Ribelli anti-futuro

La nascita del movimento anti-tecnologico mondiale

La versione integrale in inglese

L'articolo di Ronald Bailey su Reason parte da una dichiarazione di Francis Collins (direttore del Human Genome Project): "I  movimenti anti-tecnologia diverranno una realtà importante in America ed altrove entro il 2030". Purtroppo, Collins ha sbagliato la sua previsione di circa trent'anni. Il movimento internazionale anti-tecnologia è già fra noi ed in futuro la sua data di nascita potrebbe essere associata al recente "Forum e Seminario Internazionale su Globalizzazione e Tecnologia" in New York. 1400 persone si sono presentate per ascoltare interventi di Kirkpatrick Sale, Jeremy Rifkin, Jerry Mander, Andrew Kimbrell, Paul Hawken, Pat Roy Mooney, Mae-Wan Ho and Vandana Shiva, cioé di alcuni dei più famosi tecnofobi in esistenza, alcuni dei quali descrivono sé stessi, apertamente ed orgogliosamente, come luddisti… L'obiettivo della conferenza, dice l'organizzatore Jerry Mander famoso per libro "Quattro ragioni per abolire la televisione", era quello di "mettere in contatto il popolo di Seattle con i principali intellettuali anti-tecnologia, diciamo pure luddisti" .

L'articolo procede descrivendo ciò che il movimento anti-tecnologia più ama odiare: la biotecnologia.  Ormai però anche la nascente nanotecnologia ha raggiunto un livello di fama sufficiente per attirare l'attenzione dei luddisti. Quello che sopportano, sostanzialmente, è l'innovazione. Ogni volta che un oratore ha lanciato dal palco frasi come "possono spostare geni da una specie all'altra!" oppure "stanno brevettando i geni"  oppure "hanno 1,200 brevetti nanotecnologici", il pubblico ha reagito con mormorii di stupore e disapprovazione (pare che non molti fra i presenti abbiano letto i giornali di recente… commenta, ironico, Bailey). "Loro",  naturalmente, sono le odiate, perfide multinazionali.

Di cosa hanno paura?

Della "relazione simbiotica fra tecnologia e affari"; dell'internet, che "sta rendendo possibile la più grande concentrazione di potere delle corporazioni nella storia"; della biotecnologia e della sua sorellina, la nanotecnologia: "con queste tecnologie nulla sfuggirà al controllo del business. Permetteranno la completa "bionicizzazione" della società " ha dichiarato Mander. Rich Hayes, attivista anti-biotecnologie, ha paura dello "sviluppo e uso di tecniche genetiche che cambieranno irrevocabilmente la vita umana e destabilizzeranno l'identità e la funzione umana." Come non bastasse, e per Hayes altrettanto preoccupante, "sta nascendo un movimento politico-ideologico che sostiene un futuro post-umano e tecno-eugenico". L'oratore cita specificamente la rivista americana Reason come portabandiera del fronte pro-biotecnologia.

Pat Mooney, della RAFI (una fondazione canadese per l'avanzamento del Canada rurale) ha parlato della nanotecnologia in un modo che avrebbe riempito di orgoglio qualunque scienzato o futurologo e fatto venire l'acquolina in bocca ad ogni lettore di fantascienza: "Stanno cercando di creare nano-assemblatori che potrebbero costruire qualunque cosa. Potresti usare come materie prime materiali presi dalle fogne, dall'aria, dall'acqua, qualunque cosa, per costruire quello che vuoi." Il problema è che, secondo Mooney, tale scenario sarebbe "terrificante"!

Anche la telematica non è amata: "I computer stanno colonizzando tutta la tecnologia" sostiene Chet Bowers. Egli pensa che "i computer cambiano profondamente il nostro modo di pensare e, inevitabilmente, riducono la nostra abilità di capire la natura e le culture diverse dalla nostra". Non stupisce quindi che la visione di Hans Moravec di un futuro in cui sarà possibile "uploadare" la mente umana in un computer non sia condivisa da Bowers… (per informazioni, vedi la pagina Mind Uploading di Estropico).

Quali sono gli obiettivi del nascente movimento anti-tecnologico?

Innanzitutto, organizzarsi. Praticamente tutti gli oratori hanno lanciato appelli per unire movimenti e gruppi disparati, dai verdi ai pacifisti agli oppositori della globalizzazione, in uno sforzo comune per il blocco dello sviluppo delle odiate nuove tecnologie. Rich Hayes ha chiesto "il bando immediato e a livello mondiale della clonazione umana a scopo riproduttivo, della manipolazione dei geni che passiamo ai nostri figli" nonché ulteriori restrizioni e regolamentazioni di tutte le altre tecnologie di genetica che abbiano a che fare con l'uomo. Il soggetto della manipolazione delle cellule germinali (quelle attraverso le quali "passiamo i nostri geni ai nostri figli") è certamente controverso. Un paio di domande per Mr. Hayes, verrebbero spontanee: per quale motivo impedire ad una coppia di genitori portatori di una grave malattia ereditabile di avere figli sani attraverso la manipolazione genetica? Con quale diritto egli assume l'autorità di decidere come gestire la vita di costoro? L'impressione è che i diritti dell'individuo e della famiglia di decidere come vivere la propria vita siano per Mr Hayes subordinati ai propri obiettivi anti-tecnologia.

Jeremy Rifkin, probabilmente l'alfiere del nascente movimento neo-luddista, ha proposto "un bando a livello mondiale, nessun rilascio nell'ambiente di OGM (organismi geneticamente modificati)". Rifkin vorrebbe "proibire i brevetti su geni, tessuti, cellule, organi, organismi" e propone una tassa mondiale su terapie genetiche e medicinali prodotti con mezzi biotecnologici. I soldi ottenuti a questo modo dovrebbero essere distribuiti al terzo mondo.

L'attivista Stephanie Mills ha sostenuto l'uso del "precautionary principle" (letteralmente, il principio precauzionale), cioé l'idea che un nuovo sviluppo tecnologico o scientifico debba provare di non avere un impatto negativo prima di essere utilizzato. Sembra un'idea semplice e ragionevole, ma se applicata nel modo estremistico sostenuto alla conferenza, ogni innovazione verrebbe considerata colpevole finché non provata innocente, con il conseguente rallentamento del progresso tecnologico e scientifico… cioé esattamente quello che la Mills vuole. Martin Teitel, un filosofo che dirige un gruppo anti-biotecnologia chiamato il Council for Responsible Genetics, ha chiarito meglio il concetto e reso fin troppo chiari gli obiettivi finali del movimento:  alla domanda "Come può uno scienziato dimostrare che un raccolto modificato geneticamente è completamente sicuro senza poterlo piantare in un campo, come richiesto dal principio precauzionale?" ha risposto che a lui questa situazione assurda non dispiace, anzi:  "per ragioni politiche, non posso andare in giro a dire che voglio stroncare questa tecnologia, per cui è meglio se dico qualcosa come "Bisogna essere certi che sia sicuro prima che venga immesso nell'ambiente". Imporre cioé alle aziende biotecnologiche di dover dimostrare che un OGM non abbia un impatto negativo sull'ambiente, impedendo loro allo stesso tempo gli esperimenti necessari a dimostrarlo (o a provare il contrario!) In pratica, vorrebbe dire che "non possono farlo, punto e basta" Teitel ammette senza pudore. In altre parole, la tattica di Teitel è quella di mentire al pubblico su quelle che sono le sue vere intenzioni. E' questo che insegna ai suoi studenti di filosofia, si chiede lo stupefatto giornalista?

Per fermare l'enorme sviluppo tecnologico in arrivo nei prossimi anni, i neo-luddisti vogliono fermare il processo di integrazione economica mondiale. Il libero scambio commerciale è, naturalmente, anatema. Jerry Mander è arrivato persino a raccomandare il modello economico che negli anni '60 e '70 ha portato sull'orlo della bancarotta la maggioranza delle nazioni in Africa e Sud America, cioé il modello pseudo-autarchico che sostiene che il blocco delle importazioni favorisca le industrie locali. Sembrerebbe anche logico, ma in pratica il risultato è un'economia chiusa, stagnante, senza energia e senza innovazione (cosa di cui si sono infine rese conto le nazioni che avevano adottato tale modello).

Insomma, "Questo è lo scontro del ventunesimo secolo" ha detto Rifkin e, una volta tanto, ha ragione. Sostiene Bailey: "i partecipanti alla conferenza hanno deciso di ignorare i progressi ottenuti dall'umanità negli ultimi cent'anni (se non addirittura gli ultimi mille!). L'allungamento della vita, il miglioramento delle condizioni di vita e l'ambiente più sano che abbiamo creato non sembrano avere nessuna importanza per loro e tanto meno le dinamiche economiche che hanno reso possibili gli sviluppi degli ultimi cent'anni. Le speranze dell'umanità per un futuro senza malattia, fame, ignoranza, povertà e disuguaglianza dipendono dal riuscire a sconfiggere le forze della reazione ignorante, come quelle riunite al Seminario di New York."

"La battaglia per il futuro è cominciata."

Marzo 2001

Estropico