"Transumanisti e darwiniani estremisti"
Un breve articolo sull'Avvenire attacca i transumanisti: una precisazione, un chiarimento e un commento.

L'ambizioso programma dei transumanisti potrebbe essere riassunto in estremo nell'utilizzo di mezzi tecnoscientifici per il superamento della condizione umana (limiti fisico-intellettuali, malattia, sofferenza e morte inclusi). Sicuramente, il mondo cattolico potrebbe condividere almeno alcuni di tali obiettivi, così come nel corso dei secoli ha accolto innumerevoli altri sviluppi, anche se in certi casi con un marcato ritardo sul resto della società. Come dimostra l'articolo di l'Avvenire qui sotto riportato, però, sarà necessario un lungo e probabilmente difficile dialogo.


Transumanisti e darwiniani estremisti
di Pier Giorgio Liverani
L'articolo originale, su l'Avvenire

Coloro che "difendono insieme la crescita economica e i valori cristiani sono stupidi". Parola di Riccardo Campa [precisazione], presidente dei "transumanisti", associazione in cui si ritrovano "futuristi, tecnofili, tecnognostici, prometeici e altro ancora", che "vivono di tecnologia" e "rifiutano l'ipocrisia antiscientifica che si sta diffondendo in Occidente". Premesso che "non c'è una sola morale", il presidente (intervista a Libero, venerdì 18) precisa che loro "sposano un'etica eudemonistica che tende alla massimizzazione della felicità" e si rifanno a Bacone, il quale "sosteneva che i due scopi della scienza sono trovare la verità sul mondo e sconfiggere invecchiamento e morte". Nonostante l'atomica e l'inquinamento, i transumanisti non si sono ancora ricreduti, anzi aspettano ancora "il postumano", ossia "il naturale sbocco della cultura occidentale". Altro nemico dei transumani è il "bioluddismo" (uguale "nemici delle biotecnologie"): "Se vincerà, l'umanità sarà prigioniera dei propri limiti e destinata a perire". Immagino che i transumani si trovino bene con i fondamentalisti darviniani alla Richard Dawkins [chiarimento], docente a Oxford, secondo il quale (intervista a Il Giornale, mercoledì 16) "tutte le risposte alle domande 'che cosa è l'uomo?' o 'la vita ha un significato?'" datate prima di Charles Darwin "sono da rigettare, perché sbagliate e prive di valore". Anche le risposte della fede. Infatti "la teoria dell'evoluzione darwiniana è un meccanismo molto semplice che spiega molti problemi enormemente complicati. La fede, invece, dice che la vita è creata da un'intelligenza soprannaturale e in questo modo parla di un'entità che è ancora più complicata e difficile da spiegare". Dove il dogmatico Dawkins inciampa è sull'etica: "Sono un darwinista convinto quando parlo della natura, non lo sono più quando si deve ragionare di morale". Forse perché Dio non è un prodotto dell'evoluzione. Ma se, come lui sostiene, "gli uomini e gli scimpanzé sono cugini", cioè hanno origini comuni, come mai la morale, che è solo dell'uomo, sfugge alle teorie di Darwin? [commento]

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Una risposta all'articolo de l'Avvenire, nella forma di una precisazione, un chiarimento ed un commento.

[la precisazione]   La frase riportata e' dell'Unabomber (quello originale americano, Ted Kacinski) ed e' stata citata da Campa in una intervista a Libero. Eccola nella sua interezza: "Il postumano è il naturale sbocco della cultura occidentale. Fukuyama non vuole ammettere che lui, da buon liberale, ha inconsciamente favorito questo progetto. Libera iniziativa e democrazia portano in sé i germi del progresso. Ted Kacinski, l'Unabomber, il bioluddista per eccellenza, nel suo manifesto fa una critica serrata della sinistra progressista americana. Liquida invece i conservatori con una sola frase: sono stupidi, perché difendono insieme la crescita economica e i valori cristiani, ma è ovvio che il progresso tecnico distrugge la tradizione. Credo che Fukuyama, che pure non è uno stupido, sia caduto vittima di questa contraddizione. Ha lavorato una vita per un mondo che ora non vuole accettare". (Intervista a Riccardo Campa, su Libero di venerdì 18 febbraio 2005)  

[il chiarimento]   Su questo l'articolo ha perfettamente ragione. Si noti però che il "fondamentalista darviniano" Dawkins, per quanto sicuramente molto letto e ammirato fra i transumanisti, non si e' mai descritto come tale. Inoltre, altri punti di vista sono presenti nell'arcipelago transumanista. Il minimo comun denominatore dei  transumanisti potrebbe essere descritto così: è giusto utilizzare mezzi tecnoscientifici per il miglioramento della condizione umana. E questa, pur entro certi limiti esemplificati dal tema delle cellule staminali embrionali, è sicuramente una posizione non respinta dal cattolicesimo.

[il commento]   Non si pretende certo che l'Avvenire abbracci la visione della realtà di un ateo (anzi, un "bright") come Dawkins, ma le conclusioni a cui arriva Liverani non sono giustificate dal commento di Dawkins ("Sono un darwinista convinto quando parlo della natura, non lo sono più quando si deve ragionare di morale"). Il fatto che la teoria dell'evoluzione spieghi la nostra esistenza, ma che un darwinista come Dawkins non ritenga sia etico applicarla alla sfera morale, ben lungi dall'illustrare una debolezza nella teoria stessa, dimostra solo come l'Uomo riesca, a volte, ad ignorare la crudele "legge della giungla", creazione divina o comportamento emergente che essa sia. Quello che i commenti di Liverani illustrano perfettamente, invece, è il purtroppo diffuso pregiudizio cattolico secondo il quale una morale separata dalla religione non sia possibile o affidabile.

Esiste una contraddizione fondamentale e insuperabile fra l'ambire al post-umano e il cristianesimo? L'intuizione (speranza?) di Estropico è che il cristianesimo e le altre religioni si adatteranno agli sviluppi tecnologici del futuro così come si sono adattate ad altri sviluppi nel corso della storia. Ci saranno diffidenze, adozioni parziali e rifiuti (alcuni temporanei, altri permanenti), ma emergerà infine un modus vivendi che permetterà ai fedeli di beneficiare del progresso tecnologico, anche in aree che sembrano sconfinare su territori precedentemente riservati al divino, come quelle dell'allungamento della vita e della modifica delle proprie capacità fisico-intelletuali. Tecnologia e morale da sempre si confrontano e si influenzano l'un l'altra  in una inevitabile relazione che, nonostante le frequenti fasi tempestose, può essere fruttuosa - se entrambe sanno reagire in maniera positiva alle sfide che si lanciano a vicenda.


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Vedi anche:

Biotecnologie, la fine dell'Uomo, di Francis Fukuyama

Transumanesimo:  l'idea più pericolosa al mondo? di Nick Bostrom

Biotecnologie: la fine dell'Uomo? di Fabio Albertario

In difesa del transumanesimo, di Riccardo Campa (Libero)

Sarò cyborg: articolo e intervista sul postumano (La Repubblica)

Belli e immortali, ecco chi vuole creare il superuomo. (Panorama)

Cosa è il transumanesimo? E chi ne ha paura? di Giuseppe Vatinno

Caro Ferrara - Ecco il vero transumanismo, di Fabio Albertario (Il Foglio)

Attenti, l'uomo è fuori moda. La scienza prepara "l'oltreuomo"  di Marcello Veneziani (Libero) e la risposta di Riccardo Campa

Fukuyama: No a ingegneria genetica come a fascismo e comunismo - Commenti sull'intervista di Gianni Riotta a Francis Fukuyama sul Corriere della Sera del 10 ottobre 2005.



Estropico