La prospettiva dell'immortalità, di Robert Ettinger

11. Come sarà una società fondata sulla crionica/ibernazione?

Oltre ad essere sicuramente realizzabile, una società fundata sull'ibernazione sarebbe anche desiderabile, nonchè, per molti aspetti, praticamente inevitabile. Queste considerazioni vengono illustrate più chiaramente prendendo in considerazione da un punto di vista leggermente diverso alcuni degli argomenti ai quali abbiamo già accennato in precedenza.

L' inevitabilità del progetto crionico

È facile intuire che prima o poi un programma di ibernazione su vasta scala sarà inevitabilmente varato, anche senza che il mio ottimismo venga da tutti accettato e indipendentemente dai miei sforzi personali.

Come già discusso, è generalmente considerato verosimile che in futuro possa essere possibile provocare uno stato di animazione sospesa negli esseri umani (da vivi, senza seri danni da congelamento e in modo che il soggetto possa poi essere risvegliato e riportato in vita). Per quanto ne so, nessun esperto dubita che ciò si possa verificare, anche se le opinioni sono discordi circa quando tale tecnica sarà disponibile. Le previsioni vanno partono da un minimo di cinque anni; la mia impressione è che il consenso punta verso il raggiungimento del successo nel limite delle aspettative di vita della maggior parte di noi.

Non appena si potrà praticare l'animazione sospesa, le persone afflitte da malattie incurabili saranno sicuramente congelate mentre sono ancora in vita, in attesa che vengano scoperte cure più efficaci. Sono sicuro che questo sviluppo farà da rompighiaccio per il progamma crionico, nel caso non fosse già allora avviato.

E' inoltre generalmente accettato, sia dagli esperti che dal grande pubblico, che la scienza medica troverà il modo di prolungare, almeno entro certi limiti, la durata della vita dell'uomo. Non sembra probabile che si riesca ad allungare la vita iniettando un singolo farmaco, anche se ciò è concepibile e ogni tanto qualcuno ne parli. Per esempio, un veterinario di Royal Oak, nel Michigan, il dottor Henry Raskin, ha compiuto degli esperimenti su cani con un farmaco chiamato H-3 prodotto in Romania. Nei cani adulti i risultati sono stati buoni e certe volte addirittura spettacolari. (17) Sembra più probabile, però, che il trattamento necessario sarà complesso e che ci si arriverà soltanto dopo uno studio più lungo. Esistono tuttavia buoni motivi per essere ottimisti. Il dottor Joseph W. Still, della George Washington University, ha scritto: "Può darsi che la senescenza si riveli una malattia non più fatale o inevitabile del vaiolo, della poliomielite o della tubercolosi". (111).

Consideriamo ora quali prospettive avrà una persona anziana in precarie condizioni di salute, verso la fine di questo secolo o poco più tardi. Sarà allora possibile applicare la tecnica dell'animazione sospesa; forse non sarà possibile allungare la vita di chi fosse già vecchio, ma le ricerche, a giudicare dallo stato attuale di cose, sono molto promettenti. La tecnologia procederà a grandi passi e la ricchezza aumenterà enormemente. Evidentemente qualcuno sarà fortemente tentato di imbarcarsi nel "freddo sonno" per alcuni decenni, o almeno fino a quando il progresso non avrà fatto notevoli passi in avanti. Al risveglio, quest'uomo e sua moglie potranno aspettarsi come minimo qualche altra decina d'anni di vita attiva in un mondo più progredito; inoltre gli interessi che nel frattempo saranno maturati [sui loro investimenti - NdT], miglioreranno la loro situazione finanziaria. Perché non dormire per quello che sembra un momento per poi risvegliarsi e vivere una vita più lunga e migliore? Chi non vorrebbe sbarazzarsi di qualche anno di declino nel presente, in cambio di qualche anno di vigore e di soddisfazioni nel futuro?

Molti forse non lo faranno, ma molti altri probabilmente sì. Alcuni faranno questa scelta ed altri li imiteranno. Infine, il tutto sembrerà normale, anche se non universalmente praticato. Che il progetto crionico sia realizzato presto o tardi, che lo scopo sia l' "immortalità" o qualcosa di più modesto, certo è che il progresso del programma di ibernazione sembra irresistibile quanto una maestosa marea.

Un avvertimento per chiunque volesse svolgere il ruolo patetico e fallace di Canuto: non potrà fare altro che umiliare la propria dignità.

Non vi sarà nessuna generazione di martiri

Dato che si arriverà comunque a un programma di ibernazione e dato che gli ibernati condivideranno l'immortalità che i loro discendenti avranno ottenuto, gli eventuali oppositori del programma non avranno più un fondamento logico, se mai ne avessero avuto uno. Sia l'immortalità in se stessa che il programma preliminare di ibernazione porteranno con sé seri problemi, o esacerberanno quelli vecchi, ma questi non potranno essere prevenuti e dovranno quindi essere affrontati.

Immaginiamo ora che si possa verificare un'opposizione unanime all'attuazione tempestiva del programma di ibernazione: si arriverebbe al massimo a negare l'immortalità a questa nostra generazione. Sarebbe difficile immaginare un atto di maggiore stupidità ed inutilità.

Quando viene espressa una reazione inizialmente contraria all'idea della crionica, qualunque siano le "ragioni" addotte, tale reazione è in genere dovuta a nient'altro che alla paura. L'idea stessa può sconvolgere, creare inquetudini, disturbare l'ordine prestabilito, e ci costringe a prendere delle decisioni. Per molti, specialmente per coloro che sono stati più volte afflitti da avversità, non c'è niente di più prezioso della "sicurezza" data dalla routine e della consapevolezza della fine a cui si va incontro; è risaputo che nei campi di sterminio nazisti molti internati rifiutavano qualsiasi rischio e preferivano la morte sicura piuttosto che l'incertezza di un tentativo di fuga.

Tra le ragioni dichiarate per l'opposizione al programma di ibernazione troviamo spesso varie forme di presunto altruismo. "Non dobbiamo essere un peso per le generazioni che verranno… Il futuro non ha bisogno di noi… Non voglio continuare a vivere se non posso essere attivo per una buona causa… Il denaro che dovrebbe essere impiegato per le celle frigorifere dovrebbe essere speso per le ricerche sul cancro e sulla longevità… Preferirei che fosse aggiunto un anno alla vita di una vittima del cancro, piuttosto che cent'anni alla mia…" (La logica di queste due ultime due asserzioni è evidentemente infondata).

Tali persone si dicono altruiste, ma vorrebbero martirizzare la nostra generazione. Essi non comprendono né la società né se stessi.

Noi possiamo essere in gran parte gli eredi intellettuali dei greci, ma la nostra eredità morale è ebraico-cristiana, e in questa tradizione non si abbandonano i bambini sulle montagne, non li si gettano ai lupi, e neppure si abbandonano i vecchi a morire per strada. Mettiamo a rischio una divisione intera, se necessario per salvare un battaglione. Portiamo con noi i feriti. Riconosciamo che esistono dei doveri verso il basso, così come esistono dei doveri verso l'alto, dei doveri dello stato verso l'individuo, così come dell'individuo verso lo stato.

Il culto dello Stato, o della Razza, o della Società, o della Posterità è soltanto un sentimentalismo contorto e privo di senso, caratteristico delle ideologie totalitarie; non è nient'altro che fanatismo. In un senso molto importante, lo stato non esiste, e neppure la posterità: vi sono soltanto gli individui e coloro che sono vivi oggi meritano la stessa considerazione di quelli che non sono ancora nati. Chi dichiara che sarebbe pronto a sacrificare la propria vita per facilitare quella di un ipotetico discendente, ma che poi rifiuta di pagare una tassa di cento dollari per salvare un indiano che esiste realmente e che muore di fame, non fa altro che dimostrare la propria stupidità.

In ogni caso, per chi si ponesse il problema di "essere di peso" c'è un facile rimedio: essere più industrioso e risparmiare, in modo di ottenere i fondi necessari per le celle frigorifere con lavoro extra, o frutto di risparmi ottenuti privandosi di lussi superflui. Potremo pagare per il nostro "trattamento", senza dove dipendere da nessn'altro. Le nostre proprietà e i nostri fondi di garanzia, ben investiti e ben amministrati, contribuiranno all'economia del futuro e parteciperanno al controllo dei mezzi di produzione. A questo modo, noi contraiamo un debito morale verso il futuro e il futuro ha verso di noi un debito non soltanto morale, ma anche legale.

Per quanto riguarda il nostro "essere utili" nel futuro, è già stato descritto come, dopo il ritorno alla vita e il ringiovanimento, saremo adattabili e pronti ad imparare quanto qualsiasi altra persona, vecchia o giovane.

Dopo quarantamila anni di sofferenze, la nostra "traversata del deserto", la razza umana è finalmente giunta sulle rive del Giordano. Il guado non sarà facile e così anche il vivere nella terra promessa. Ma accamparci sulla riva e sostarvi per un'intera generazione sarebbe un assurdo spreco.

Sembra ormai quasi certo che la maggior parte di noi afferrerà subito il concetto, o sarà inizialmente in dubbio. Dapprima solo una piccola minoranza sarà favorevole alla crionica, poi un numero sempre più crescente e in seguito solo alcuni eccentrici insisteranno sul loro "diritto a marcire". La maggior parte della gente non vorrà rischiare di essere lasciata indietro. Non ci sarà una generazione di martiri.

La prospettiva di lungo termine è una panacea

Val la pena ripetere ed evidenziare le sorprendenti trasformazioni nei rapporti umani che il progetto crionico porta con sé.

Non molto tempo fa, il giornalista Sydney J. Harris commentò che la  realizzazione che abbiamo una sola vita a nostra disposizione ha il seguente effetto su molte persone:"Non passerò mai più per questa strada. Che importanza hanno le mie azioni? Per quale motivo non dovrei rovinare i campi, abbattere le foreste, gettare rifiuti, calpestare i fiori e trattare la gente come se fosse semplicemente un mezzo per raggiungere i miei fini?" (39)

L'articolo di Harris trattava un tema diverso, ma è ovvio che un uomo che sappia di dover stare in vita per secoli o millenni, tenderebbe a comportarsi in modo diverso da uno che si aspetti di vivere solo poche decine d'anni. Con una prospettiva di lungo termine, i campi, i boschi, le strade, i ruscelli e i fiori sono di mia proprietà. Non posso sprecare risorse  perché io stesso ne avrò bisogno in futuro. Non posso imbrogliare o tormentare uno sconosciuto e non tener conto dei suoi diritti, poiché non ci saranno più sconosciuti, ma solo vicini che incontrerò ripetutamente.

E' di moda dire che "i problemi complessi non hanno soluzioni semplici", ma questa è solo una delle scuse preferite dei politici più sprovveduti. Il semplice uso di acqua e sapone risolve molti aspetti del complesso problema della prevenzione delle malattie e la semplice abitudine a formali cortesie fa meraviglie nel migliorare i complicati problemi delle relazioni umane. Analogamente, penso che il progetto crionico si dimostrerà una panacea, particolarmente per quanto riguarda le relazioni internazionali - non perché in se stesso risolva tutti i problemi, ma perché concede il tempo necessario alla loro risoluzione.

Con un periodo di tempo illimitato davanti a sé per poter risolvere qualsiasi problema, chiunque potrebbe sopportare le temporanee ingiustizie con più pazienza, se non con serenità, e venire a patti con maggiore buona volontà. Noi tutti abbiamo una lunghissima strada da percorrere insieme e quando ci verrà la tentazione di agire senza pensare alle conseguenze, basterà ripetere a noi stessi: "Non è ancora la fine… Non è ancora la fine… Non è ancora la fine..."

Si tenderà ad ignorare la tentazione di azioni disperate, compresa la guerra nucleare. I temerari sono generalmente coloro che hanno poco da perdere e persone di questo genere non esisteranno più. Ognuno di noi sarà proprietario di un gioiello di valore inestimabile:  una vita meravigliosa, dall'altra parte della cella frigorifera. Che il cielo aiuti Mao Tse-tung se cercherà di persuadere il suo popolo ad ignorare questo tesoro, ad avvolgersi in sbrindellate bandiere rosse e a giacere in tombe ammuffite.

E' ora di rinsavire

La vita umana è sempre stata basata, in gran parte, su menzogne fanatiche e sull'autoinganno, conseguenza della lotta senza fine per risolvere l'irrisolvibile, conciliare l'inconciliabile e sondare l'insondabile. La maggior parte di noi ha sempre preferito la finzione alla frustrazione, ma ora, finalmente, potremo con sicurezza comportarci, almeno in parte, come persone sensate.

In passato abbiamo accettato supinamente idee, in genere stupide, solo perchè ci venivano tramandate, come quella del diritto divino delle monarchie dell'Europa post-medioevale, e anche idee ripugnanti, come quelle dei rituali aztechi che richiedevano sacrifici umani. Ma nel futuro la nostra dedizione sarà per le persone. Non per idee astratte, incorporee, ma per esseri umani come noi e in questo modo troveremo il nostro equilibrio.

Naturalmente, in un certo senso, possiamo essere leali soltanto verso i nostri pensieri e in un certo senso le altre persone altro non sono che pensieri. E' anche vero che finzione e compromessi saranno ancora di qualche utilità, ma il cambiamento sarà reale e significativo.

In genere, abbiamo sempre pensato alle persone come a qualche cosa di effimero e alle idee, specialmente ai "princìpi" come a qualcosa di immortale. Ora, invece, le persone persisteranno, e saranno le idee ad essere effimere: sarà molto meglio così.

Consideriamo di nuovo quel criminale chiamato Mao Tse-tung [l'autore scrive quando Mao è vivo e al potere - NdT]. Oserebbe correre il rischio di perdere una vita favolosa, della durata di migliaia di anni (e dotata di una ricchezza personale che supererebbe tutte le ricchezze del mondo d'oggi messe insieme) per qualche vecchio slogan ed un impero cencioso? L'eternità, o almeno una notevole parte di essa, non appartiene al marxismo-leninismo o ad altre passeggere fantasie nella mente di Mao, ma a Mao stesso, ai suoi parenti e ai suoi amici - e anche a me e a te. Quando egli avrà capito ciò, non oserà rischiare una guerra. E se lui non vorrà capire, coloro che capiranno lo destituiranno.

Sciocchi, pazzi ed eroi

Anche dopo lunga riflessione, alcune persone ritengono che mirare all'immortalità personale sia un obiettivo indegno, che una società basata sull'ibernazione sarebbe ripugnante e priva di coraggio. Ciò è in parte dovuto al fatto che il coraggio dinnazi alla morte è sempre stato considerato una virtù, e che gli ideali astratti sono considerati superiori a quelli "egoistici". Secondo questa logica, l'immortalità implica mancanza di coraggio. Anche se abbiamo già accennato a quanto siano errate tali nozioni, non sarà fuori posto fare qualche altra osservazione.

L'immortalità non è fine a se stessa, e noi non la cerchiamo spinti dal panico. L'immortalità è una possibilità di crescita e di sviluppo altrimenti impossibile e non è in contraddizione con i nostri valori più nobili.

La prospettiva dell'immortalità influenzerà profondamente la nostra esistenza e in un certo senso la dominerà, ma ciò non esclude necessariamente altre influenze. Noi continueremo ad essere il prodotto del nostro condizionamento. Io stesso sono stato sfiorato dalla morte più di una volta e l'affronterei ancora e senza esitazione, se necessario, per esempio per difendere la mia famiglia o il mio paese.

Dobbiamo anche ricordare il baratro esistente tra quanto è logico e quanto è psicologico. E' stato osservato che adottando la prospettiva a lungo termine ogni forma di disperazione tenderà a scomparire, ma saranno ancora compiuti atti di follia o atti spinti da impulsi irrefrenabili. D'altra parte, anche l'eroismo sopravviverà, non solo perché la nostra educazione ci porta ad agire in un determinato modo, ma anche perché il valore soggettivo dell'immortalità, sebbene grande, non può essere paragonato al suo valore nominale. Ciò ricorda il comportamento dei cristiani: secondo logica, non c'è nulla al mondo che valga le sofferenze eterne dell'inferno, eppure, a causa delle stranezze della psiche umana, milioni di persone sono disposte ad essere dannate cedendo a meschine tentazioni.

Inoltre, la meditazione sul problema dell'identità potrebbe convincere alcuni che l'estinzione personale non sia un qualcosa da temere.

Infine, il continuo operare della selezione naturale assicurerà una continua scorta di eroi. Una società priva di un sufficiente numero di persone disposte ad accettare rischi non può sopravvivere, e tantomeno competere [con altre società - NdT].

Queste considerazioni si applicano anche alle fallaci proposte di usare il programma di ibernazione come un vaglio eugenetico.

L'errore di voler ibernare soltanto una "élite"

A volte si sentono osservazioni ingenue come per esempio: "Potremmo anche salvare Churchill, ma perché dovremmo salvare il signor Rossi?"

La risposta è semplice e si divide in quattro parti:

1. Il signor Rossi, dopo che i futuri medici avranno messo le mani su di lui (anche se non necessariamente subito dopo il suo ritorno alla vita) sarà una persona utile quanto il buon Winston. Non sarà più prigioniero della sua eredità genetica.

2. Se consideriamo l'ibernazione come un compenso, forse il signor Rossi la merita più di Churchill, in quanto Churchill ha già avuto molto dalla vita. Il signor Rossi, invece, sarà  ricompensato per il poco che ha avuto nella sua prima vita.

3. La divisione della società in classi provoca risentimento nelle persone che appartengono a quelle inferiori. Le distinzioni senza senso, come quelle tra padrone e schiavo, o quelle tra funzionario di partito e "compagno lavoratore", sono sopportate a mala pena e con rancore, se sono sopportate del tutto. Sarà impossibile evitare seri disordini nel caso di distinzioni ancor più marcate, come quella fra mortali e immortali. L'élite deve fare una scelta molto semplice: o condividere l'immortalità con tutti gli altri, o essere fatta a pezzi.

4. Tutti dovranno essere partecipi del programma di ibernazione perché la società possa veramente godere di tutti i benefici che ne potranno derivare. La regola aurea non deve conoscere divisioni di classe o di casta.

In breve, il programma di ibernazione deve includere tutti noi, con l'eccezione di quei pochi che lo rifiuteranno di loro spontanea volontà. Agli inizi ci saranno molti problemi, ma questi dovranno essere superati se si vuole che la società continui a funzionare.

C'è un detto secondo il quale "Se i ricchi potessero pagare qualcuno per morire al loro posto, i poveri farebbero una fortuna". Ma i nostri poveri non sono docili al punto di  accontentarsi di questo genere di "vita". Essi non costruiranno celle frigorifere per i ricchi, per poi sdraiarsi in squallide tombe. Perciò non deve passare troppo tempo tra l'attuazione di programmi che possono riguardare solo privati e pionieri, e programmi pubblici di massa.

L'inizio dell'era dell'ibernazione: nel 1964?

In un certo senso, l'era della crionica è già cominciata, poiché si sono prese iniziative in questa direzione. Verso la fine del 1963 esistevano almeno tre organizzazioni per la diffusione del programma di ibernazione, due delle quali legalmente riconosciute. Probabilmente ne sorgeranno molte altre tra breve.

Il programma di ibernazione è già incluso nel programma politico di un candidato al Congresso, il quale ora si distingue in quanto promette più di quanto abbia mai promesso un uomo politico nella storia.

Non si può negare che ci sia interesse sul tema, come indicato dalle mie conversazioni e dalla corrispondenza ricevuta e, cosa abbastanza strana, sembra che stato sociale e livello di istruzione non siano importanti: alcune persone poco colte abbracciano la crionica per le ragioni sbagliate e alcuni scienziati sono contro il programma per ragioni emotive. (E' ironico che un criobiologo che fosse contrario al programma di ibernazione dovrebbe  sperare nel fallimento delle sue ricerche!)

Il primo essere umano potrebbe essere ibernato prima della fine del 1964 [in realtà la prima sospensione crionica fu poi condotta nel 1967 - NdT], cioè entro pochi mesi dalla pubblicazione di questo libro. (Può anche darsi che qualche milionario sia già stato congelato senza che l'avvenimento sia stato reso pubblico!) Da quel momento gli avvenimenti procederanno sempre più rapidamente e i nostri leader medici, finanziari e politici si troveranno nella stessa situazione di Robespierre durante la rivoluzione francese. Robespierre, narra la storia, si stava rilassando in un caffé con un amico, quando passò correndo una folla urlante. Egli si alzò di scatto e corse alla porta. Il suo amico lo chiamò: "Che succede? Dove vanno?". E Robespierre di rimando: "Non so dove vadano, ma devo essere davanti a loro. Sono il loro capo!"

I sostenitori dell'ibernazione non possiederanno, per fortuna, le caratteristiche meno simpatiche dei rivoluzionari, ma saranno altrettanto decisi. Dopo tutto, è in gioco la vita e non il prolungamento della vita che già conosciamo, ma di una vita più vasta e più profonda, una crescente primavera, una vita più grande e più gloriosa che si modellerà in forme, in colori e contesti che noi, oggi, possiamo solo vagamente intuire. Molti americani ed europei non solo riusciranno a scorgere, ma anche a "sentire" l'enormità della posta in gioco e a capire che tutti gli altri obiettivi, tutti i traguardi precedenti, sono secondari. Le loro richieste non potranno essere ignorate a lungo.

Queste richieste saranno di due tipi principali e saranno dirette, tra gli altri, a medici, biologi, impresari di pompe funebri, assicuratori, banchieri, legislatori e avvocati.

Innazitutto, che si rendano disponibili e che si aggiornino regolarmente le procedure  per la sospensione crionica di coloro che muoiono, cercando di trarre il massimo vantaggio dai mezzi attualmente a disposizione.

Secondo, che si implementi un massiccio programma scientifico e finanziario mirato ad accelerare le ricerche di metodi di congelamento che non causino danni e per mettere a disposizione quant'altro sia necessario a realizzare il progetto crionico.

Nel 1964, ci sarà poco o nulla di disponibile sotto forma di un aiuto istituzionale o di procedimenti standardizzati, e toccherà a degli individui coraggiosi di prendere l'iniziativa. Allora, per la prima volta nella storia, ci si potrà dire arrivederci, e non addio.

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