Il topo Matusalemme

"Se nascere non è un crimine, perchè comporta un'automatica condanna a morte?"
Robert Ettinger


L'allungamento della vita e la rimozione delle barriere ad una aspettativa di vita illimitata sono obiettivi primari per gli estropici. I 79,12 anni di aspettativa di vita media in Italia ci sembrano, francamente, solo un'inizio - un piccolo, delizioso e crudele assaggio di un'eternità che ci è però negata.

Purtroppo, pare che tale atteggiamento non sia condiviso dalla maggioranza dei nostri contemporanei: cercare la cura per una specifica malattia è un'attività accettata ed  incoraggiata, ma la ricerca per una cura dell'invecchiamento è vista come una perdita di tempo, troppo memore dei miti della fontana della giovinezza per esser presa seriamente in considerazione… Ciononostante, proprio fra gli scienziati che studiano l'invecchiamento, i biogerontologi, si mormora ormai che è giunta l'ora di guardare in faccia l'invecchiamento e di riconoscerlo per quello che è: una malattia degenerativa. Un esempio di questa nuova attitudine è la recente conferenza della International Association of Biomedical Gerontology (Cambridge, settembre 2003): "Strategie per ingegnerizzare una senescenza negligibile - le ragioni per cui un autentico controllo dell'invecchiamento potrebbe essere all'orizzonte".

Nonostante simili iniziative positive, però, gli sforzi nel campo della ricerca anti-invecchiamento rimangono limitati. Ci si potrebbe aspettare una certa pressione, volta ad incoraggiare tale ricerca, da parte del pubblico su governi e scienziati, in particolare in paesi come l'Italia, dove il 18,9% della popolazione ha 65 anni e più e dove la popolazione dei grandi vecchi, rappresentata dalle persone con più di 80 anni rappresenta ormai il 4,6% della popolazione totale.

Ci si potrebbe anche aspettare un certo attivismo da parte delle cosiddette "pantere grigie", sulla falsariga dei gruppi che si battono per la ricerca e la disponibilità di farmaci anti-Hiv. Tutto ciò, però, per qualche motivo non accade. Una probabile spiegazione è il fatto che, nonostante numerosi, parziali, successi, la possibilità teorica del rallentamento dell'invecchiamento e del ringiovanimento non hanno ancora conquistato l'immaginario collettivo del grande pubblico. Ciò crea un circolo vizioso: essendo convinti che l'obiettivo non sia realizzabile, non siamo certo disposti a sprecare risorse in quella direzione, ma senza investimenti non sapremo mai se l'obiettivo sia in effetti raggiungibile o meno. E' necessario sfidare l'opinione, oggi prevalente, che abbiamo ancora ben poche probabilità di estendere di molto la longevità umana se non per le generazioni future.

Il Topo Matusalemme

Proprio in questo consiste la geniale semplicità del premio "Topo Matusalemme" , un vero e proprio concorso per gruppi di ricerca scientifica ideato da Aubrey de Grey, un ricercatore del Dipartimento di Genetica dell'Università di Cambridge. Il premio si propone di incoraggiare lo studio di efficaci strategie anti-invecchiamento e di attirare l'interesse ed il coinvolgimento del pubblico nella ricerca per l'estensione della vita umana. L'idea è di creare un incentivo economico, appunto il premio Topo Matusalemme, da assegnare ai gruppi di ricerca che dimostreranno di aver rallentato l'invecchiamento o di aver ringiovanito un topo di laboratorio, creando così il topo più longevo mai esistito. La dimostrazione che la longevità di un animale di laboratorio può essere radicalmente e positivamente influenzata, porterebbe ad un rinnovato interesse del pubblico verso gli interventi di prolungamento della vita (per ulteriori dettagli sui due tipi di premi, clicca qui).

Ricordate le foto in prima pagina di Dolly, il primo mammifero clonato? Immaginate l'effetto delle foto in prima pagina del primo topo di laboratorio che  raggiunga un'età equivalente, in termini umani, a 150 anni… Una volta dimostrata la fattibilità del sostanziale rallentamento e/o della cura dell'invecchiamento in Mus Musculus (il topo di laboratorio), la ricerca nel settore sarebbe incoraggiata e i finanziamenti, sia pubblici che privati, arriverebbero finalmente in misura adeguata per la ricerca anti-invecchiamento in Homo Sapiens.

Estensione della vita: per noi stessi o per le generazioni future?

Aubrey de Grey, contrariamente a molti suoi colleghi biogerontologi, ritiene sia suo dovere azzardare delle stime quando qualcuno gli pone la fatidica domanda "Quando saranno disponibili, queste terapie anti-invecchiamento?"

Dal suo sito web: "Molti miei colleghi rifiutano di rispondere, dato che non è possibile dare una risposta scientificamente provata e questo sarebbe quindi un'abuso della loro autorità di scienziati. Io sono d'accordo con questo atteggiamento in altre aree scientifiche [...], ma non in campo medico: ritengo che coloro che hanno accesso alle informazioni più avanzate oggi disponibili, abbiano il dovere di dichiarare pubblicamente le proprie previsioni, perchè informazioni del genere possono determinare scelte di vita individuale."

Le previsioni di de Grey includono il controllo dell'invecchiamento nel topo di laboratorio fra i dieci e i venti anni, a seconda del livello di investimenti, ed il controllo dell'invecchiamento negli esseri umani quindici anni dopo il successo nel topo. (E' evidente, però, che problemi inaspettati potrebbero rallentare il progresso in questa direzione e de Grey aggiunge che i quindici anni previsti potrebbero, nella sua stima più pessimistica, trasformarsi in un periodo ben più lungo. Clicca qui per ulteriori dettagli delle previsioni di de Grey.)

Quanto sopra indica la possibilità dell'arrivo di terapie anti-invecchiamento entro i prossimi 25-35 anni, il che le renderebbe accessibili ad una sostanziale parte della popolazione. Tale relativa vicinanza spiega il dilemma etico di de Grey: la divulgazione di tali previsioni potrebbe incoraggiare un individuo ad adottare uno stile di vita più consono al sopravvivere sufficientemente a lungo da potersi avvantaggiare di tali terapie, il che equivarrebbe al salvare la vita di tale individuo. Il silenzio degli esperti potrebbe essere indirettamente responsabile della morte prematura di un'intera generazione.

L'impatto socio-economico

Data l'attuale curva demografica in Italia e in Europa, un'obiezione prevedibile è che una moltitudine di centocinquantenni da accudire darebbe il colpo di grazia ai nostri già vacillanti sistemi pensionistico e assistenziale. L'ovvia risposta alle preoccupazioni circa l'impatto socio-economico di terapie anti-invecchiamento efficaci, è che delle terapie che restituissero salute e vigore a una persona anziana creerebbero una generazione di anziani dal ridotto (o come minimo, posticipato) bisogno di assistenza e pensionamento, contribuendo così ad alleviare il problema invece di aggravarlo.

Non dimentichiamo, inoltre, che la crescita demografica di molte nazioni sviluppate è vicina allo zero e che comunque un'allungamento radicale delle aspettative di vita porterebbe ad una crescita lineare e non esponenziale: quest'ultima, l'incubo di coloro preoccupati per la presunta esplosione demografica, è causata non dall'aumento della longevità, ma da un un'aumento della natalità. Infine, l'esplosione demografica prevista da molti a partire dagli anni '60 non si è avverata e le nuove previsioni annunciano l'inizio della fine della crescita demografica a livello mondiale.

Che fare?

Visita il sito del premio Topo Matusalemme e contribuisci al fondo del premio con una donazione online. Più il fondo crescerà, nei prossimi anni, più attreante sarà e più ricercatori si avvicineranno a questa fondamentale, ma fino ad oggi povera, area di ricerca che un giorno potrebbe salvarti la vita...

---

Vedi anche:

Il progetto LysoSENS offre l'opportunità di contribuire in maniera positiva alla ricerca anti-invecchiamento anche a chi non è uno scienziato (o un miliardario filantropo). Raccogli un campione di suolo e aiuta un concreto progetto longevista. LysoSENS è un progetto teso a combattere un aspetto specifico dell'invecchiamento: l'accumularsi, nel corso del tempo, di sostanze patogene nell'organismo. L'idea del progetto è stata inspirata dalle tecnologie di bioremediation, la ricerca e l'impiego di microbi capaci di degradare sostanze inquinanti. Sfruttando tali tecniche LysoSENS intende identificare microorganismi in grado di degradare le sostanze patogene che si accumulano nel nostro organismo. Il passo successivo sarà poi quello di isolare tali enzimi e di studiarne le possibili applicazioni terapeutiche. Il potenziamento del sistema catabolico cellulare con l'aggiunta di enzimi di origine microbica per la rimozione di sostanze patogene, permetterebbe alle cellule di ritrovare la funzionalità perduta e di essere quindi, dal punto di vista funzionale, ringiovanite.

Strategie per l'ingegnerizzazione di livelli trascurabili di senescenza. Aubrey de Grey è il biogerontologo dell'Università di Cambrige che ha ideato il concorso Topo Matusalemme. SENS (Strategies for Engineered Negligible Senescence) è il suo progetto teso a sconfiggere l'invecchiamento. Si tratt di un piano particolareggiato per curare l'invecchiamento umano. SENS è un progetto di ingegneria, nello stesso senso in cui la medicina può essere considerata una branca dell'ingegneria. La chiave per capire SENS è il riconoscimento che l'invecchiamento è una condizione medica caratterizzata da un insieme di mutamenti progressivi, a livello molecolare, che altro non sono che gli effetti collaterali dei processi metabolici essenziali. Questi cambiamenti devono essere visti come un accumularsi di lesioni che, raggiunto un certo livello, provocano disturbi.




Estropico