Nostro Signore del Bit. Il "Punto Alfa" - Appunti per un modello di "dio cibernetico".
di Giuseppe Vatinno (g.vatinno@agora.it)

Coscientizzare l'universo?

Fred Hoyle, astrofisico e famoso scrittore di fantascienza, scrisse negli anni cinquanta dello scorso secolo, un romanzo [1] in cui si descriveva l'incontro tra una mente interstellare evoluta e cosciente e la civiltà terrestre.

Scienza e tecnologia, sia nelle loro accezioni pratiche che teoriche, rifuggono l'idea della metafisica intesa come una regione "aldilà" delle possibilità investigative della scienza.

Movimenti filosofici come il Transumanesimo e l'Estropia hanno fatto della rinuncia ai dogmi rivelati la loro caratteristica discriminate;infatti, nella loro ottica, non c'è bisogno di un "dio", di una metafisica o di una filosofia "esterna" per spiegare l'universo: tutto avviene "dentro" il quadro dell'universo fisico teoricamente tutto accessibile agli  strumenti dell'investigazione scientifica. Ogni tanto, sempre in questi movimenti, compaiono tentativi di commistione tra aspetti scientifico - razionali e le religioni rivelate (vedi ad esempio il "Cristianesimo transumanista"). Tuttavia, si tratta di ibridizzazioni che sono comunque determinate, cioè portano il marchio, di un dogma che risulta difficilmente compatibile e declinabile alla razionalità.

Noi qui vogliamo invece incominciare a delineare un'ipotesi di "dio" visto come fine ultimo dell'evoluzione tecnologica in un processo di "coscientizzazione" progressiva dell'intero universo nella cornice della grande battaglia tra le forze estropiche e quelle entropiche, e cioè tra le forze legate all'"ordine" e quelle legate al "disordine."

Iniziamo intanto col togliere l'immenso valore emotivo (e spesso fuorviante) che l'idea di un dio richiama inevitabilmente anche nei pensatori più accorti. Chiamiamo quindi questa ipotesi di evoluzione tecnologica finale "Punto Alfa", intendendo con ciò che tale punto di arrivo costituisce una struttura di tipo cibernetico che è sicuramente in  relazione duale con i concetto classico di un "Ente" onnipotente, onnisciente, onnipresente e così via, qualità elencando. Ebbene proprio partendo da quelle che sono le "qualità" classiche che deve possedere tale Ente assoluto possiamo cercare di modellare una struttura cibernetica globale ed autocosciente che riassuma in sé proprio tali qualità che possono essere distintive dell'idea di un "dio".

Verso una nuova morale tecnologica

Infatti, la lotta che avviene dall'inizio dei tempi tra le forze -lo ripetiamo- del disordine e cioè entropiche e quelle dell'ordine, cioè estropiche può essere interpretata come una lotta, come un conflitto tra un certo concetto di "male" e  un certo concetto di "bene". In pratica possiamo ridefinire una sorta di "morale evolutiva" nel seguente modo. Nell' "etica cibernetica" possiamo identificare il concetto di "bene" con tutto ciò che favorisce l'evoluzione di forme ordinate e quindi sempre più autocoscienti mentre il "male" è ciò che favorisce le forme disordinate e quindi meno coscienti.

In questa ottica occorre anche riesaminare i concetti di "bene" e "male" classici: il "bene" è -nella nostra epoca (diciamo da 2000 anni a questa parte) in generale associato alla disponibilità di apertura verso la società. Il "bene" è quindi identificato con l'altruismo, mentre di converso, il "male" è l'egoismo e la chiusura dell'individuo in se stesso. Invece , nell'ottica della "morale cibernetica" abbiamo visto che il bene è l'evoluzione e il "male" l'involuzione. Ecco quindi che il bene e d il male classici possono in realtà cooperare per il "bene cibernetico", in  una ottica più completa e sicuramente lungimirante, evitando anche difficili dilemmi metafisici di coesistenza di queste due tendenze. Infatti, sia l'altruismo che l'egoismo fanno parte di una ben determinata strategia evolutiva volta a garantire la sopravvivenza della complessità a discapito della semplicità.

In un certo senso, volendo dare una immagine di tipo poetico piuttosto forte, potremmo dire che il santo e il criminale sono alleati contro il sasso, simbolo comunque dell'involuzione e della semplicità minerale. Ecco quindi che, come già studiato dai neodarwinisti, sia i comportamenti altruistici che quelli egoistici servono entrambi alla causa dell'evoluzione. Infatti, senza alleanze sociali infatti ci sarebbero maggiori pericoli che l'individuo dovrebbe affrontare mentre senza l'egoismo la struttura energetica biologica soccomberebbe rapidamente alle forze entropiche esterne, che spingono per la disgregazione.

C'è però da dire che mentre le tendenze egoistiche sono risultate determinanti nella prima fase evolutiva umana, quando c'era in gioco la sopravvivenza materiale, le tendenze altruistiche e -più specificatamente- cooperative sono emerse in una seconda fase, legata -grazie allo sviluppo della scienza e della tecnica- al soddisfacimento di bisogni meno materiali. Si noti anche come, in questa ottica, vi sia stata una pari trasformazione delle religioni da un concetto di divinità sanguinarie e vendicative ad un concetto di un Dio di amore e perdono.

Progresso continuo

In questa accezione di tipo futurizzante, transumanista, se non più propriamente estropica, ecco che tutto l'universo evolve e "lotta" per divenire sempre più complesso ed autocosciente. Il grandioso teatro di questo scontro tra forze opposte è nientemeno il cosmo stesso ed il premio finale addirittura l'immortalità. Quella che racconto potrebbe essere quindi vista come una sorta di  mitologia cibernetica in cui un novello Prometeo sfida l 'ignoto per vincerlo. Il fine di tutta l'evoluzione, qualora le forze estropiche vincessero, sarebbe proprio un universo coscientizzato, e cioè quello che abbiamo chiamato "Punto Alfa" che controllerebbe, tramite la tecnologia, l'interezza della materia e delle sue leggi.

Ed avrebbe quindi tutte le proprietà che gli uomini hanno attribuito all'idea di dio.

Il Punto Alfa

L'esito finale del processo evolutivo sarebbe quindi un "essere" completamente cosciente e controllante ogni più piccolo dettaglio, ogni più piccolo atomo fisico e bit di informazione [2]. Tramite il controllo dello spazio-tempo avrebbe anche la possibilità di interagire con il passato ed il futuro [3]. Avrebbe infine domato le forze entropiche e vivrebbe in una infinita autocoscienza. Utilizzerebbe la perfetta e completa conoscenza di tutte le forze della natura rappresentando, di fatto, un'unità autocosciente in sommo grado. Inoltre, a supporto di questa audace ipotesi, possiamo considerare il fatto che avendo a disposizione un'eternità di tempo, tutti gli stati di configurazione della materia fisica si devono essere presentati una infinità di volte. E quindi, prima o poi, la complessità [4] sarà giunta fino a generare le condizioni di esistenza del Punto Alfa. E' quello che in matematica si chiama teorema ergodico.

Ma… l'energia?

Tuttavia si pone il problema del secondo principio della termodinamica e del degrado della strutture biologiche.

Per combattere l'entropia occorre energia ed attualmente questa energia deriva proprio dall'espansione accelerata dell'universo. Una forza enorme sta gonfiando ed espandendo l'universo. Tale energia è fonte di ordinamento ed ordina ed è insita nelle forze della natura e può battere le tendenze entropiche. Non sappiamo molto di questa forza ma sappiamo che c'è e che probabilmente salverà l'universo dalla cosiddetta morte termica cioè dal suo congelamento finale [5]. Ecco quindi che l'esistenza e la continuità del "Punto Alfa" dipenderà dalla sua capacità di  conoscere e sfruttare l'energia oscura che sta dietro a questo immenso meccanismo. Solo grazie all'energia esterna si può evitare la distruzione finale. Tale energia sarà finita o forse infinita? Questo non lo sappiamo ancora. Forse quello che gli uomini chiamano dio o "Punto Alfa". Non è altro che il risultato cosmico di questa grandiosa trasformazione energetica.

La teologia come termodinamica

In questa ottica energetica possiamo quindi ridurre o ricondurre la teologia classicamente intesa come lo studio di Dio alla "termodinamica del Punto Alfa", intesa come lo studio -questa volta puramente scientifico- della termodinamica dei sistemi ad infiniti gradi di libertà esistenti da un tempo infinito. Freeman Dyson, noto fisico e futurizzante, si definisce, a tal proposito, "sociniano" intendendo cn questo termine il movimento filosofico della "teologia naturale", fondato da Fausto Paolo Sozzini (1539 - 1604) che crede in un Dio né onnipotente né onnisciente ma che "impara" dallo sviluppo della natura. Le proprietà assolute di Dio emergono proprio dalla doppia richiesta di infinitezza spaziale e temporale. Studiando e sviluppando la termodinamica di un tale sistema -di fatto- noi studiamo quella che è la teologia intesa nell'accezione precedente, come studio di dio.

La metafisica cibernetica e la metafisica propriamente detta

Per terminare questo breve saggio voglio però sottolineare che il campo di indagine della scienza e della tecnologia non ha nulla a che vedere con l'idea metafisica di un Dio effettivamente trascendente la realtà umana ed il mondo sensibile. In questa ottica, infatti, ho solo portato a conclusione ed a effetto logico delle premesse e delle tendenze già presenti, tutt'ora, nella società umana del XXI secolo. E quindi non voglio, con questa esposizione, contrastare la sensibilità religiosa di chi, per fede, crede in un Essere Supremo.


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Note

[1] "La Nuvola nera", Universale Feltrinelli 2003.
[2] Si veda, a tal proposito, l'opera filosofica del gesuita Pierre Teilhard de Chardin (1881 - 1955) e, segnatamente, "Il fenomeno umano", Queriniana, Brescia, 2001.
[3] Si veda Paul Davies, "Costruire costruire una macchina del tempo", Mondadori 2003.
[4] Si potrebbe pensare ad un sorta di "teorema ergodico" (possiamo semplificare tale enunciato affermando che un sistema prima o poi ripropone infinite volte la stessa configurazione dinamica se ha a disposizione un tempo infinito)-  espresso per il sistema del Punto Alfa, cioè lo studio delle proprietà dinamiche di un sistema ad infiniti gradi di libertà spazio -temporali.
[5] In realtà, anche senza la scoperta dell'accelerazione dell'espansione, si può mostrare che la morte termica dell'universo non dovrebbe avere luogo. Infatti, "l'entropia reale di un universo che si espande eternamente aumenta di continuo nel corso del tempo, ma la massima entropia possibile di un universo contenente la stessa quantità di materia aumenta in modo più rapido". Cfr. John D. Barrow, "Le origini dell'universo", 1995, Sansoni editore


Bibliografia

Davies Paul, "Dio e la nuova fisica", Oscar Saggi 1994
John D. Barrow, "Le origini dell'Universo", Sansoni Editore, Roma 1995
F. Dyson, "Infinito in ogni direzione" Rizzoli 1989
F. Dyson, "Il genoma ed Internet", Boringhieri 2000
Pantheism, su Principia Cybernetica
God, su Principia Cybernetica



Estropico