Il progetto LysoSENS offre l'opportunità di contribuire in maniera positiva alla ricerca anti-invecchiamento anche a chi non è uno scienziato (o un miliardario filantropo).

Raccogli un campione di suolo e aiuta un concreto progetto longevista.


LysoSENS è un progetto teso a combattere un aspetto specifico dell'invecchiamento: l'accumularsi, nel corso del tempo, di sostanze patogene nell'organismo. Esempi di tale fenomeno includono l'Alzheimer's (accumulo di proteina tau modificata e di proteina beta amiloide); gli eventi cardiaci e l'ictus cerebrale (accumulo di colesterolo e colesterolo ossidato); la degenerazione maculare correlata all'età (accumulo di lipofuscina); le rughe della pelle (accumulo di prodotti di glicazione avanzata). L'accumularsi di lipofuscina, evidenziato dalla comparsa di macchie di fegato, è generalmente considerato un segno tipico dell'invecchiamento.

LysoSENS fa parte di SENS ("strategie per una senescenza negligibile ingegnerizzata" o "Strategies for Engineered Negligible Senescence") il piano d'attacco all'invecchiamento elaborato da Aubrey de Grey, il biogerontologo dell'Università di Cambridge che è anche l'ideatore del concorso Topo Matusalemme. Il progetto è ospitato dal Center for Environmental Biotechnology del Biodesign Institute  (Università dell'Arizona) e prende di mira tre dei sette "peccati capitali" dell'invecchiamento individuati da de Grey: gli aggregati intracellulari, gli aggregati extracellulari e i crosslink intercellulari.

L'idea del progetto è stata inspirata dalle tecnologie di bioremediation, la ricerca e l'impiego di microbi capaci di degradare sostanze inquinanti. Sfruttando tali tecniche LysoSENS intende identificare microorganismi in grado di degradare le sostanze patogene che si accumulano nel nostro organismo. Il passo successivo sarà poi quello di isolare tali enzimi e di studiarne le possibili applicazioni terapeutiche. Il potenziamento del sistema catabolico cellulare con l'aggiunta di enzimi di origine microbica per la rimozione di sostanze patogene, permetterebbe alle cellule di ritrovare la funzionalità perduta e di essere quindi, dal punto di vista funzionale, ringiovanite.

E' a questo punto che LysoSENS ha bisogno dei lettori di Estropico: l'intero progetto si basa sullo screening di grandi quantità di piccoli campioni di suolo inviati da volontari sparsi per il mondo. Basta inviare una manciata di suolo (fra i 100 e i 200 grammi) e un campione dall'Italia (o raccolto dai nostri lettori in viaggio per altre parti del mondo) potrebbe essere quello che offre una nuova arma contro l'invecchiamento.

Che tipo di suolo è più interessante? Non lo sappiamo con certezza, ma sembrerebbe logico che dei microorganismi in grado di degradare aggregati cellulari siano presenti in luoghi in cui si sia spesso verificata la decomposizione di vertebrati o di loro tessuti: mattatoi, luoghi in cui dei predatori si recano regolarmente per consumare le proprie prede, o semplicemente boschi ricchi di selvaggina o spiagge ricche di vita animale.

Un'altra ovvia possibilità, ma non priva di complicazioni, è quella dei cimiteri. L'analisi del suolo dei cimiteri rileva l'assenza di alte concentrazioni di sostanze di origine umana. Sembra quindi logico supporre che una forte pressione selettiva sia in azione fra i microorganismi del suolo dei cimitiri e che i batteri in grado di digerire gli aggregati cellulari di cui sopra, siano responsabili della loro scarsa presenza. Il problema, ovviamente, è che raccogliere un campione di suolo in un bosco non è problematico, ma in un cimitero ci potrebbero essere complicazioni o fraintendimenti. I responsabili di LysoSENS sottolineano l'importanza di agire responsabilmente, rispettando gli usi e costumi locali. Per evitare problemi, l'ideale sarebbe di ottenere l'autorizzazione del personale prima di effettuare un prelievo.

Un'altra, meno ovvia, possibilità è quella dei terreni inquinati. Gli effluenti dell'industria chimica contengono spesso una multitudine di sostanze organiche, alcune delle quali potrebbero essere simili a quelle di interesse ai ricercatori di LysoSENS.

In generale, un campione proveniente da un ecosistema di grande biodiversità è un miglior candidato di un campione da un ecosistema dominato da una singola specie.

Infine, i ricercatori di LysoSENS fanno notare che raccogliere un campione nelle vicinanze di un animale recentemente deceduto è probabilmente inutile, in quanto le prime sostanze ad essere biodegradate non sono gli aggregati cellulari, ma le sostanze più facilmente "digeribili".

I campioni dovrebbero essere inviati il più presto possibile dopo la raccolta. Un semplice sacchetto o contenitore di plastica è sufficiente, ma per campioni umidi o melmosi si raccomanda l'uso di una bottiglia di plastica.

Per la spedizione, potete scegliere se utilizzare la posta normale o un servizio di corriere espresso (UPS e simili), ma per cortesia utilizzate l'indirizzo indicato per ognuna delle due opzioni.

Posta:

John Schloendorn
The Biodesign Institute
PO Box 875701
Tempe, AZ 85287-5701
USA

Corriere:

K. Anderson / Schloendorn
The Biodesign Institute
1001 South McAllister Ave
Tempe, AZ 85287-5701
USA


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Adattato da un thread sul forum dell'Immortality Institute contenente messaggi di John Schloendorn (uno dei ricercatori di LysoSENS) e di Aubrey de Grey.



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