L'inquietante fascino del post-human

Perché non dovremmo lottare per vivere di più, diminuire i disagi,pensare più lucidamente, essere felici? Intervista a Riccardo Campa, presidente dell'Associazione Italiana Transumanisti

L'articolo originale, su Linus

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Come sarà l'uomo di domani? Secondo i transumanisti migliore di quello di oggi. Più capace, più forte e potrà vivere talmente a lungo da sfiorare l'immortalità. Insomma "More than human", come cita il titolo dell'ultimo libro del transumanista Ramez Naam [un capitolo del quale è disponibile in italiano su Estropico]. Grazie alla scienza, certo, ma soprattutto alla tecnologia, alla robotica e alle nanotecnologie. Che regaleranno all'umanità un nuovo stadio evolutivo, nuovi sensi, nuove percezioni e possibilità di utilizzo delle nostre facoltà fisiche e mentali, sino a oggi neppure lontanamente sospettate.

Pura fantascienza? I più acerrimi nemici di questo movimento giurano di sì. Eppure il transumanesimo vanta tra le proprie fila scienziati, biologi, storici, sociologi, tecnologi ingegneri, gente comune e anche qualche genio, come Ray Kurzweil. Tutti convinti assertori di quella che Francis Fukuyama, professore di economia politica internazionale alla Johns Hopkins School e membro del Consiglio del presidente degli Stati Uniti d'America sulla Bioetica, ha definito come "l'idea più pericolosa del mondo: la liberazione della razza umana dai suoi vincoli biologici".

Incuriositi e affascinati, abbiamo così pensato di approfondire l'argomento con Riccardo Campa, professore di Sociologia della scienza all'Università di Cracovia, nonché presidente dell'Associazione
italiana transumanisti.

Prof. Campa cos'è il transumanesimo?

Il transumanesimo è un movimento intellettuale e culturale che propone l'alterazione della condizione umana attraverso la ragione e la tecnologia. Sul piano storico, il transumanesimo può essere descritto come un'estensione dell'umanesimo. In aggiunta agli obiettivi della tradizione umanistica - longevità, salute, giovinezza, forza, ricchezza, intelligenza, conoscenza, coraggio, benessere e felicità - vengono infatti affiancate scienze evolute come l'ingegneria genetica, la cibernetica, la robotica e la nanotecnologia, che rappresentano i mezzi con i quali raggiungere gli scopi prefissi.

Ci faccia però capire bene: cosa esattamente, dello stato attuale della natura dell'uomo, non vi piace?

Quello che non piace ai transumanisti è uguale a quello che non piace alle persone ragionevoli: morte, malattia, invecchiamento, debolezza, povertà, stupidità, ignoranza, codardia, sofferenza, infelicità. Certi integralismi religiosi si presentano come unici autentici portatori di etica e poi ci propongono questa lista di "schifezze" come valori. Se una persona ha un minimo di buon senso deve riconoscere che questi non sono valori ma disvalori e che è ragionevole fare tutto il possibile per migliorare se stessi e aiutare il prossimo piuttosto che accettare passivamente la condizione umana. Questo non significa che debba essere discriminato chi è vecchio e malato (tutti lo saremo) o che debba diventare un'ossessione la propria crescita fisica e intellettiva. Ma arrivare a capovolgere la realtà, indicando come valori etici la negazione delle virtù, è davvero grottesco. Se c'è una persona debole (in tutti i sensi sopra descritti), non le rendiamo un buon servizio indebolendo per solidarietà tutte le persone che le stanno intorno, ma aiutandola a diventare forte. La verità è che un cittadino debole fa comodo alle élite politiche e religiose che vogliono dominarlo. L'alterazione della natura umana viene quindi presentata negativamente da politici, religiosi e mass media, diventando "manipolazione". In realtà, un'alterazione che vada nel senso da noi prospettato non è altro che "miglioramento".

E la tecnologia è la navicella che ci trasporterà verso un tipo di umanità più evoluta?

Sì, esattamente. Ma è bene precisare che l'umanità non è "una cosa" data una volta per tutte. "Umanità" è un termine che indica, in modo approssimativo, uno stadio del processo evolutivo. Era umano l'Homo Habilis come lo è l'Homo Sapiens Sapiens. Eppure la differenza tra i due esseri è notevole. Anche senza transumanisti e senza tecnologia, l'umanità è comunque destinata a cambiare e divenire qualcos'altro. Che cosa non si sa, perché se non mettiamo in gioco la ragione è evidente che ci affidiamo al caso.

Quando si parla di transumanisti salta sempre fuori l'"uploading". Può spiegarci cos'è e in cosa consiste?

L'uploading è il trasferimento di una mente umana in una macchina pensante. Al momento, però, è solo una speranza. Sappiamo che è possibile trasferire informazione da cervelli biologici a macchine
elettromeccaniche e viceversa, e questo fa ben sperare che l'intera coscienza possa un giorno essere "scaricata" dalla scatola cranica al computer. Mi rendo conto che questa ipotesi al lettore tecnofobico potrebbe apparire inquietante più che affascinante. Per noi transumanisti è invece una speranza, perché significherebbe la sconfitta definitiva della morte. Immaginiamoci centenari e morenti in un letto d'ospedale. La scelta è tra l'annullamento definitivo del nostro essere e il trasferimento della parte più importante di esso - la coscienza con tutti i ricordi - in un nuovo corpo. Io non avrei dubbi. Preferirei vivere. Tra l'altro un corpo robotico potrebbe durare millenni e non ha bisogno di ossigeno, quindi mi permetterebbe di vivere su altri pianeti, liberandomi anche della prigionia planetaria. Non che il corpo che ho mi dispiaccia. Ma onestamente non è gran cosa: è fragile, mutevole e si deteriora troppo rapidamente. Naturalmente con l'uploading stiamo sconfinando nella fantascienza, ma, restando ai dati di fatto, abbiamo per esempio il BrainGate che già testimonia la possibilità della fusione uomo-macchina. A quattro persone paralizzate è stato praticato un foro nella scatola cranica e un microchip è stato collegato direttamente alla parte del cervello che presiede le funzioni motorie. Grazie al dispositivo ora possono accendere e spegnere la luce o leggere l'e-mail senza muovere un dito. Loro sono già transumani e suscitano l'ammirazione di tutti noi per la forza d'animo e la volontà di trascendere i limiti che la natura e il destino gli hanno imposto.

Il prossimo passo dell'evoluzione sarà il post-human?

In un certo senso i postumani esistono già. Sono tutti coloro che vivono grazie a macchine. I cardiopatici con bypass sono cyborg per esempio. Naturalmente, la post-umanità cui aspirano i transumanisti è centrata sul potenziamento artificiale e non solo sulla riparazione dei danni. In questa prospettiva sono post-umani tutti gli umani vaccinati, perché hanno potenziato artificialmente le proprie difese immunitarie. Si tratta di aggiungere altre qualità a quelle già acquisite. Quando gli impianti cibernetici potenzianti, che già esistono, saranno messi sul mercato, potremo acquisire nuove facoltà sensoriali, come quelle dei delfini e dei pipistrelli, e percepire la presenza di ostacoli al buio o alle spalle. Un esperimento in tal senso è già stato effettuato con successo dallo scienziato inglese Kevin Warwick. Tuttavia, il sogno è poter inserire direttamente informazioni, immagini, suoni nel proprio cervello. Gli esperimenti in corso confermano che è questione di anni.

Ossia?

Il salto evolutivo avverrà in questo secolo. La legge di Kurzweil (un'estensione della legge di Moore) indica infatti che nel Ventunesimo secolo avremo ventimila anni di progresso al tasso di progresso del Ventesimo secolo. Il transumanista è l'umano che è uscito dal gregge in questo frangente storico e, invece di avere nostalgia del passato, ha nostalgia del futuro. Al contrario di quello che molti pensano, si aprirà uno spazio alla differenziazione più che all'omologazione. Così come in un computer ci sono l'hardware e il software, nell'uomo ci sono il cervello e le idee. Se miglioriamo l'hardware dell'uomo (per esempio facendo nascere tutti più intelligenti con l'eugenetica) apriamo una possibilità alla differenziazione. Il post-umano è destino perché la tecnologia non può essere fermata come invece vorrebbero i fondamentalisti verdi e religiosi.

Ma l'uomo di domani sarà migliore di quello di oggi?

Sarà migliore se la nostra battaglia avrà successo. Oggi gli uomini si somigliano spaventosamente sul piano della personalità. Nelle Filippine sono tutti cattolici, in Arabia tutti musulmani, in India induisti. Com'è possibile? Sono stati programmati (o plagiati) tramite l'educazione familiare e statale, che è molto più potente di un intervento eugenetico sull'hardware perché tocca il software, la coscienza. Se la religione, la cultura, la lingua fossero davvero scelte individuali le variazioni dovrebbero essere random. In realtà, sono solo le persone più intelligenti a effettuare una vera scelta ponderata tra le diverse opportunità. E' chiaro quindi che aumentando il livello generale d'intelligenza si genera maggiore variazione e maggiore desiderio di libertà. Questo non piace, ancora una volta, a chi detiene le leve del potere politico e religioso, che si esercita meglio su una popolazione stupida, omologata e plagiata. L'individuo post-umano troverà estremamente fastidiosi i concetti di nazione, razza, religione rivelata, perché essendo più intelligente vorrà pensare con la propria testa. Vorrà davvero scegliere come, dove e quanto vivere.



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