Transumanesimo:  l'idea più pericolosa al mondo?
Di Nick Bostrom


L'articolo originale sul sito della World Transhumanist Association

"Quale idea, se generalmente accettata, porrebbe la minaccia più grave al benessere dell'umanità?" Questa la domanda posta dai redattori di "Foreign Policy" nel numero di settembre/ottobre a otto prominenti intellettuali, fra i quali Francis Fukuyama, professore di economia politica internazionale alla Johns Hopkins School of Advanced International Studies e membro del Consiglio del Presidente [USA] sulla Bioetica.

La risposta di Fukuyama? Il transumanesimo, "uno strano movimento di liberazione" i cui "sostenitori mirano molto più in alto degli attivisti per i diritti umani, delle femministe, o dei sostenitori dei diritti dei gay". Questo movimento desidera "nientemeno che la liberazione della la razza umana dai propri vincoli biologici".

Più precisamente, dovremmo dire che i transumanisti sostengono la necessità di aumentare i fondi per la ricerca mirata all'estensione radicale della durata della vita, in condizioni di buona salute, e allo sviluppo di strategie terapeutiche e tecnologiche mirate a migliorare la memoria, la capacità di concentrazione e le altre capacità umane. I transumanisti sostengono che l'opportunità di utilizzare tali mezzi per incrementare varie misure del proprio benessere cognitivo, emotivo e fisico debba essere accessibile a chi la desideri. Questa sarebbe non solo una naturale estensione dei tradizionali obiettivi della medicina e dello sviluppo tecnologico in generale, ma anche una grande occasione umanitaria per migliorare la condizione umana.

Secondo i transumanisti, inoltre, è importante che la scelta di servirsi, o meno, di tali opzioni incrementanti  risieda, in generale, con l'individuo. E' quindi preoccupante che il prestigio del Consiglio del Presidente sulla Bioetica sia utilizzato per sostenere una politica bio-conservatrice ostile all'obiettivo di permettere che il pubblico migliori la propria vita aumentando le proprie capacità biologiche.

Per quale motivo Fukuyama nomina questo ideale transumanista (lo sforzo per rendere universalmente disponibili le opzioni incrementanti) come l'idea più pericolosa al mondo? Il suo astio contro la posizione dei transumanisti è così forte da spingerlo persino a desiderarne la morte: "i transumanisti", scrive Fukuyama, "sono l'ultimo gruppo di persone che vorrei veder vivere per sempre". Perchè, esattamente, Fukuyama trova così profondamente problematica l'idea che si possano utilizzare mezzi tecnologici per divenire più intelligenti, o per vivere vite più lunghe e più sane?

Le innovazioni mediche o tecnologiche che ci impongono di riconsiderare alcuni aspetti della nostra visione del mondo sono state spesso accolte con  ostilità. Così come l'anestesia, gli antibiotici e le reti di comunicazione globali hanno fondamentalmente trasformato la nostra percezione della condizione umana, così possiamo anticipare che anche le nostre capacità, le nostre speranze e i nostri problemi sono destinati a cambiare fondamentalmente, se le tecnologie più speculative discusse dai transumanisti giungeranno a buon fine. Ma al di là di una vaga inquietudine, che noi tutti possiamo, in parte, condividere, quale specifico motivo, secondo Fukuyama, giustificherebbe l'abbandono dei molti vantaggi inerenti al permettere l'incremento delle nostre capacità di base?

L'obiezione di Fukuyama è che il mantenimento dell'eguaglianza dei diritti legali e politici è incompatibile con l'incrementazione umana: "Alla base del concetto di eguaglianza dei diritti è la convinzione che noi tutti possediamo un'essenziale umanità che rende insignificanti le ovvie differenze, come il colore della pelle, l'aspetto fisico e perfino l'intelligenza. Questa essenza e la convinzione che gli individui abbiano valore inerente, rappresenta le fondamenta del liberalismo. Ma la modifica di quell'essenza è il nucleo centrale del progetto transumanista."

La sua argomentazione dipende da tre presupposti:  (1) l'esistenza di una "essenziale umanità"; (2) solamente quegli individui che posseggono tale misteriosa essenza possono avere valore intrinseco ed essere quindi meritevoli di diritti civili;  e (3) gli interventi voluti dai transumanisti eliminerebbero tale essenza. Da questo, Fukuyama conclude che il progetto transumanista distruggerebbe le basi dell'eguaglianza dei diritti.

Il concetto di "essenziale umanità" è, naturalmente, profondamente problematico. I biologi evolutivi fanno notare che il "gene pool" umano è in continuo cambiamento e che I nostri geni risultano in un "fenotipo esteso" che include non solo i nostri corpi, ma anche i nostri manufatti e le nostre istituzioni.  Gli etologi, nel corso degli ultimi vent'anni, hanno dimostrato profonde similitudini fra noi e I nostri parenti stretti, i grandi primati. Potremmo quindi sostenere che una rigida interpretazione del concetto di essenziale umanità sia ormai un anacronismo. Ma accantoniamo pure tali contraddizioni e concentriamoci sugli altri due pilastri della presa di posizione di Fukuyama.

Sostenere che soltanto gli individui che possiedono tale "essenza umana" possano essere dotati di valore intrinseco, è inaccettabile. Soltanto i più cinici sosterrebbero che il benessere di alcuni animali non-umani sia privo di valore, almeno parziale. Se un alieno arrivasse sul nostro pianeta e fosse dotato di coscienza e moral agency (la capacità, razionale, di agire moralmente) così come noi esseri umani, certamente non gli rifiuteremmo la nostra stessa condizione morale o il nostro stesso valore intrinseco, solo perchè privo di una certa, non meglio definita, essenza umana. Similmente, se qualcuno modificasse la propria condizione biologica in una direzione che alterasse quella che Fukuyama ritiene sia la  loro "essenza", vorremmo realmente privare costoro del loro status morale e dei loro diritti civili? L'esclusione dal cerchio morale di alcuni individui soltanto perché dotati di una "essenza" diversa dalla nostra è, naturalmente, analogo all'escludere qualcuno sulla base del sesso o del colore della loro pelle.

Il progresso morale degli ultimi due millenni è stato in gran parte la storia del nostro imparare a  sormontare la tendenza a fare distinzioni morali per tali, fondamentalmente irrilevanti, motivi. Confrontandoci con il prospetto della modifica tecnologica del corpo e della mente, non dobbiamo dimenticare che questa lezione è stata appresa solo dopo grandi sofferenze. Le democrazie liberali parlano di "eguaglianza fra esseri umani" non nel senso letterale che tutti gli esseri umani siano uguali nelle loro varie capacità, ma che debbano essere uguali davanti alla legge. Non c'è ragione per cui gli esseri umani alterati o incrementati non dovrebbero similmente essere uguali davanti alla legge, né è logico supporre che l'esistenza di tali esseri umani debba insidiare secoli di progresso legale, politico e morale.

L'unico approccio difendibile per basare la condizione morale sulla presenza, o meno, di una essenza umana consiste nel dare a questa "essenza" una definizione molto vaga; per esempio, "il possedere la capacità di moral agency". Ma adottando tale interpretazione, il terzo pilastro dell'argomentazione di  Fukuyama viene a mancare. Le modifiche che i transumanisti sostengono (allungamento delle aspettative di vita sana, migliore memoria, maggior controllo delle proprie emozioni, etc) non priverebbero della capacità di moral agency. Se mai, questi interventi salvaguarderebbero ed espanderebbero l'area della moral agency.

Esiste quindi una falla nella tesi di Fukuyama contro il transumanesimo. Tuttavia, è positivo il suo attirare l'attenzione sulle implicazioni sociali e politiche del crescente uso di mezzi tecnologici per  trasformare le capacità umane. Dovremo, infatti, confrontarci con la possibilità di vittimizzazione e di esclusione, contro o a nome, degli individui tecnologicamente incrementati. Inoltre, la giustizia sociale potrebbe essere in gioco e dovremo fare in modo che le opzioni di incremento siano ampiamente disponibili e a prezzi onesti. Questa è una delle ragioni principali dietro l'apparizione di movimenti  transumanisti dedicati alla promozione delle idee di libertà morfologica, cognitiva e procreativa e favorevoli all'accesso alle opzioni di incremento. Malgrado le occasionali esagerazioni da parte di alcuni, il transumanesimo ha una visione positiva ed inclusiva di come adottare in modo etico le nuove possibilità tecnologiche per condurre le nostre vite "più che bene" [Gioco di parole sullo slogan della World Transhumanist Association:"Better than well" - NdT].

L'unico pericolo reale posto dal transumanesimo è che gli elettori, sia di destra che di sinistra, potrebbero trovarlo molto più attraente del bioconservatismo reazionario sostenuto da Fukuyama, da Leon Kass e dagli altri membri del Consiglio sulla Bioetica del Presidente...

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Vedi anche:

Biotecnologie, la fine dell'Uomo, di Francis Fukuyama

Transumanesimo: l'idea più pericolosa? di Ronald Bailey

Biotecnologie: la fine dell'Uomo? di Fabio Albertario

In difesa del transumanesimo, di Riccardo Campa (Libero)

Sarò cyborg: articolo e intervista sul postumano (La Repubblica)

Belli e immortali, ecco chi vuole creare il superuomo. (Panorama)

Cosa è il transumanesimo? E chi ne ha paura? di Giuseppe Vatinno

Caro Ferrara - Ecco il vero transumanismo, di Fabio Albertario (Il Foglio)

"Transumanisti e darwiniani estremisti" - Un breve articolo su l'Avvenire attacca i transumanisti: una precisazione, un chiarimento e un commento.

Attenti, l'uomo è fuori moda. La scienza prepara "l'oltreuomo"  di Marcello Veneziani (Libero) e la risposta di Riccardo Campa

Fukuyama: No a ingegneria genetica come a fascismo e comunismo - Commenti sull'intervista di Gianni Riotta a Francis Fukuyama sul Corriere della Sera del 10 ottobre 2005.


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