Transumanesimo
di Julian Huxley (1957)
Da "Nuove bottiglie per vino nuovo" ("New Bottles for New Wine"), Londra,  Chatto & Windus, 1957, pp 13-17

Un articolo del 1957 rivela Julian Huxley come un antesignano del transumanesimo e, probabilmente, come colui che ha coniato il termine stesso.

L'articolo originale (inglese)

La conseguenza di un miliardo di anni di evoluzione è che l'universo sta diventando cosciente di sé, in grado cioè di comprendere qualcosa del proprio passato e del proprio possibile futuro. Questa autoconsapevolezza cosmica si sta realizzando in un frammento molto piccolo dell'universo: alcuni di noi esseri umani. Forse è stato realizzato anche altrove, con l'evoluzione di creature coscienti sui pianeti di altre stelle, ma su questo nostro pianeta non mai è accaduto prima.

L'evoluzione, su questo pianeta, è la storia della realizzazione di sempre nuove possibilità da parte di ciò di cui la Terra ed il resto dell'universo sono fatti: vita; forza; velocità; consapevolezza; il volo degli uccelli e le regole sociali di api e formiche; l'emergere della mente, molto prima dell'arrivo dell'uomo, insieme alla creazione di colore e bellezza, alla comunicazione, alle cure materne e agli albori di intelligenza e comprensione. Infine, negli ultimi battiti dell'orologio cosmico, qualcosa di completamente nuovo e rivoluzionario: gli esseri umani, con la loro capacità per il pensiero astratto e la comunicazione verbale, per la consapevolezza di sé e dei propri obiettivi, per l'accumulare e il  condividere esperienze. Non dimentichiamo, infatti, che la specie umana è tanto radicalmente differente dalle forme di vita unicellulari vissute un miliardo di anni orsono, quanto queste erano radicalmente diverse da un frammento di pietra o di metallo.

La nuova comprensione dell'universo è dovuta alle scoperte ammassate negli ultimi cento anni da psicologi, biologi, archeologi, antropologi, storici e altri scienziati. Essa ha definito la responsabilità ed il destino dell'uomo: agire per conto del resto del mondo nel realizzarne il più possibile le inerenti potenzialità.

È come se l'uomo improvvisamente fosse stato nominato direttore dell'azienda più importante al mondo, chiamiamola l'azienda dell'evoluzione, senza averlo chiesto, senza avvertimento e senza una preparazione adeguata. Come non bastasse, non può rifiutare l'incarico. Che lo desideri o meno, che si renda conto di cosa stia facendo o meno, è lui che in pratica determina l'orientamento futuro dell'evoluzione su questo pianeta. Questo è il suo destino inevitabile e prima se ne renderà conto e comincerà a credere in esso, meglio sarà per tutti.

L'essenza di questo incarico è di raggiungere la più completa realizzazione possibile delle potenzialità dell'uomo, come individuo, come comunità e come specie, nel corso di quell'avventura che è la nostra processione lungo i corridoi del tempo. Ogni uomo inizia il proprio viaggio come un granello di potenzialità, un ovulo sferico e microscopico. Durante i nove mesi prima della nascita, esso si dispiega automaticamente in un miracolo di organizzazione: dopo la nascita, oltre alla continuazione automatica di crescita e sviluppo, l'individuo comincia a realizzare le proprie capacità mentali, sviluppando personalità e talenti, acquisendo conoscenza e abilità di vario genere e facendo infine la propria parte nella società. Questo processo non è automatico o predeterminato e può procedere in direzioni molto diverse a seconda delle circostanze e degli individui. Il livello di realizzazione delle potenzialità può essere più o meno completo e il risultato finale può essere soddisfacente o meno: in particolare, lo sviluppo della personalità può fallire catastroficamente. Una cosa è certa: una personalità ben sviluppata e ben integrata è il più alto prodotto dell'evoluzione, la realizzazione più completa di cui siamo a conoscenza nell'universo.

La prima cosa che la specie umana deve fare per prepararsi per l'incarico cosmico che gli è stato assegnato è di esplorare la natura umana, per scoprire quali siano le possibilità e, naturalmente, quali i limiti, e se questi siano inerenti o imposti dalla realtà della natura esterna. Abbiamo ormai completato l'esplorazione geografica della terra e abbiamo spinto l'esplorazione scientifica della natura, sia organica che inorganica, al punto che le sue caratteristiche principali ci sono ormai chiare, ma l'esplorazione della natura umana e delle sue relative potenzialità è appena cominciata. Un Nuovo Mondo di possibilità inesplorate aspetta il suo Cristoforo Colombo.

I grandi uomini del passato ci forniscono un'indicazione di cosa sia possibile per quanto riguarda carattere, sviluppo intellettuale, spirituale e creatività. Ma queste sono solo vaghe indicazioni.
Dobbiamo esplorare e mappare l'intero territorio delle potenzialità umane, così come abbiam fatto per la geografia fisica. Come generare nuove possibilità per la vita di tutti i giorni? Cosa possiamo fare per sviluppare le capacità latenti dell'uomo e della donna comuni per conoscenza ed estasi; per insegnare alla gente le tecniche necessarie per l'esperienza spirituale (dopo tutto, è possibile acquisire la tecnica per ballare o giocare a tennis, quindi perchè non quelle per raggiungere la  pace spirituale o l'estasi mistica?); per sviluppare i talenti naturali e l'intelligenza dei bambini, invece di frustrarli e distorcerli? Sappiamo che pittura e riflessione, musica e matematica, recitazione e scienza possono divenire qualcosa di molto reale per ragazzi e ragazze ordinari, se i metodi adatti sono utilizzati per metterne in evidenza le potenzialità. Stiamo cominciando a renderci conto che persino la gente più fortunata vive ben al di sotto delle proprie capacità e che la maggior parte degli esseri umani sviluppano non più di una piccola frazione della propria efficienza mentale e spirituale. La razza umana è circondata da una enorme area di potenzialità non realizzate, una sfida al nostro spirito di esplorazione.

Le esplorazioni scientifiche e tecniche hanno dato all'uomo comune, in qualunque parte del globo, una nozione delle possibilità fisiche. Grazie alla scienza, i diseredati iniziano a realizzare che sottonutrizione o malattie croniche non sono inevitabili e che nessuno deve essere privato dei benefici delle applicazioni tecniche e pratiche della scienza.

Gran parte del malcontento nel mondo è in gran parte dovuto a questa nuova convinzione. La gente è determinata a non tollerare un livello al di sotto della norma, per quanto riguarda la propria salute fisica e il proprio standard di vita, ora che la scienza ha rivelato la possibilità di migliorare entrambi. Questo malcontento produrrà alcune conseguenze sgradevoli prima di scomparire, ma è essenzialmente un fattore positivo, una forza dinamica che non sarà placata fino a quando non avrà posto i fondamenti fisiologici del destino umano.

Una volta esplorate le potenzialità di consapevolezza e carattere e quando tale conoscenza sarà divenuta comune, una nuova fonte di malcontento apparirà. La gente si renderà conto e si convincerà che, con le adeguate misure, nessuno dovrà più essere privato di un livello di soddisfazione totale, o essere condannato ad un livello di soddisfazione inferiore alla media. Anche questo processo, agli inizi, avrà dei risvolti spiacevoli, ma avrà infine un effetto positivo. Comincerà distruggendo le idee e le istituzioni che ostacolano la realizzazione delle nostre potenzialità (o che ne neghino la fattibilità) e procederà con, come minimo, un primo tentativo di realizzazione del vero destino umano.

Fino ad ora, la vita umana è stata, generalmente, come descritta da Hobbes: "crudele, brutale e corta". La stragrande maggioranza degli esseri umani (se non sono morti nell'infanzia) sono infelici, per un motivo o per l'altro: povertà, malattia, sfruttamento, crudeltà, oppressione. Hanno tentato di alleggerire tale fardello con ideali e speranze. Il problema è che le speranze sono state generalmente ingiustificate e che gli ideali si sono generalmente dimostrati inadatti alla realtà circostante.

Solo un'energica esplorazione scientifica delle possibilità e delle tecniche necessarie alla loro realizzazione renderà razionali le nostre speranze e adatti alla realtà circostante i nostri ideali,
dimostrando cosa sia effettivamente realizzabile. Già possiamo dirci convinti dell'esistenza di queste lande inesplorate e del fatto che limiti e frustrazioni odierne potrebbero essere superati. Siamo
giustificati nella convinzione che la vita umana, così come la conosciamo, altro non è che un disgraziato compromesso, fondato sull'ignoranza, che potrebbe essere superato e rimpiazzato da una condizione basata su conoscenza e intendimento, così come il nostro moderno controllo della natura fisica, basato sulla scienza, ha rimpiazziato i primitivi esperimenti dei nostri antenati, radicati come essi erano nella superstizione e nella segretezza dei loro praticanti.

Per realizzare tutto ciò, dobbiamo studiare le possibilità di creare un ambiente sociale più favorevole, così come abbiamo fatto in larga misura con il nostro ambiente fisico. Dovremo partire da nuove premesse, per esempio, che la bellezza (qualcosa da apprezzare e di cui essere fieri) è indispensabile e quindi che le città brutte o deprimenti sono immorali; che la qualità della gente, non la quantità, è ciò su cui  dobbiamo puntare e quindi che una politica concordata è necessaria ad evitare che la presente crescita demografica risulti nella distruzione delle nostre speranze per un mondo migliore; che la vera  conoscenza e la soddisfazione personale sono posititivi di per sé, così come sono attrezzi utili per adempiere compiti specifici, o per  rilassarsi da compiti specifici e che quindi dobbiamo esplorare e rendere completamente disponibili le tecniche di educazione e di autoeducazione; che la soddisfazione più profonda si ottiene da una vita interiore profonda ed integra e che quindi dobbiamo esplorare e mettere a disposizione di tutti le tecniche di sviluppo spirituale; e, soprattutto, che esistono due parti complementari del nostro destino cosmico: una è rappresentata dalle nostre obbligazioni verso noi stessi, e si manifesta tramite la realizzazione ed il godimento delle nostre capacità. L'altra è rappresentata dalle nostre obbligazioni verso gli altri e si realizza nel servizio alla Comunità, nella
promozione del benessere delle generazioni a venire e nell'avanzamento della nostra specie in generale.

La razza umana può, se desidera, trascendere se stessa, non in maniera sporadica, un individuo qui, in un modo, un individuo là, in un altro modo, ma nella sua totalità, come umanità. Abbiamo bisogno di un nome per questa nuova consapevolezza. Forse il termine transumanesimo andrà bene: l'uomo che rimane umano, ma che trascende se stesso, realizzando le nuove potenzialità della sua natura umana,  per la sua natura umana.

"Io credo nel transumanesimo": quando saremo in numeri sufficienti ad affermare ciò con convinzione, la specie umana sarà sulla soglia di nuovo genere di esistenza, tanto diverso dal nostro quanto il nostro è diverso da quello dell'Uomo di Pechino. E' allora che vedremo la cosciente realizzazione del nostro reale destino.


Estropico