è la storia dell'alba di una nuova era in cui le macchine e i sistemi che governano l'economia diverranno sempre più complessi e sempre meno distinguibili dagli organismi viventi.

Questo libro, scritto dal direttore responsabile di WIRED (la prestigiosa rivista statunitense portavoce delle avanguardie in campo tecnologico e mass-mediologico), rappresenta un contributo al tentativo di comprendere un futuro possibile che finirà col determinare il nostro stesso cammino evolutivo.

Le macchine assomigliano sempre più a strutture biologiche e ciò che è biologico sta subendo varie forme di manipolazione e ingegnerizzazione. Il mondo che abbiamo creato è diventato così complesso che ora dobbiamo rivolgerci al mondo della natura per imparare a mantenerlo in vita.

Il nostro futuro è tecnologico, ma non sarà un mondo di grigio acciaio. Al contrario il nostro futuro tecnologico è diretto verso una civiltà neobiologica. Le macchine assumono i connotati degli organismi naturali.

In questo libro il lettore troverà un'acuta e soprendente analisi di quelle piccole trasformazioni che rivoluzioneranno i concetti di "meccanico" e "organico" nel nostro futuro. Questi concetti non vengono applicati solo alle macchine ma si espandono ai sistemi politici, economici e sociali.

Out of Control è un libro importante di un autore importante, che ha acceso un ricco dibattito negli Stati Uniti, pubblicato in Italia da URRA come documento e testimonianza di nuove e suggestive tendenze.

Questi temi trovano oggi un pubblico che va oltre il lettore tecnico o scientifico: coinvolgono chiunque si interessi al nostro futuro che passa improvvisamente davanti ai nostri occhi e diventa storia un secondo dopo che lo abbiamo vissuto.

Out of Control è disponibile in versione cartacea in italiano presso la Urra e in versione online (ma solo in inglese) sul sito di Kevin Kelly.


Capitolo 1 - Il reame del nato e il reame del prodotto  

Sono sigillato dentro un cottage di vetro completamente a prova d'aria. All'interno, respiro le mie esalazioni. Eppure l'aria è fresca, fatta circolare dai ventilatori. La mia urina e i miei escrementi sono riciclati da un sistema di condotti, tubi, fili, piante e microbi di palude e ritrasformati in acqua e cibo che posso mangiare. Cibo gustoso. Acqua buona.

Durante la notte fuori ha nevicato. Dentro questa capsula sperimentale l'atmosfera è calda, umida e gradevole. Questa mattina le spesse finestre interne gocciolano per la forte condensa. Piante affollano lo spazio. Sono circondato da larghe foglie di banano - grandi macchie di un color giallo-verde che riscalda il cuore - e tralci fibrosi di fagiolini verdi si arrampicano su ogni superficie verticale. Circa la metà delle piante in questo riparo producono cibo, e da loro raccolgo la mia cena. Sono in un modulo sperimentale per la sopravvivenza nello spazio. L'atmosfera è completamente riciclata dalle piante e dalla terra in cui esse hanno le radici, e dal labirinto di condotti e tubi avvitati tra il fogliame. Né le piante verdi né le pesanti macchine sono sufficienti da sole a mantenermi in vita: è l'unione di vita alimentata dal sole e di macchinari alimentati dal combustibile a permettermi di sopravvivere. All'interno di questo riparo, il vivente e l'artificiale sono stati unificati in un solo robusto sistema il cui scopo è nutrire forme di vita più complesse - al momento, io.

Ciò che sta accadendo in maniera palese all'interno di questa capsula di vetro, accade in maniera meno palese, ma in una scala maggiore sulla Terra, in questi anni di fine millennio. Il reame del nato - tutto ciò che è natura - e il reame del prodotto - tutto ciò che è costruito dall'uomo - stanno diventando una cosa sola. Le macchine stanno diventando biologiche, e ciò che è biologico sta diventando meccanizzato. Questo significa rifarsi ad alcune metafore antiche. Immagini di una macchina sotto forma di organismo e di un organismo sotto forma di macchina sono tanto vecchie quanto la prima macchina stessa. Ma ora queste metafore persistenti non sono più soltanto poesia: stanno diventando reali - vantaggiosamente reali.

Questo libro tratta del matrimonio tra il nato e il prodotto. Estraendo i principi logici della vita e delle macchine, e applicando entrambi al compito di costruire sistemi estremamente complessi, i tecnici stanno facendo apparire congegni che sono al tempo stesso prodotti e viventi. Questa unione tra vita e macchine è un matrimonio di convenienza, perché, in parte, è stata resa necessaria dai nostri attuali limiti tecnici. Questo accade perché il mondo che abbiamo creato è diventato così complicato che ora dobbiamo rivolgerci al mondo della natura per imparare come mantenerlo in funzione. In pratica, più rendiamo meccanico il nostro ambiente fabbricato, più esso dovrà divenire biologico se vorrà continuare a funzionare. Il nostro futuro è tecnologico, ma non sarà un mondo di grigio acciaio: al contrario, il nostro futuro tecnologico è diretto verso una civiltà neo-biologica.

La natura finora ha dato tutta se stessa agli uomini. Prima abbiamo preso le risorse a portata di mano come il cibo, le fibre naturali e i luoghi dove ripararsi. Poi abbiamo imparato a estrarre materie prime dalla biosfera per creare nuovi materiali sintetici. Ora Bios ci sta dando anche la sua mente - le stiamo prendendo anche la logica.

La logica dell'orologio - la logica delle macchine - sarà capace di produrre solo congegni elementari. Sistemi veramente complessi come una cellula, un prato, un'economia o un cervello (naturale o artificiale) richiedono una logica rigorosamente non-tecnologica. Ora possiamo comprendere che nessuna logica, se non una bio-logica, è in grado di assemblare un congegno pensante, o almeno un sistema utilizzabile di una certa importanza. Il fatto che si possa estrarre la logica di Bios dalla biologia e ricavarne qualcosa di utile è una scoperta sbalorditiva. Sebbene molti filosofi nel passato avessero sospettato che si potessero estrarre le leggi della vita e applicarle altrove, soltanto quando la complessità dei computer e dei sistemi creati dall'uomo è divenuta tanto complicata quanto gli esseri viventi, è stato possibile provare questo. E' incredibile quanta parte della vita possa essere trasferita. Finora, alcune caratteristiche del vivente che sono state trasportate con successo nei sistemi meccanici sono: l'autoriproduzione, l'autogoverno, una forma limitata di autoriparazione, una moderata capacità di evoluzione e una parziale capacità di apprendimento. Abbiamo motivo di credere che altre caratteristiche possano essere sintetizzate e tradotte in qualcosa di nuovo. Eppure, nello stesso momento in cui la logica di Bios viene trasfusa nelle macchine, la logica di Tecne viene trasfusa nella vita.

La radice della bioingegneria è il desiderio di controllare il mondo organico abbastanza a lungo da poterlo migliorare. Piante e animali addomesticati sono esempi di tecno-logica applicata alla vita. Quella che un tempo era una radice aromatica selvatica, è stata selezionata e modificata nel corso di generazioni dai raccoglitori di erbe finché si è evoluta nella carota dolce da giardino. Le mammelle dei bovini selvatici sono state selettivamente ingrandite in maniera "innaturale" più per soddisfare gli uomini che non i vitelli. Le mucche da latte e le carote, dunque, sono invenzioni umane tanto quanto il motore a vapore e la polvere da sparo, ma rappresentano un esempio migliore del tipo di invenzioni che gli uomini faranno nel futuro: prodotti che vengono generati e fatti crescere, piuttosto che manufatti.

E' precisamente l'utilizzo di principi di ingegneria genetica che consente ai selezionatori di bestiame di ottenere migliori linee di Holstein; soltanto i bioingegneri impiegano strumenti di controllo più precisi e potenti. Mentre i selezionatori di carote e mucche da latte hanno dovuto seguire l'evoluzione organica, i moderni ingegneri genetici possono servirsi dell'evoluzione artificiale diretta - progettazione con uno scopo preciso - che accelera enormemente i miglioramenti. Il sovrapporsi del meccanico e del "vitale" aumenta di anno in anno. Parte di questa convergenza bionica è una questione di termini. I significati di "meccanico" e "vita" si stanno entrambi allargando al punto che tutte le cose complicate possono essere percepite come macchine, e tutte le macchine capaci di autosostentarsi possono essere percepite come viventi.

Tuttavia, al di là della semantica, due sono concretamente le tendenze in atto: (1) le cose prodotte dall'uomo si stanno comportando in maniera sempre più "vivente" e (2) la vita sta diventando sempre più meccanizzata. Il velo vistoso che separava l'organico dal manufatto è caduto, rivelando che essi sono, e sono sempre stati, i due componenti di un solo essere. Come dovremmo chiamare quell'anima comune tra le comunità organiche che conosciamo come organismi ed ecologie, e le loro controparti artificiali come i robot, i grandi gruppi aziendali, i sistemi economici e i circuiti di computer? Definisco questi esempi, sia "nati" che "prodotti", come "vivisistemi", per la somiglianza alla vita che ogni tipo di sistema ha.

Nei capitoli seguenti esamino questa frontiera bionica unificata. Molti dei vivisistemi di cui mi occupo sono "artificiali" - artifici di fattura umana - ma in quasi tutti i casi anche reali - realizzati in maniera sperimentale, e non semplice teoria. I vivisistemi artificiali esaminati sono tutti complessi e grandi: sistemi telefonici planetari, incubatori di virus dei computer, prototipi di robot, mondi di realtà virtuale, personaggi animati sintetici, varie ecologie artificiali e modelli al computer dell'intera Terra.

Ma la natura incontaminata è la risorsa principale per osservazioni chiarificatrici sui vivisistemi, e probabilmente la fonte suprema per altre intuizioni a venire. In questo libro tratto il nuovo lavoro di sperimentazione nell'assemblaggio di ecosistemi, la biologia del ripristino, le repliche delle barriere coralline, gli insetti sociali (api e formiche) e sistemi complessi chiusi come il progetto Biosfera 2 in Arizona, da dove sto scrivendo questo prologo.

I vivisistemi che esamino in questo libro sono complicazioni praticamente senza fine, vasti in estensione e giganteschi quanto alle sfumature. Da questi grandi sistemi particolari ho tratto principi unificanti per tutti i grandi vivisistemi, che chiamo leggi di Dio, e che sono i fondamenti condivisi da tutti i sistemi capaci di autosostentarsi e di automigliorarsi. Mentre noi osserviamo gli sforzi dell'uomo per creare cose meccaniche complesse, ci rifacciamo in continuazione alla natura per trarne indicazioni. La natura è dunque più di una banca di geni da cui trarre cure di erbe per future malattie - sebbene sia certamente anche questo. La natura è anche una banca di suggerimenti, una fabbrica di idee. Paradigmi vitali post-industriali sono nascosti in ogni ribollente formicaio. La bestia dai miliardi di piedi di insetti e piante viventi, e le culture umane delle origini che hanno estratto significato da questa vita, sono entrambe degne di venire protette, se non altro per le metafore postmoderne che non hanno ancora rivelato. Distruggendo una prateria si distrugge non solo una riserva di geni, ma anche un tesoro di future metafore, intuizioni e modelli per una civiltà neobiologica.

Il trasferimento in massa di bio-logica nelle macchine dovrebbe riempirci di meraviglia. Quando l'unione del nato e del prodotto sarà completa, i nostri prodotti apprenderanno, si adatteranno, guariranno da sé ed evolveranno. Questo è un potere che finora abbiamo a malapena sognato. La capacità aggregata di milioni di macchine biologiche potrebbe un giorno eguagliare la nostra stessa capacità di innovazione. La nostra potrà sempre essere un tipo abbagliante di creatività, ma certo una lenta, diffusa creatività di molte parti oscure incessantemente al lavoro potrà dire la sua.

Tuttavia, nel momento in cui immettiamo forze viventi nelle macchine che abbiamo creato, ne perdiamo il controllo. Esse acquisiscono uno stato selvaggio e alcune sorprese che questo stato comporta. Questo dunque è il dilemma che tutti gli dèi devono accettare: non poter mantenere la completa sovranità sulle proprie creazioni migliori.

Il mondo del prodotto sarà presto come il mondo del nato: autonomo, adattabile e creativo, ma, di conseguenza, fuori dal nostro controllo. Io credo che sia un ottimo affare.


Recensioni  

Specchio Economico - 3 Marzo '99

Il libro racconta la nascita di una nuova era nella quale le macchine e i sistemi che governano il mondo saranno così complessi da non distinguersi più dagli organismi viventi. Le macchine assomigliano sempre più a strutture biologiche, e ciò che è biologico sta subendo varie forme di manipolazione. Concetti come "organico" e "meccanico" sono destinati ad una nuova intrepretazione dettata dal futuro tecnologico. Le conseguenze condizioneranno in modo definitivo la visione del mondo e i sistemi politici, economici e sociali. Un'opera fondamentale per comprendere un futuro possibile che finirà col determinare lo stesso cammino evolutivo.

la Repubblica delle Donne, supplemento a Repubblica - 3 Novembre '98

Conoscete Wired, la rivista americana portavoce delle avanguardie nel campo delle tecnologie e dei nuovi media? E' Kelly a dirigerla. E a furia di girare il mondo a incontrare tecnologi e biologi e artisti off, scienziati cognitivisti e inventori di giochi di ruolo, ha messo insieme sul campo la più intrigante narrazione disponibile su come sarà la futura umanità: le 550 pagine di Out of control (edizioni Urra). Tesi di partenza: "Il reame del nato (tutto ciò che è in natura) e il reame del prodotto (tutto ciò che è costruito dall'uomo) stanno diventando una cosa sola. Le macchine stanno diventando biologiche, la vita sta diventando sempre più meccanizzata". Organismi, ecologie, robot, grandi gruppi aziendali, sistemi economici, circuiti di computer, mondi di realtà virtuale funzionano secondo la stessa logica, quella dello sciame, della "mente alveare", di superorganismi come il formicaio: Kelly li accomuna sotto il termine "vivisistemi", che sono più e altro della somma delle parti, si tratti di api, formiche, broker di Borsa, chip o individui collegati in rete su scala planetaria. Ma questi superorganismi non hanno un centro, ciascuna parte influenza l'altra, le loro dinamiche di crescita non sono progettabili né pianificabili: sono, e sempre più saranno, fuori controllo. Come i prossimi computer a reti neurali, che evolveranno, si correggeranno e inventeranno da soli. Come la "mente informatica distribuita" che ci sta crescendo sotto il naso e di cui siamo parte. E come il mercato di Adam Smith e Friedrich August von Hayek, del cui liberismo filosofico, a ben vedere, quella di Kelly è la versione estrema in veste cibernetico-digitale. Siamo preparati a un mondo del genere?
Forse la prossima generazione. Noi no.  [Commento estropico: parla per te, cara giornalista!]


Estropico