In difesa del transumanesimo
di Riccardo Campa

Libero di venerdì 18 febbraio 2005 ha pubblicato un'intervista a Riccardo Campa, della Associazione Italiana Transumanisti, in risposta al recente attacco di Fukuyama al transumanesimo pubblicato dal Corriere della Sera.


Francis Fukuyama, presidente del Comitato di bioetica della Presidenza Usa, lo definisce il movimento più pericoloso del mondo. La settimana scorsa ha attaccato i suoi membri anche dalle pagine del Corriere della Sera, accusandoli di essere lo spettro di una società illiberale. Loro sono i transumanisti, gli alfieri della tecnoscienza. Hanno una struttura mondiale, migliaia di associati, elezioni interne, incontri periodici, sezioni in quasi tutte le nazioni. Sono giovani intellettuali: esperti di robotica, informatica, ingegneria genetica, filosofi e sociologi. Bizzarri per qualcuno, inquietanti per altri, Fukuyama li prende maledettamente sul serio. Abbiamo incontrato Riccardo Campa, presidente dell'Associazione italiana transumanisti e docente di Sociologia della scienza e della tecnologia all'Università di Cracovia.

Chi siete, da dove venite?

«Il movimento nasce dalla fusione a livello mondiale di una galassia di gruppuscoli, sigle e circoli di futuristi, tecnofili, tecnognostici, prometeici e altro ancora. La nostra associazione (Wta) viene fondata nel '98, negli Stati Uniti. Con sede nel Connecticut, è presente in cento Paesi. Dal 2004 esiste la sezione italiana. Alla guida del gruppo ci sono filosofi come Nick Bostrom e Max More, sociologi come James Hughes e ingegneri come Jose Cordeiro. Tra i leader italiani, oltre al sottoscritto, ci sono Giuseppe Lucchini, Giulio Prisco e Fabio Albertario».

Cosa volete?

«Chi aderisce al movimento, rifiuta l'ipocrisia antiscientifica che si sta diffondendo in Occidente. Viviamo di tecnologia, tanto che se regredissimo solo di pochi decenni, milioni di persone non sopravviverebbero. Esistiamo grazie all'industria, alla chimica, alla meccanica. Eppure domina un ingenuo pensiero unico: ciò che è naturale è buono, ciò che è artificiale è cattivo o, nella migliore delle ipotesi, un male necessario. Noi invece accettiamo la cultura della razionalità scientifica e tecnologica. Che è la radice dell'Occidente».

Però non può negare che la tecnologia porti con sé insidie. Basta pensare all'effetto serra, alle armi atomiche, alle droghe sintetiche, ai dubbi etici intorno alle biotecnologie.

«Intanto, non c'è una sola morale. È forse etico fare morire o soffrire un ammalato che potrebbe essere curato con l'ingegneria genetica? Noi sposiamo un'etica (eudemonistica) che tende alla massimizzazione della felicità. Sappiamo perfettamente che la tecnologia non è sempre figlia, talvolta è figliastra. Ma allo
stesso modo la natura non è sempre madre, spesso è matrigna. Spesso si dimentica che non è natura solo un prato in fiore o un uccellino che cinguetta. Natura è anche malattia, invecchiamento, morte. I transumanisti si impegnano per contrastare questi aspetti della natura. La medicina rigenerativa e gli innesti cibernetici sono solo l'ultima frontiera di una battaglia che l'uomo combatte da sempre contro la condizione umana. Già Ruggero Bacone, nel Medioevo, sosteneva che i due scopi della scienza sono trovare la verità sul mondo e sconfiggere invecchiamento e morte».

Perché questo attacco di Fukuyama?

«Ci prende sul serio e sa che il nostro programma non è al di là della portata della scienza. Sistematicamente, la realtà supera la fantasia. Nel 1935 Whitehead sostenne che il progresso era talmente rapido che sarebbero bastati diecimila anni per sbarcare sulla Luna. Fu considerato un illuso. Soltanto tre decenni più tardi, un uomo posava il piede sul suolo lunare. All'inizio del progetto Genoma, si diceva che sarebbero serviti diecimila anni per portare a termine la mappatura. Pochi decenni più tardi il lavoro era completato. Gli scrittori di fantascienza degli anni Dieci prevedevano nel Duemila aeromacchine in grado di volare alla stratosferica velocità di 150 chilometri l'ora! Già negli anni Quaranta, le V2 tedesche andavano a 5000 chilometri l'ora. E potrei continuare. Se erano ingenui loro, sono ingenui anche quelli che sostengono oggi l'impossibilità del progetto transumanista. Tra vent'anni questo mondo sarà irriconoscibile. Ma non perché ci siamo noi. Il mondo va in quella direzione perché è lo sviluppo economico che tutti vogliono a portare verso la postumanità».

Fukuyama dice che il vostro progetto è illiberale.

«Questo è assurdo. Noi siamo sinceramente libertari. Migliorare il proprio organismo resta una scelta individuale. Nessuno sarà obbligato a vivere più a lungo o a innestare microchip sottopelle. Illiberale è chi vuole negare all'individuo questa possibilità, ostacolando la ricerca. Ma non può vincere. Se i bioluddisti (i
nemici delle biotecnologie) vinceranno in Occidente, saranno i cinesi, gli indiani, i brasiliani a guidare il mondo. L'immagine di un Nord ricco e sfruttatore contrapposto a un Sud povero e sfruttato è un concetto superato. Qualcuno non si è ancora accorto che le tre nazioni che ho citato, quasi metà della popolazione mondiale, stanno diventando potenze tecnologico-industriali. Chi si ferma è perduto e noi rischiamo di perderci, con i nostri dubbi e sensi di colpa immotivati. Ma non credo che saremo tanto stolti».

Saremo anche noi cyborg e postumani, allora?

«Il postumano è il naturale sbocco della cultura occidentale. Fukuyama non vuole ammettere che lui, da buon liberale, ha inconsciamente favorito questo progetto. Libera iniziativa e democrazia portano in sé i germi del progresso. Ted Kacinski, l'Unabomber, il bioluddista per eccellenza, nel suo manifesto fa una critica serrata della sinistra progressista americana. Liquida invece i conservatori con una sola frase: sono stupidi, perché difendono insieme la crescita economica e i valori cristiani, ma è ovvio che il progresso tecnico distrugge la tradizione. Credo che Fukuyama, che pure non è uno stupido, sia caduto vittima di questa contraddizione. Ha lavorato una vita per un mondo che ora non vuole accettare».

Lui sostiene che minate il concetto di uguaglianza.

«Intanto stupisce il fatto che un pensatore che combatte da sempre il socialismo, ora insista tanto sul concetto di uguaglianza. Nelle democrazie occidentali esiste solo un'uguaglianza formale e non sostanziale. E nessun transumanista ha mai messo in dubbio l'uguaglianza formale. L'uguaglianza sostanziale non è mai esistita. La lotteria genetica fa nascere intelligenti e stupidi, belli e brutti, sani e malati, forti e deboli, vivi e morti. Semmai, noi forniamo un supporto scientifico per creare pari opportunità».

Avete una connotazione politica?

«La nostra Associazione è apolitica, perché nessuna delle forze tradizionali rispecchia pienamente la nostra ideologia. I membri hanno però preferenze: ci sono radicali, liberali, socialdemocratici. I confini della politica dovranno prima o poi ridisegnarsi su nuovi assetti. Le due attuali coalizioni sono alleanze innaturali. Sugli Ogm, per esempio, c'è un fronte contrario composto da An, Verdi, Rifondazione Comunista e parte del mondo cattolico, e un fronte favorevole che unisce Forza Italia e i Ds».

I bioetici vi attaccano in nome della vita.

«Un'altra mistificazione. È portatore di una cultura di morte chi si oppone al miglioramento dell'organismo vivente e non chi vuole prolungare indefinitivamente la vita. Per capire basta il buon senso. È chiaro che la Terra ha una data di scadenza e solo il progresso tecnico può salvare la vita. Se vincerà il bioluddismo,
l'umanità sarà prigioniera dei propri limiti e quindi destinata a finire».


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Vedi anche:

Transumanesimo:  l'idea più pericolosa al mondo? di Nick Bostrom

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