Motori di Creazione - L'Era Prossima della Nanotecnologia
di K. Eric Drexler

Parte Terza: PERICOLI E SPERANZE

Capitolo 11: Motori di distruzione
Capitolo 12: Strategie e sopravvivenza

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Capitolo 11: Motori di distruzione  

La Minaccia delle Macchine
Motori di Potere
Sistemi Affidabili
Strategie per arrivare agli Assemblatori
Il Successo è Possibile?
Non vi è alcun dubbio che l'esercito più formidabile mai visto sulla terra sia quello composto da una sorta di soldati che, per la loro minuscola dimensione, non sono visibili.
- Sir WILLIAM PERRY, parlando dei microbi, 1640

Gli assemblatori-replicatori e le macchine pensanti pongono minacce basilari alla vita sulla Terra. Gli organismi odierni hanno capacità ben lontane dai limiti del possibile, e le nostre macchine stanno evolvendo molto più velocemente di quanto stiamo facendo noi stessi. Appare probabile che nell'arco di poche decadi possano sorpassarci. Se non impareremo a convivere in sicurezza con esse, il nostro futuro sarà tanto eccitante quanto breve. Non possiamo sperare di intuire in anticipo tutti i problemi, ma rivolgendo la nostra attenzione verso le questioni più grandi e più basilari, possiamo forse prevedere le sfide più ardue e ricavare qualche idea su come affrontarle.

Di certo verranno scritti libri interi sugli sconvolgimenti sociali in arrivo: Cosa succederà all'ordine globale quando gli assemblatori e l'ingegneria automatica elimineranno la necessità del commercio internazionale? Come cambierà la società quando gli individui potranno vivere indefinitamente? Cosa faremo quando gli assemblatori-replicatori potranno costruire qualsiasi cosa, o quasi, senza necessità di lavoro umano? Cosa faremo quando i sistemi di IA potranno pensare più velocemente degli umani? (E prima di saltare alla conclusione che la gente dovrà perdere ogni speranza di poter creare o fare una qualsiasi cosa, gli autori di questi libri potrebbero prendere in esame il modo in cui i corridori considerano le automobili, o quello in cui i pittori considerano le macchine fotografiche.)

Di fatto diversi autori hanno già previsto e discusso alcune di queste problematiche. Ognuna di esse è una questione di importanza straordinaria, ma la più fondamentale di tutte è la questione della sopravvivenza della vita e della libertà. Dopotutto, se la vita o la libertà verranno annientate, allora le nostre idee sui problemi sociali non avranno più alcuna importanza.

La Minaccia delle Macchine  

Nel Capitolo 4, ho descritto alcune delle cose che gli assemblatori-replicatori faranno per noi, se li utilizzeremo propriamente. Alimentati da carburanti o dalla luce solare, essi saranno in grado di fabbricare quasi qualunque cosa (incluse altre copie di se stessi) a partire da materiali comuni.
Anche gli organismi viventi sono alimentati da carburanti o dalla luce del sole, ed anche loro possono creare copie di se stessi a partire da materiali ordinari. Ma a differenza dei sistemi basati sugli assemblatori, non possono costruire "quasi qualunque cosa".

L'evoluzione genetica ha limitato la vita a restare vincolata a sistemi basati su DNA, RNA e ribosomi, ma l'evoluzione "memetica" condurrà verso macchine simili a quelle viventi, basate su nanocomputer ed assemblatori. Ho già descritto in che modo le macchine molecolari costruite dagli assemblatori saranno differenti dal macchinario molecolare della vita costruito dai ribosomi. Gli assemblatori saranno in grado di costruire tutto quello che i ribosomi possono costruire, e molto altro ancora; i replicatori basati sugli assemblatori saranno quindi in grado di fare tutto quello che la vita può fare, ed altro ancora. E ciò, da un punto di vista evolutivo, pone una ovvia minaccia alle lontre, alle persone, ai cactus ed alle felci - alla intricata tessitura della biosfera ed a tutto quello che apprezziamo.

I primi computer transistorizzati vinsero ben presto la sfida contro i più avanzati fra i computer a valvole, perché erano basati su dispositivi tecnicamente superiori. Per la stessa ragione anche i più rozzi fra i primi replicatori basati sugli assemblatori potranno vincere sui più avanzati organismi moderni. "Piante" con "foglie" non più efficienti delle odierne celle solari potranno adeguatamente competere con piante reali, affollando la biosfera di un immangiabile fogliame. "Batteri" resistenti ed onnivori potrebbero competere nell'ambiente contro batteri reali: essi potrebbero diffondersi come soffi di polline, replicarsi rapidamente, e ridurre la biosfera in polvere nell'arco di giorni. Replicatori pericolosi potrebbero facilmente essere troppo resistenti, troppo piccoli, e di diffusione troppo rapida perché li si possa arrestare - per lo meno se non ci prepareremo in alcun modo. Abbiamo già abbastanza problemi a controllare i virus o i moscerini della frutta (1).

Fra le persone consapevoli della nanotecnologia, questa minaccia è divenuta nota come il problema della "melassa grigia" (gray goo). Per quanto delle masse di replicatori incontrollati non si presenteranno necessariamente né grigi né melensi, nell'aspetto, il termine "gray goo" sottolinea che replicatori in grado di cancellare la vita potrebbero allo stesso tempo apparire come qualcosa di meno attraente di una unica massa di tubercoli composta da un'unica specie vivente. Pur essendo "superiori" in senso evolutivo, non necessariamente sarebbero qualcosa a cui potremmo attribuire un qualche valore. Ci siamo evoluti per amare un mondo ricco di cose viventi, ricco di idee e di diversità, e non c'è quindi alcuna ragione di apprezzare il gray goo per il solo fatto che esso sarebbe effettivamente capace di diffondersi ubiquamente. Infatti, prevenendo il gray goo, daremo prova della nostra superiorità evolutiva.

La minaccia del gray goo mette perfettamente in chiaro una cosa: non possiamo permetterci certi tipi di incidenti con gli assemblatori che sono in grado di replicarsi.

Nel capitolo 5, ho descritto alcune delle cose che i sistemi avanzati di IA potranno fare per noi se li utilizzeremo propriamente. Nel caso più estremo, essi potranno anche incorporare gli schemi del pensiero e lavorare a ritmi che nessun cervello di mammifero potrebbe eguagliare. Sistemi IA che lavorino assieme, come la gente fa, saranno in grado di capacità di pensiero superiori non solo a quelle degli individui ma anche a quelle di intere società. Ancora una volta, l'evoluzione dei geni ha vincolato la vita a determinati limiti. Ancora una volta, l'evoluzione a cui i memi vengono sottoposti dagli esseri umani, ed eventualmente dalle macchine, farà progredire il nostro hardware ben oltre i limiti della vita. E di nuovo, da un punto di vista evolutivo, tutto questo pone una ovvia minaccia.

La conoscenza accresce il potere ed il potere accresce ulteriormente la conoscenza. A seconda della loro natura e dei loro obiettivi, i sistemi avanzati di IA potrebbero raccogliere abbastanza conoscenza e potere da sostituirsi a noi, se non ci saremo preparati adeguatamente. E come accadrà per i replicatori, la semplice "superiorità" evolutiva non renderà necessariamente i vincitori migliori degli sconfitti, secondo qualsiasi parametro di giudizio che non sia la bruta abilità di competizione.

Questa minaccia mette perfettamente in chiaro una cosa: abbiamo bisogno di trovare modi di vita che siano compatibili con l'esistenza della macchine pensanti, affinché queste possano divenire dei cittadini osservanti delle leggi.

Motori di Potere  

Certi tipi di replicatori e di sistemi di IA potrebbero obbligarci ad un confronto con forme di hardware capaci di azione rapida, efficace ed indipendente. Ma la novità di questa minaccia - proveniente dalle stesse macchine - non dovrebbe renderci ciechi di fronte ad un pericolo ben più tradizionale. Replicatori e sistemi di IA possono anche servire come grandi motori di potere, se adoperati senza freni da stati sovrani.

Lungo l'intera storia umana, gli stati hanno sviluppato tecnologie per estendere il loro potere militare, ed essi senza dubbio giocheranno un ruolo dominante nello sviluppo di replicatori e di sistemi di IA. Gli stati potrebbero sfruttare i replicatori per costruire, rapidamente, facilmente ed in quantità, interi arsenali di armi avanzate. Gli stati potrebbero sfruttare dei replicatori "speciali" in modo più diretto, allo scopo di diffondere una sorta di guerra batteriologica - di un tipo peculiare, basata principalmente su un tipo molto più pratico di "germi", perché programmabili e controllati da dei computer. A seconda delle loro capacità, i sistemi IA potrebbero servire da progettisti di armi, da strateghi o da combattenti (2). Gli stanziamenti militari di fondi supportano infatti ricerche sia nell'ambito delle tecnologie molecolari che in quello dell'intelligenza artificiale.

Gli stati possono sfruttare gli assemblatori o i sistemi avanzati di IA per ottenere progressi radicali repentini e destabilizzanti. Ho precedentemente discusso sulle ragioni per cui c'è da attendersi che l'avvento dei replicatori comporterà trasformazioni relativamente improvvise. Essendo i replicatori capaci di replicarsi repentinamente, potrebbero diventare numericamente abbondanti nell'arco di pochi giorni. Essendo in grado di fare quasi qualunque cosa, potrebbero essere programmati per duplicare armi già esistenti ma costruite stavolta con materiali superiori. Essendo capaci di lavorare con componenti standard e ben compresi (atomi), potrebbero altrettanto rapidamente realizzare cose che siano state progettate precedentemente, prima che si compiesse il passo avanti tecnologico degli assemblatori. I prodotti risultanti dalla progettazione anticipata, potrebbero includere germi programmabili e altre cose malefiche ed inedite. Per tutte queste ragioni, uno stato che realizzi il passo avanti degli assemblatori, potrebbe rapidamente mettere in piedi una forza militare decisiva - se non proprio nell'arco di una notte, quantomeno con una velocità senza precedenti.

Gli stati potrebbero impiegare sistemi di IA altrettanto avanzati per altri scopi analoghi. L'ingegneria automatizzata faciliterà la progettazione anticipata accelerando lo sviluppo degli assemblatori. Sistemi IA capaci di costruire altri sistemi IA ancora migliori, provocheranno una dirompente esplosione della disponibilità di capacità tecniche, con effetti difficili da prevedere. Sia i sistemi IA che gli assemblatori-replicatori doteranno gli stati della possibilità di accrescere le loro capacità militari di diversi ordini di grandezza, nonché in tempi brevi.

I replicatori possono essere più potenti delle armi nucleari: devastare la Terra con le bombe richiede masse di congegni hardware esotici e isotopi rari, ma per distruggere tutta la vita con i replicatori basta un semplice granello composto da elementi ordinari. I replicatori faranno compagnia alle armi nucleari come potenziale causa di estinzione, ampliando la preoccupazione morale per l'estinzione potenziale su di un contesto molto più esteso.

A dispetto del loro potenziale in termini di macchine di distruzione, nanotecnologia e sistemi IA si prestano ad utilizzi molto più subdoli di quelli possibili con le armi nucleari. Una bomba può solo spazzare via le cose. Ma le nanomacchine e i sistemi IA potrebbero essere utilizzati per infiltrare, sequestrare, modificare o governare un territorio o il mondo intero. Anche la polizia più spietata non ha alcuna possibilità d'utilizzo per le armi nucleari, mentre ne ha per cimici elettroniche, droghe, omicidi ed altri meccanismi flessibili di potere. Con la tecnologia avanzata, gli stati saranno in grado di consolidare il loro potere sulla gente.

Come hanno già fatto geni, memi, organismi ed hardware, anche gli stati si sono evoluti. Le loro istituzioni si sono diffuse (con variazioni) grazie a sviluppo, scissioni, imitazioni e conquiste. Gli stati in guerra lottano come belve feroci, ma sfruttando i loro cittadini come ossa, cervelli e muscoli. I prossimi passi avanti tecnologici metteranno gli stati a confronto con nuove pressioni e nuove opportunità, spronando gli stati ad attuare trasformazioni radicali della loro condotta. Per noi, tutto ciò rappresenta, naturalmente, motivo di preoccupazione. Gli stati, storicamente, sono sempre stati degli eccellenti macellai ed oppressori.

Da un certo punto di vista, uno stato è semplicemente la somma delle persone che compongono i suoi apparati organizzativi: le azioni di queste persone si sommano tutte insieme per dar forma alle azioni dello stato. Ma la stessa cosa può dirsi di un cane e delle sue cellule costituenti, eppure un cane è chiaramente ben più di un blocco di cellule. Sia i cani che gli stati hanno evoluto dei sistemi e delle strutture che influenzano il comportamento delle loro parti. Per migliaia di anni i cani si sono in gran parte evoluti per piacere agli uomini, poiché sono sopravvissuti ed hanno potuto riprodursi solo in dipendenza dai desideri umani. Per migliaia di anni anche gli stati si sono evoluti, sebbene sotto pressioni selettive diverse. Gli individui possono esercitare molto più potere sui loro cani che sui "loro" stati. Tuttavia, anche gli stati possono beneficiare del gradimento della gente e la concretezza della loro esistenza dipende dalla loro capacità di usare le persone, siano essi leaders, poliziotti o soldati.

Potrebbe sembrare paradossale dire che la gente ha un potere limitato sugli stati: dopo tutto, non c'è forse la gente dietro ogni azione di uno stato? Ma nelle democrazie i capi di stato si lamentano della loro debolezza di poteri, i deputati si piegano ai gruppi di interessi, i burocrati vengono vincolati ad agire entro le regole, ed i cosiddetti "elettori in carica" maledicono in blocco questo disastro. Lo stato agisce e la gente lo influenza, e tuttavia nessuno può dire di avere controllo su di esso. Negli stati totalitari, l'apparato di potere ha una tradizione, una struttura ed una logica interna che non lascia libero nessuno, né i governanti né i governati. Persino i "re" devono agire secondo modalità limitate dalle tradizioni della monarchia e dalle pratiche del potere, se vogliono restare regnanti. Gli stati non sono umani, per quanto composti da umani.

A dispetto di tutto questo, la storia dimostra comunque che i cambiamenti restano possibili, persino cambiamenti per il meglio. Ma i cambiamenti passano sempre da un sistema semi-autonomo e non-umano ad un altro egualmente non-umano, per quanto più umano. Nella nostra speranza di miglioramento non dobbiamo confondere gli stati che indossano una facciata umana con gli stati dotati di istituzioni umane.

Descrivere gli stati come un quasi-organismo cattura solo un aspetto della complessa realtà, e tuttavia lascia intuire come essi dovrebbero evolvere in risposta ai passi avanti tecnologici in arrivo. La crescita del potere di un governo, che ha il suo spettacolare apice nei paesi totalitari, lascia intuire una direzione.

Gli stati potrebbero diventare più simili agli organismi nel dominare in modo più completo le loro parti. Utilizzando gli assemblatori-replicatori, gli stati potrebbero saturare l'ambiente umano di dispositivi di sorveglianza. Sfruttando l'abbondanza di sistemi IA capaci di comprendere il linguaggio umano, essi potrebbero ascoltare le conversazioni di chiunque senza dover per questo impegnare metà della popolazione come ascoltatori. Utilizzando della nanotecnologia come quella proposta per le macchine di riparazione cellulare, essi potrebbero economicamente sedare, lobotomizzare o in qualche altro modo modificare popolazioni intere. Questa possibilità sembra essere solo una estensione possibile di una trama di potere fin troppo familiare. Il mondo ha già governi che spiano, torturano e usano droghe; la tecnologia avanzata, semplicemente, estenderà queste possibilità.

Ma d'altronde, con la tecnologia avanzata gli stati non avrebbero più bisogno di controllare la gente - potrebbero invece semplicemente disfarsene. Dopo tutto, la maggior parte delle persone nella maggior parte degli stati serve come forza-lavoro, oppure come futura forza-lavoro, o infine come addetti alla formazione delle futura forza-lavoro, e la maggior parte dei lavoratori sono esclusivamente impegnati nel fabbricare, spostare e sviluppare prodotti. Uno stato dotato di assemblatori-replicatori non ha bisogno che qualcuno svolga questo tipo di lavoro. Inoltre, i sistemi IA avanzati possono sostituire gli ingegneri, gli scienziati, gli amministratori e persino i capi di governo. La combinazione di nanotecnologia ed IA avanzata renderà possibile realizzare robot intelligenti ed efficaci, e con tali robot uno stato può prosperare anche se nel frattempo si andasse a disfare di qualcuno o persino (in linea di principio) di chiunque.

Le implicazioni di questa possibilità dipendono dalla funzione per cui lo stato esiste, se cioè lo stato esista per servire la gente o se la gente esista per servire lo stato.

Nel primo caso avremmo uno stato modellato da esseri umani per servire certi scopi umani; le democrazie tendono, quanto meno, verso una rozza approssimazione di questo ideale. L'esistenza di un governo controllato democraticamente che non abbia più bisogno della gente, essenzialmente implicherebbe che non ci sarebbe più bisogno di usare la gente nel ruolo di burocrati o di contribuenti. Ciò apre possibilità inedite, alcune delle quali potrebbero dimostrarsi desiderabili.

Nel secondo caso avremmo uno stato evolutosi per sfruttare gli esseri umani, forse secondo linee d'azione totalitarie. Gli stati hanno avuto bisogno della gente in qualità di lavoratori, poiché infatti il lavoro umano è stato il necessario fondamento del potere. Inoltre, il genocidio è sempre stato di attuazione costosa e problematica. E tuttavia, in questo secolo diversi stati totalitari hanno massacrato i loro cittadini a milioni. La tecnologia avanzata renderà non necessari i lavoratori e facile il genocidio. La storia suggerisce che gli stati totalitari potrebbero quindi eliminare del tutto la loro popolazione. Non c'è nulla di consolante in tutto ciò. Sembra che uno stato intenzionato ad assoggettarci biologicamente, ed al tempo stesso in grado di farlo, semplicemente ci ucciderebbe.
La minaccia della tecnologia avanzata in mano ai governi, rende perfettamente chiara una cosa: non possiamo permetterci di avere uno stato oppressivo che ci guidi fino all'avvento dei prossimi passi avanti tecnologici.

I problemi di base che ho fini qui delineato sono ovvi: nel futuro, come nel passato, le nuove tecnologie tenderanno di per se stesse verso utilizzi accidentali o abusivi. Poiché i replicatori e le macchine pensanti ci doteranno di nuovi grandi poteri, il potenziale per incidenti ed abusi crescerà nella stessa misura. Queste possibilità pongono una minaccia autentica alle nostre vite.
Alla maggior parte della gente piace avere una probabilità di vita, nonché di poter scegliere liberamente il modo in cui vivere. Questa meta potrebbe sembrare troppo utopica, quanto meno in alcune parti del mondo. Un tale obiettivo non significa dover forzare chiunque a conformarsi ad un qualche schema d'ordine superiore; Piuttosto, significa principalmente evitare schiavitù e morte. E tuttavia, come il raggiungimento di un sogno utopico, esso condurrà verso un futuro di meraviglie.

Dati quindi questi problemi di vita o di morte, e questo obiettivo generale, possiamo prendere in considerazione le contromisure che potrebbero aiutarci nel successo. La nostra strategia dovrebbe coinvolgere persone, principi ed istituzioni, ma dovrebbe anche affidarsi a strategie che, inevitabilmente, coinvolgeranno la tecnologia.

Sistemi Affidabili  

Per usare in tutta sicurezza tecnologie così potenti, dobbiamo fabbricare hardware del quale possiamo fidarci. Per averne fiducia, dobbiamo essere in grado di giudicare accuratamente fatti di tipo tecnico, una abilità che a sua volta dipenderà in parte dalla qualità delle istituzioni di giudizio. Tuttavia, cosa ancor più fondamentale, questa abilità dipenderà anche dalla effettiva possibilità fisica di realizzare hardware affidabile. E questa è una questione di affidabilità dei componenti ed affidabilità dei sistemi.

Spesso fabbrichiamo componenti affidabili, persino in mancanza dell'aiuto degli assemblatori. "Affidabile" non significa "indistruttibile" - qualunque cosa può rompersi se posta troppo vicina ad una esplosione nucleare. Non significa neanche "tenace" - un apparecchio televisivo potrebbe essere affidabile, e tuttavia non sopravvivere ad un rimbalzo su un pavimento di cemento. Piuttosto, diciamo che una certa cosa è "affidabile" quando possiamo contare sul fatto che essa funzionerà svolgendo il compito per cui è progettato.

Un componente affidabile non deve necessariamente essere la perfetta incarnazione di una perfetta progettazione: ha solo bisogno di essere una incarnazione abbastanza buona di una progettazione abbastanza previdente. Un ingegnere che progetti ponti potrebbe anche essere incerto riguardo la forza dei venti, il peso del traffico e la forza dell'acciaio, ma ipotizzando venti forti, traffico pesante e acciaio debole può progettare un ponte in grado di reggere.

I guasti inattesi dei componenti, di solito derivano da difetti dei materiali. Ma gli assemblatori costruiranno componenti in cui esiste solo un trascurabile numero di atomi la cui disposizione è erronea - anzi, persino materiali del tutto privi di atomi fuori posto, se necessario (3). Ciò renderà i componenti perfettamente uniformi e, in senso lato, perfettamente affidabili. Le radiazioni, tuttavia, potranno ancora causare danni, perché non esiste materiale su cui un raggio cosmico non possa inaspettatamente colpire un atomo allontanandolo dalla sua posizione (4). In un componente sufficientemente piccolo (persino in un dispositivo di memoria di un computer moderno), una singola particella di radiazione può causare un guasto.

Ma i sistemi possono lavorare anche se le loro parti si guastano; la chiave sta nella ridondanza. Immaginiamo un ponte sorretto da cavi, i quali possano degradarsi in base al caso, ognuno dei quali si rompe, in un momento impredicibile, all'incirca una volta lungo un periodo di un anno. Se il ponte potesse cadere quando un cavo si rompe, il ponte stesso sarebbe troppo pericoloso da utilizzare. Immaginiamo, tuttavia, che un singolo cavo rotto richieda un giorno per essere riparato (perché squadre di operai possono intervenire prontamente per cambiare il cavo in seguito ad una richiesta d'intervento) e che inoltre se il ponte richiede cinque cavi per potersi sostenere, sia stato realizzato con sei cavi di sostegno. Quindi, se un cavo si rompe, il ponte continua a reggersi. Arrestando il traffico e sostituendo il cavo rotto, gli operai del ponte possono ripristinare la sicurezza. La distruzione del ponte è possibile solo se un secondo cavo dovesse rompersi nello stesso giorno in cui si è rotto il primo. Sostenuto da sei cavi, ognuno con una probabilità di rottura in uno specifico giorno pari a 1 su 365, il ponte probabilmente resisterà circa dieci anni.

Sebbene sia pur sempre un miglioramento, questa situazione resta comunque temibile. E tuttavia un ponte con dieci cavi (i cinque necessari più cinque extra) cadrà solo nel caso che 6 cavi si dovessero rompere tutti nello stesso giorno: il sistema di sospensione ha quindi una probabilità di reggere per oltre dieci milioni di anni. Con quindici cavi, il tempo di vita atteso del ponte diventa pari ad oltre mille volte l'età attuale della Terra. La ridondanza può comportare una esplosione esponenziale del grado di sicurezza.

La ridondanza funziona meglio quando i componenti ridondanti sono effettivamente indipendenti. Se non ci fidiamo della loro progettazione, dobbiamo usare componenti progettati indipendentemente; se esiste la probabilità che una bomba, una pallottola o un raggio cosmico possano danneggiare diversi componenti circostanti, allora dobbiamo ricorrere più diffusamente a parti ridondanti. Gli ingegneri che vogliano fornire trasporto affidabile fra due isole non dovrebbero semplicemente aggiungere cavi ad un ponte. Essi dovrebbero costruite due ponti ben distinti che utilizzino progettazioni differenti, quindi aggiungere un tunnel, un traghetto, ed un paio di aereoporti a terra.

Anche gli ingegneri che progettano computer sfruttano la ridondanza. La Stratus Computer Inc., per esempio, ha realizzato una macchina che utilizza quattro unità centrali di elaborazione (disposte in due coppie) (5) per svolgere il lavoro di una sola, ma per farlo in modo molto più affidabile. Di ogni coppia viene continuamente esaminata la sua consistenza interna, ed una coppia guasta può essere sostituita da un'altra mentre la coppia gemella continua ad elaborare.

Una forma anche più potente di ridondanza è quella della progettazione di diversità (6). Nell'hardware di un computer ciò significa l'impiego di diversi computer con progettazioni differenti, i quali lavorano tutti in parallelo. In questo caso la ridondanza può non solo porre rimedio ai guasti di un pezzo di hardware, ma anche ad errori nella sua progettazione.

Molto si è lavorato sul problema di scrivere programmi per computer grandi e privi di errori; molta gente considera un tale programma impossibile da sviluppare e da manutenere. Ma i ricercatori dello UCLA Computer Science Department hanno dimostrato che la progettazione diversificata può essere usata anche nel software: diversi programmatori hanno affrontato in modo indipendente lo stesso problema, e successivamente tutti i loro programmi sono stati fatti girare in parallelo rendendo il risultante sistema software resistente agli errori di programmazione che si manifestavano in alcune sue parti.
Possiamo sfruttare la ridondanza per controllare i replicatori(7). Come le macchine di riparazione cellulare confrontano filamenti multipli di DNA per essere in grado di correggere le mutazioni nei geni delle cellule, i replicatori potrebbero confrontare copie multiple delle loro istruzioni (o che utilizzare altri efficaci sistemi di correzione degli errori (8)) per essere in grado di resistere alle mutazioni nei loro "geni". Anche in questo caso la ridondanza può produrre una esplosione esponenziale della sicurezza.
Possiamo costruire sistemi che siano estremamente affidabili, ma questo comporta dei costi. La ridondanza rende i sistemi più pesanti, più massicci, più dispendiosi e meno efficienti. La nanotecnologia, tuttavia, fabbricherà la maggior parte delle cose in modo che siano più leggere, più piccole, più economiche e più efficienti. Questo rende la ridondanza e l'affidabilità obiettivi più pratici da perseguire.

Al momento, è raro che si desideri pagare il costo di sistemi il più possibile sicuri; tolleriamo guasti più o meno desiderati e di rado prendiamo in considerazione i limiti reali dell'affidabilità. Ciò influenza il nostro giudizio su ciò che effettivamente può essere ottenuto. C'è anche un fattore psicologico che distorce il nostro senso di quale sia il grado di affidabilità con cui le cose possono essere prodotte: i guasti ci restano fermamente in mente, ma i quotidiani successi ottengono ben poca attenzione. I media amplificano questa tendenza riportando i guasti più drammatici accaduti in tutto il mondo, mentre ignorano l'infinita lista di tediosi successi. E quel che è peggio, i componenti dei sistemi ridondanti potrebbero guastarsi in modi visibili, suscitando allarmismi: immaginate come i media riferirebbero la rottura di un cavo di sostegno per un ponte, anche quando il ponte sia del tipo super-sicuro, con quindici cavi, descritto precedentemente. E poiché ogni componente ridondante aggiunto si somma alla probabilità complessiva della rottura di un componente, potrebbe persino sembrare che l'affidabilità complessiva del sistema stia peggiorando mano a mano che il sistema si avvicina alla perfezione.

Apparenze a parte, i sistemi ridondanti, costruiti con componenti abbondanti e non privi di difetti, spesso sono perfettamente affidabili. Sistemi in cui la ridondanza sia stata estesamente impiegata, potrebbero sopravvivere persino alle pallottole o alle bombe.

Ma che dire degli eventuali errori di progettazione? Anche avere una dozzina di parti ridondanti non è poi una gran cosa se queste condividono un errore fatale di progettazione. La diversificazione progettuale è una risposta a tale questione; l'impiego di accurate procedure di collaudo è un'altra buona risposta. Possiamo affidabilmente evolvere buoni progetti senza essere buoni progettisti: abbiamo bisogno solo di essere bravi nel collaudo, nella manutenzione, e dotati di molta pazienza. La natura ha evoluto del macchinario molecolare funzionante tramite un processo completamente privo di mente di manutenzione e di collaudo. Essendo dotati di menti, possiamo fare altrettanto o anche meglio.
Potrebbe risultarci facile progettare dell'hardware affidabile se riuscissimo a sviluppare affidabili sistemi di ingegneria automatizzata. Ma questo problema solleva la questione ben più ampia di come sviluppare sistemi di intelligenza artificiale che risultino affidabili. Abbiamo pochi problemi a realizzare sistemi di IA con hardware affidabile, ma che dire del loro software?

Analogamente a sistemi IA e menti umane attuali, i sistemi avanzati di IA saranno delle combinazioni sinergetiche di molte parti più semplici. Ogni parte sarà ben più specializzata e ben meno intelligente del sistema complessivo. Alcune parti andranno alla ricerca degli schemi presenti in immagini, suoni, o in altri dati, ed avanzeranno proposte su ciò che questi dati potrebbero significare. Altre parti confronteranno e giudicheranno le proposte avanzate dalle prime. Così come i sistemi di riconoscimento di schemi nel sistema visivo umano soffrono di errori ed illusioni ottiche, così sarà anche nei sistemi IA per i loro sotto-sistemi dedicati al riconoscimento di schemi. (Di fatto, alcuni sistemi avanzati che realizzano la funzione della visione nelle macchine, già soffrono delle stesse illusioni ottiche che ci sono familiari). E proprio come altre parti della mente umana possono spesso identificare e compensare le illusioni, altrettanto potranno fare altre parti dei sistemi IA.

Come accade nelle menti umane, l'intelligenza delle macchine coinvolgerà sia delle parti mentali(9) che avanzeranno alcune prime ed esitanti ipotesi, sia altre parti mentali che scarteranno la maggioranza delle ipotesi cattive prima di dedicare maggiore attenzione alle ipotesi restanti o di influire su decisioni importanti. Le parti mentali che rigettano le idee d'azione basandosi su criteri di etica, corrispondono a ciò che noi chiamiamo coscienza. I sistemi IA con molte parti, avranno spazio a sufficienza per la ridondanza e la diversificazione di progettazione delle parti, rendendo quindi possibile l'affidabilità.
Un autentico e flessibile sistema IA deve evolvere idee. Per far questo, esso deve individuare o formare ipotesi, generare variazioni, sperimentarle, e quindi modificare o scartare quelle che si rivelano inadeguate. L'eliminazione di una qualsiasi di queste capacità renderebbe il sistema stupido, cocciuto o insensato ("questa macchina arrabattata non può pensare e non vuole imparare dai suoi sbagli - buttiamola!"). Per evitare di restare intrappolati negli iniziali equivoci concettuali, bisogna prendere in considerazione punti di vista che sono in conflitto, vedendo quanto bene spieghino i dati e se un punto di vista possa spiegarne un altro.

La comunità scientifica lavora attraverso un processo analogo. E in un articolo intitolato "The Scientific Community Metaphor" (10), William A. Kornfeld e Carl Hewitt del MIT Artificial Intelligence Laboratory hanno suggerito che i ricercatori dell'IA dovrebbero scrivere i loro programmi in modo che ricalchino ancor più strettamente la struttura evolvente della comunità scientifica. Essi evidenziano il pluralismo della scienza, ossia la diversificazione delle sue figure in competizione: propositori, sostenitori e critici. Senza propositori, le idee non possono apparire; senza sostenitori non possono crescere; e senza critici ad estirparle, le cattive idee possono proliferare abnormemente rispetto a quelle buone. Tutto ciò ha valore sia per la scienza, che per la tecnologia, nonché per ciò che accade fra le diverse parti delle nostre menti.

L'esistenza di un mondo pieno di propositori, promotori e critici, così diversi e ridondanti, è ciò che rende affidabile il progresso della scienza e della tecnologia. L'esistenza di un numero maggiore di propositori, rende più frequente la generazione di buone proposte; L'esistenza di un numero maggiore di critici rende più vulnerabili le cattive proposte. Ne risultano perciò idee migliori e più numerose. Una analoga forma di ridondanza, può aiutare i sistemi IA a sviluppare idee plausibili.

La gente si fa guidare nelle proprie azioni da certi standard di verità ed etica, e dovremmo essere in grado di evolvere dei sistemi IA che facciano la stessa cosa, ma in modo più affidabile. Capaci di pensare un milione di volte più velocemente di noi, essi avranno più tempo per una seconda riflessione. Pare quindi che si possa rendere affidabili i sistemi IA, quanto meno per quelli che sono gli standard umani (11).

Ho spesso fatto delle analogie fra sistemi IA e singole menti umane, ma la rassomiglianza non deve necessariamente essere stretta. Un sistema che possa imitare una persona non ha bisogno di essere come una persona nell'aspetto, ed è invece molto probabile che un sistema di ingegneria automatizzata non lo sarà affatto. Una proposta (denominata "sistema Agora", termine preso a prestito dal greco, dove è usato per indicare il luogo di incontro e di mercato) (12) consisterebbe di molti pezzi di software indipendenti, i quali interagiscono offrendosi l'un l'altro dei servizi in cambio di denaro. La maggior parte dei pezzi sarebbero degli ingenui specialisti, alcuni in grado di suggerire una scelta di progetto, altri in grado di analizzarne una. Proprio come l'ecologia della Terra ha evoluto degli organismi straordinari, così questa economia dei computer potrebbe evolvere progetti straordinari - e forse secondo un processo altrettanto privo di mente. Ed in più, un tale sistema sarebbe sparpagliato su molte macchine e composto da molte parti scritte da molte persone, per cui esso sarebbe vario e robusto, e sarebbe inoltre difficile che un unico gruppo se ne impadronisca e ne abusi.

Alla fine, in un modo o nell'altro, i sistemi di ingegneria automatizzata saranno capaci di progettare le cose, in modo molto più affidabile di quello possibile a qualsiasi attuale gruppo di ingegneri umani (13). La nostra sfida sarà quella di progettare correttamente tali sistemi. Abbiamo bisogno di istituzioni umane che, affidabilmente, sviluppino sistemi affidabili.

Le istituzioni umane hanno evoluto sistemi artificiali, e questi sistemi possono spesso risolvere problemi impossibili da risolvere per i loro singoli membri. Ciò rende tali sistemi una sorta di "sistema di intelligenza artificiale". Le compagnie commerciali, gli eserciti e i laboratori di ricerca ne sono tutti esempi, come lo sono le libere strutture del mercato e della comunità scientifica. Persino i governi potrebbero essere visti come sistemi di intelligenza artificiale - sistemi grossolani, indolenti e ottusi, ma pur sempre sovra-umani nell'essenza della loro capacità. E cos'altro potrebbero essere i controlli di costituzionalità delle leggi ed i bilanci statali, se non un tentativo di accrescere l'affidabilità di un governo grazie alla diversificazione e alla ridondanza delle istituzioni? Quando costruiremo macchine intelligenti, le useremo affinché si controllino e si bilancino l'una con l'altra.

Applicando dei sani principi, potremmo diventare capaci di sviluppare anche delle affidabili istituzioni di orientamento tecnico, che siano dotate di forti controlli e bilanciamenti, e che li impieghino per guidare lo sviluppo dei sistemi di cui necessitiamo per riuscire a gestire i passi avanti tecnologici in arrivo.

Strategie per arrivare agli Assemblatori  

Una qualche forza del mondo (che sia degna di fiducia o meno) si conquisterà una posizione di supremazia nello sviluppo degli assemblatori; chiamiamola "la forza dominante". A causa della importanza strategica degli assemblatori, la forza dominante sarà probabilmente una qualche organizzazione o istituzione totalmente controllata da qualche governo o gruppo di governi. Per semplificare i termini della questione, supponiamo per il momento che noi (i "buoni", quelli che tentano di comportarsi "saggiamente") fossimo in grado di influenzare le politiche che guidano la forza dominante. Per i cittadini degli stati democratici, l'esercizio della propria influenza su tali politiche sembra essere una buona attitudine da adottare.

Che cosa dovremmo fare per migliorare le nostre probabilità di conquistarci un futuro in cui valga la pena di vivere? E che cosa possiamo fare?

Possiamo cominciare considerando quello che non deve accadere: non dobbiamo permettere che neanche un singolo assemblatore-replicatore del tipo sbagliato venga liberamente disperso nell'ambiente di un mondo impreparato. Una preparazione assoluta pare impossibile, (come descrivo nel seguito), ma sembra comunque che la preparazione dovrebbe a sua volta basarsi su sistemi costruiti da assemblatori, i quali potranno essere fabbricati solo dopo che la fabbricazione di replicatori pericolosi sia già diventata possibile. La progettazione anticipata può aiutare la forza dominante a preparasi adeguatamente, nonostante che persino le più energiche azioni di previsione paiano proprio inadeguate a prevenire un'epoca di pericoli. E la ragione di tale inadeguatezza è piuttosto diretta: i replicatori pericolosi saranno enormemente più semplici da progettare rispetto ai sistemi che possono contrastarli, proprio come un batterio è di gran lunga più semplice rispetto ad un sistema immunitario. Abbiamo bisogno di strategie per frenare la nanotecnologia finché non avremo imparato a domarla.

Una strategia ovvia è l'isolamento: la forza dominante potrà contenere i sistemi replicatori entro mura multiple oppure in laboratori posti nello spazio. Replicatori molto semplici saranno del tutto privi di intelligenza, e non saranno perciò progettati perché possano evadere dall'isolamento e diffondersi selvaggiamente. Il loro contenimento non sembra una sfida particolarmente ardua.

Ancora meglio, saremo in grado di progettare replicatori che, in virtù della loro stessa progettazione, non possano evadere e diffondersi selvaggiamente. Possiamo fabbricarli dotandoli di contatori interni (come quelli delle cellule) che limitino le loro replicazioni ad un numero fissato. Possiamo costruirli in modo che necessitino di speciali "vitamine" sintetiche, o di condizioni ambientali bizzarre che possano esistere solo in laboratorio. Sebbene si potrebbero fabbricare replicatori dotati di tenacia e voracità superiori a quelle di qualsiasi moderna peste, possiamo realizzarli anche in modo che siano utili ma innocui. Poiché li progetteremo partendo da zero, i replicatori non avranno bisogno di possedere neanche le più rudimentali fra le abilità di sopravvivenza che l'evoluzione ha costruito nelle nostre cellule.

Inoltre, essi non hanno bisogno di evolvere, Possiamo fornire ai replicatori copie ridondanti delle loro istruzioni "genetiche", corredate da meccanismi di riparazione atti a correggere qualsiasi mutazione. Possiamo progettarli perché smettano di lavorare molto prima che si possa accumulare un numero di alterazioni sufficienti a rendere significativamente possibile una mutazione duratura. Infine, possiamo progettarli dotandoli di caratteristiche che siano d'ostacolo alla loro evoluzione, anche nel caso dovesse verificarsi qualche mutazione .

Gli esperimenti mostrano che la maggior parte dei programmi per computer (a parte quelli specificatamente progettati per sistemi IA (14), come per esempio EURISKO del Dr. Lenat) raramente rispondono alle mutazioni con impercettibili trasformazioni; piuttosto, essi smettono semplicemente di funzionare. Poiché non possono cambiare in modi utilizzabili, non possono neanche evolvere. A meno che non siano stati appositamente progettati, i replicatori diretti da nanocomputer saranno soggetti allo stesso limite. Gli organismi moderni sono relativamente capaci di evolvere, e ciò in parte è anche dovuto al fatto che essi discendono da antenati che evolvevano. Essi si sono perciò evoluti per evolvere; E questa è una delle ragioni che giustifica la complessità della riproduzione sessuale e del rimescolamento di segmenti cromosomici durante la produzione di cellule spermatiche e cellule-uovo. Possiamo semplicemente evitare, perciò, di dotare i replicatori di simili capacità (15).

Per la forza dominante, dovrebbe essere facile rendere utili, innocui e stabili gli assemblatori-replicatori. Riuscire invece ad evitare che gli assemblatori vengano rubati ed abusati, è un problema ben diverso e ben più grosso, poiché si tratta di un gioco ben diverso, combattuto contro avversari intelligenti. Come prima strategia, potremmo ridurre l'incentivo al furto di assemblatori rendendoli disponibili in forme sicure. Questo, dovrebbe altresì ridurre l'incentivo allo sviluppo indipendente di assemblatori da parte di altri gruppi. La forza dominante, dopotutto, verrà immediatamente seguita a ruota da altre forze.

Assemblatori Limitati

Nel capitolo 4 ho descritto come un sistema di assemblatori in una vasca, possa costruire un eccellente motore per un razzo. Ho anche evidenziato che sapremo realizzare sistemi assemblatori che operino come semi, assorbendo la luce solare e materiali ordinari e accrescendosi fino a diventare quasi qualunque cosa. Questi sistemi a scopo-specifico, di per se stessi non saranno replicanti, o quanto meno lo saranno solo limitatamente ad un numero di replicazioni fissato. Essi semplicemente costruiranno quello che sono programmati a costruire, e solo quando verrà detto loro di costruirlo. Chiunque non sia dotato di specifici strumenti costruiti da assemblatori, dovrebbe essere incapace di riprogrammarli perché svolgano altri compiti.

Con l'impiego di assemblatori caratterizzati da questo tipo di limitazioni, la gente sarà in grado di fabbricare qualsiasi cosa desideri e in qualsiasi quantità desideri, soggetta solo alle limitazioni implicite nelle macchine stesse. Se nessuna di queste macchine è programmata per fabbricare armi nucleari, nessuno le fabbricherà; se nessuna è programmata per fabbricare replicatori pericolosi, nessuno li fabbricherà. Se alcune macchine sono programmate per fabbricare case, automobili, computer, spazzolini da denti e quant'altro, allora questi prodotti diventeranno economici ed abbondanti. Le macchine costruite tramite degli "assemblatori limitati" ci permetteranno di schiudere l'accesso allo spazio, guarire la biosfera, e riparare le cellule umane. Gli assemblatori limitati possono portare un benessere quasi illimitato sia alla gente che al mondo.

Questa strategia renderà più facile l'esercizio di una pressione morale mirata a rendere immediatamente disponibili gli assemblatori limitati. Ma, in ogni caso, gli assemblatori limitati lasceranno ancora insoddisfatte altre legittime necessità. Gli scienziati avranno bisogno di assemblatori liberamente programmabili per condurre i loro studi; gli ingegneri ne avranno bisogno per la verifica sperimentale delle loro progettazioni. Queste necessità possono essere soddisfatte con l'impiego di "laboratori sigillati per assemblatori".

Laboratori Sigillati per Assemblatori

Immaginate un accessorio per computer della dimensione del vostro pollice, con un display in cima che serva per mostrarvi lo "stato-dell'arte". La superficie di questo oggetto ha un aspetto monotono simile a plastica grigia, con un numero di serie stampigliato sopra; e tuttavia, questo laboratorio sigillato per assemblatori è esso stesso un oggetto costruito da assemblatori, e contiene moltissime cose. All'interno, fissato appena sotto il display, c'è un grande computer nanoelettronico sul quale viene eseguito un software di simulazione molecolare avanzata (basato sullo stesso software che viene utilizzato durante lo sviluppo progettuale degli assemblatori). Se il nanocomputer "casalingo", costruito anch'esso da assemblatori, è connesso con il laboratorio per assemblatori, e quest'ultimo è con l'interruttore d'alimentazione su "on", il display mostrerà una immagine tridimensionale di ciò che il computer del laboratorio sta simulando, una immagine nella quale gli atomi sono rappresentati come sfere colorate. Con un joystick, potete dirigere il braccio dell'assemblatore simulato affinché costruisca delle cose. Dei programmi appositi possono velocizzare il movimento del braccio, e voi potete così costruire sullo schermo, in un semplice batter d'occhio, strutture anche molto elaborate. La simulazione funziona sempre alla perfezione poiché il nanocomputer imbroglia: quando muovete il braccio simulato per spostare molecole simulate, il computer dirige un braccio vero per spostare molecole vere. Quindi, lo stesso computer verifica i risultati e, se ne riscontra la necessità, corregge i suoi calcoli (16).

All'estremità di questo oggetto della dimensione di un pollice, c'è una sfera costituita da molti livelli concentrici. Cavi sottili convogliano dentro la sfera, attraversandone i suoi livelli, energia d'alimentazione e segnali elettrici; Questi cavi consentono al nanocomputer posto in cima di comunicare con i dispositivi al centro della sfera. Il livello più esterno è composto da sensori. Ogni tentativo di rimuovere o penetrare questo livello fa scattare un segnale diretto verso un livello più interno, vicino al nucleo. Il livello successivo a quello esterno è uno spesso guscio sferico di diamante composito pretrattato, ossia che è stato sottoposto a stiramento delle sue regioni più esterne e a compressione di quelle più interne. Questo secondo livello circonda un successivo livello di isolamento termico, che a sua volta circonda un guscio della dimensione di un grano di pepe e composto da blocchi microscopici, opportunamente disposti, di metallo ed ossidante. Tali blocchi sono connessi a dei dispositivi elettrici ignitori. Quando viene penetrato, il livello più esterno composto dai sensori fa scattare gli ignitori. La carica di demolizione è composta dai blocchi di metallo e ossidante, per cui essa brucia in una frazione di secondo e produce un gas di ossidi metallici più denso dell'acqua e quasi altrettanto caldo della superficie del sole. Ma la fiamma è minuscola in estensione e di breve durata, per cui la sfera di diamante riesce comunque a confinare l'enorme pressione sviluppata.

Questa carica demolitrice circonda un guscio composito più piccolo, che a sua volta circonda un altro livello di sensori altrettanto in grado di attivare la carica demolitrice. Questi sensori circondano la cavità che contiene infine il vero e proprio "laboratorio sigillato per assemblatori".

Precauzioni così elaborate giustificano il termine "sigillato". Nessuno dall'esterno potrebbe aprire il laboratorio senza provocare la distruzione del suo contenuto, e nessun assemblatore o struttura costruita da assemblatori potrebbe evadere dal suo interno. Il sistema è progettato per consentire la fuoriuscita di informazioni ma non di replicatori o strumenti pericolosi. Ogni livello di sensori è costituito da molti altri, ridondanti, livelli di sensori (17), ognuno pensato per rilevare ogni possibile penetrazione, ed ognuno pronto a sopperire alle eventuali mancanze degli altri. La penetrazione, attivando la carica demolitrice, innalzerebbe la temperatura del laboratorio oltre il punto di fusione di tutte le possibili sostanze contenute al suo interno, rendendo perciò impossibile la sopravvivenza dei dispositivi pericolosi. Questi meccanismi protettivi sono tutti coalizzati contro qualcosa che ha un milionesimo della sua dimensione - il che significa che qualunque cosa sia dentro il laboratorio, essa occupa uno spazio sferico dal diametro non più grande di quello di un capello umano.

Sebbene sia molto piccolo secondo gli standard ordinari, questo ambiente di lavoro ha spazio a sufficienza per milioni di assemblatori e milioni di miliardi di atomi. Tali laboratori sigillati per assemblatori consentiranno alla gente di costruire e sperimentare dispositivi, persino dispositivi come replicatori voraci, in condizioni di completa sicurezza. I bambini potranno usare gli atomi all'interno come fossero un insieme di pezzi di un gioco di costruzioni dal numero di parti quasi illimitato. Gli appassionati si scambieranno programmi per costruire diversi congegni. Gli ingegneri costruiranno e sperimenteranno nuove nanotecnologie. I chimici, gli scienziati dei materiali e i biologi costruiranno apparati e eseguiranno esperimenti. In laboratori come questi costruiti attorno a campioni biologici, ingegneri biomedici svilupperanno e sperimenteranno le prime macchine ripara-cellule.

Nel corso di questo lavoro, la gente svilupperà in modo naturale progetti utili, siano essi circuiti per computer, materiali resistenti, dispositivi medici o qualsiasi altra cosa. Dopo una verifica pubblica della loro sicurezza, gli oggetti prodotti potrebbero essere resi disponibili anche fuori dai laboratori sigillati, programmando alcuni assemblatori limitati perché li costruiscano. Laboratori sigillati e assemblatori limitati saranno una coppia di entità complementari: i primi ci consentiranno di inventare liberamente; i secondi ci permetteranno di godere in sicurezza dei frutti delle nostre invenzioni. Avere la possibilità di una pausa fra la fase di progettazione e la fase di rilascio, ci aiuterà a evitare sorprese mortali.
I laboratori sigillati daranno alla società intera la possibilità di applicare la propria creatività ai problemi della nanotecnologia. E questo ci preparerà più rapidamente ai tempi in cui una forza indipendente imparerà a costruire qualcosa di maligno.

Nascondere Informazioni

In un'altra strategia per guadagnare tempo, la forza dominante potrà tentare di bruciare i ponti che essa stessa ha costruito fra la tecnologia di mole e la tecnologia molecolare. Questo significa distruggere le registrazioni delle modalità seguite per ottenere i primi assemblatori (oppure di rendere tali registrazioni completamente inaccessibili). La forza dominante potrebbe essere in grado di sviluppare i primi e rozzi assemblatori in modo tale che nessuno conosca i dettagli di realizzazione eccetto che per una piccola frazione dell'intero sistema. Immaginiamo di sviluppare assemblatori attraverso il percorso delineato nel capitolo 1. Le macchine proteiche che sfrutteremo per costruire i primi rozzi assemblatori diventerebbero presto obsolete. Se distruggiamo le registrazioni della progettazione delle proteine (18), gli sforzi di duplicazione di tali progettazioni verrebbero ostacolati, sebbene ciò non ostacolerebbe l'ulteriore progresso della nanotecnologia.

Se i laboratori sigillati e gli assemblatori limitati saranno diffusamente disponibili, la gente non avrà alcuna motivazione economica o scientifica per sviluppare nuovamente ed indipendentemente la nanotecnologia, e l'aver bruciato i ponti dalla tecnologia di mole renderà più difficile uno sviluppo indipendente. E tuttavia queste strategie, non possono essere nulla più che semplici tattiche per guadagnare un po' di tempo. Esse infatti non arresteranno lo sviluppo indipendente; l'umana urgenza di potere stimolerà sforzi che potranno infine risultare nel successo. Solo una politica dettagliata, universale e condotta su scala totalitaria potrebbe arrestare lo sviluppo indipendente su un tempo indeterminato. Se questa politica fosse condotta da qualsiasi cosa simile ad un moderno governo, essa rappresenterebbe di certo una cura grosso modo pericolosa quanto lo è la malattia. Ed anche in tal caso, la gente potrebbe mantenere per sempre una vigilanza perfetta?

Pare che dovremo infine imparare a vivere in un mondo in cui esisteranno replicatori inaffidabili. Una sorta di strategia potrebbe essere quella di nasconderli dietro un muro o di farli operare molto lontano. Ma si tratta di metodi effimeri: i replicatori pericolosi potrebbero infrangere il muro o percorrere la distanza che li tiene separati da noi. E nonostante i muri possano essere realizzati a prova di replicatori, nessun muro fisso può essere a prova di una malizia su larga scala e ben organizzata (19). Abbiamo bisogno di un approccio più robusto e più flessibile.

Scudi Attivi

Pare quindi che potremo costruire nanomacchine che, in qualche modo, agiscano in modo analogo ai globuli bianchi del sistema immunitario umano: ossia dispositivi che possono combattere non solo virus e batteri, ma anche replicatori pericolosi di ogni tipo. Attribuiamo quindi ad una difesa automatica di questo tipo la denominazione di "scudo attivo", per distinguerla dal tipo di difesa passiva rappresentata da una semplice parete fissa.

A differenza degli ordinari sistemi di ingegneria, gli scudi attivi affidabili devono fare ben più che semplicemente tener testa alla natura o ad utenti maldestri. Essi devono anche far fronte ad una sfida ancora più grande - ossia fronteggiare l'intero spettro di minacce che forze intelligenti, a seconda delle circostanze, possono progettare e costruire. La costruzione e il miglioramento di prototipi di scudi, equivarrà ad una corsa agli armamenti, portata avanti da entrambe le parti in gioco sotto forma di ricerche di laboratorio. Ma lo scopo qui sarà quello di ricercare i requisiti minimi per una difesa che sia affidabilmente duratura.

Nel capitolo 5 ho descritto come il Dr. Lenat ed il suo programma EURISKO hanno evoluto delle flotte di successo e coerenti con le regole di un gioco di simulazione di guerra navale. In maniera analoga, possiamo tradurre in un gioco lo sforzo mortalmente serio di sviluppare scudi affidabili, utilizzando come campi da gioco "laboratori sigillati per assemblatori" di varie dimensioni. Potremmo sguinzagliare un'orda di ingegneri, hackers dei computer, biologi, hobbisti e sistemi di ingegneria automatizzata, invitandoli tutti a mettere in campo i loro sistemi l'uno contro l'altro in giochi limitati solo dalla condizione di partenza, dalle leggi della natura e dalle pareti che delimitano i laboratori sigillati. Questi competitori evolveranno minacce e scudi in una serie infinità di microbattaglie. Quando gli assemblatori ci doneranno l'abbondanza, la gente avrà tempo a sufficienza per un gioco tanto importante. Alla fine, possiamo mettere alla prova i sistemi di scudo più promettenti in un ambiente spaziale analogo alla Terra. Il successo renderebbe possibile un sistema in grado di proteggere la vita umana e la biosfera Terrestre dalle cose peggiori che un pugno di replicatori dispersi può fare.

Il Successo è Possibile?  

Con le nostre attuali incertezze, non possiamo ancora descrivere con precisione né le minacce né le difese. Ma ciò significa che non possiamo riporre fiducia alcuna sulla possibilità di realizzare delle difese efficaci? A quanto pare, invece, possiamo farlo; dopo tutto, c'è una certa differenza fra sapere che una certa cosa è possibile e sapere come farla. E per questo particolare caso, il mondo ci mostra vari esempi di successi ottenuti in condizioni analoghe.

Non c'è nulla di fondamentalmente inedito nel difendersi da invasioni di replicatori; la vita l'ha fatto per ere. Gli assemblatori-replicatori, sebbene insolitamente potenti, saranno sistemi fisici non dissimili da quelli che già conosciamo. L'esperienza suggerisce che possono essere controllati.

I virus sono macchine molecolari che invadono le cellule; le cellule utilizzano macchine molecolari (come enzimi di restrizione ed anticorpi) per difendersi dai virus. I batteri sono cellule che invadono gli organismi; gli organismi utilizzano cellule (come i globuli bianchi del sangue) per difendersi dai batteri. Analogamente, le società utilizzano polizie per difendersi dai criminali ed eserciti per difendersi dagli invasori. Su un livello meno fisico, le menti usano sistemi memetici, come il metodo scientifico, per difendersi dall'insensatezza, e le società usano istituzioni, come i tribunali, per difendersi dal potere di altre istituzioni.

L'esempio biologico dell'ultimo paragrafo mostra che persino dopo un miliardo di anni di corsa agli armamenti, le macchine molecolari hanno mantenuto delle difese di successo contro i replicatori molecolari. I fallimenti sono stati comunque molto comuni, ma il successo indica che una difesa è possibile. Questi successi suggeriscono che dovremmo infatti usare delle nanomacchine per difenderci da altre nanomacchine. Nonostante gli assemblatori porteranno molti progressi, non sembra esserci alcuna ragione per cui essi dovrebbero permanentemente restare in equilibro di forze contro i sistemi di difesa.

Gli esempi appena riportati, alcuni dei quali riguardano i virus, mentre altri riguardano invece le istituzioni, sono sufficientemente variegati da suggerire che una difesa di successo si basa su principi generali. Ci si potrebbe domandare: perché tutti questi sistemi difensivi funzionano? Ma rigiriamo la domanda: Perché dovrebbero fallire? Ogni conflitto forgia sistemi simili a quelli degli avversari, non lasciando all'attaccante alcun vantaggio ovvio (20). In ogni conflitto, inoltre, gli attaccanti affrontano una difesa che è ben insediata. I difensori lottano sul loro proprio terreno, e ciò da loro il vantaggio di avere posizioni preparate, conoscenza dettagliata del luogo, scorte di risorse ed abbondanza di alleati: quando il sistema immunitario riconosce un germe, può immobilizzare le risorse di un intero corpo. Tutti questi vantaggi sono generali e basilari, ed hanno poco a che fare con i dettagli della tecnologia. Possiamo dotare le nostre difese attive degli stessi vantaggi di cui godono i replicatori pericolosi. E tali difese non devono necessariamente starsene sedute ed inattive intanto che le armi vengono accumulate, non più di quanto il sistema immunitario debba starsene seduto ed inattivo mentre i batteri si moltiplicano.

Sarebbe difficile prevedere l'esito dal finale aperto di una corsa agli armamenti fra potenze equipaggiate con assemblatori-replicatori. Ma pare probabile che prima che questa situazione possa insorgere, la forza dominante acquisisca un temporaneo ma schiacciante vantaggio militare. Se l'esito di una corsa agli armamenti dovesse essere in dubbio, la forza dominante probabilmente impiegherà la sua forza per assicurare che a nessun avversario sia consentito di raggiungerlo. Se così fosse, allora, gli scudi attivi non dovrebbero mai vedersi costretti a resistere ad attacchi che si basino sull'impiego delle risorse di mezzo continente o di mezzo sistema solare; esse saranno invece come una forza di polizia o un sistema immunitario, poiché dovranno affrontare soltanto attacchi basati unicamente sulle risorse che possono essere raccolte in segreto e all'interno del territorio protetto.

In ognuno dei casi di difesa di successo che ho citato in precedenza, gli attaccanti ed i difensori si sono sviluppati attraverso processi in massima parte analoghi. Il sistema immunitario, modellato dall'evoluzione genetica, affronta minacce anch'esse modellate dall'evoluzione genetica. Gli eserciti, modellati dalle menti umane, affrontano analoghe minacce. Allo stesso modo, sia le difese attive che i replicatori pericolosi saranno modellati dall'evoluzione memetica. Ma se la forza dominante può sviluppare sistemi di ingegneria automatizzata che lavorino un milione di volte più velocemente rispetto agli ingegneri umani, e se potrà utilizzare tali sistemi anche solo per un anno, essa costruirà difese attive basate sui ripensamenti di un milione di anni di progresso ingegneristico. Con tali sistemi saremo in grado di esplorare i limiti del possibile abbastanza bene da costruire una difesa affidabile contro tutte le possibili minacce.

Anche senza conoscere i dettagli delle minacce e delle difese, ci sono ragioni di credere che la difesa sia possibile. Ed anche gli esempi di memi che vigilano su altri memi, o di istituzioni che vigilano su altre istituzioni, suggeriscono che i sistemi IA possono vigilare su altri sistemi IA.

Nel costruire difese attive, saremo in grado di utilizzare la potenza dei replicatori e dei sistemi IA per moltiplicare i tradizionali vantaggi delle forze di difesa: possiamo dotare le difese di una forza schiacciante, grazie alla ridondanza dell'hardware costruito da assemblatori ed il cui progetto è basato sull'equivalente di un milione di anni di progresso tecnologico. Possiamo costruire difese attive che abbiano forza e affidabilità tali da far vergognare i sistemi passati.

Nanotecnologia e Intelligenza Artificiale possono anche dotarci degli strumenti di distruzione definitivi, ma esse non sono intrinsecamente distruttive. Con la appropriata cautela, possiamo impiegarle per costruire gli strumenti di pace definitivi.

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Capitolo 12: Strategie e Sopravvivenza  

Restrizioni Personali
Repressione Locale
Accordi di Repressione Globale
Repressione Globale Forzata
Progresso Unilaterale
Equilibrio di Potere
Sviluppo Cooperativo
Una Sintesi di Strategie
Scudi Attivi contro Armi Spaziali
Potere, Malvagità, Incompetenza ed Indolenza

Colui che non ricorre a nuovi rimedi, deve attendersi nuove disgrazie; poiché il tempo è il più grande innovatore.
-FRANCESO BACONE

Nei capitoli precedenti ho delimitato dettagliatamente il solido terreno delle possibilità tecnologiche. Ora, però, mi devo ulteriormente avventurare nei reami delle politiche e delle azioni umane. Questo terreno è meno solido, ma i fatti tecnologici ed i principi evolutivi forniscono ancora una volta i punti fermi dai quali partire per esplorare il territorio. La corsa tecnologica, guidata dalle pressioni evolutive, ci sta conducendo verso rischi senza precedenti; abbiamo bisogno di escogitare strategie per fronteggiare questi rischi. Poiché innanzi a noi vediamo pericoli così grandi, ha senso considerare di arrestare la nostra corsa frenetica. Ma come potremmo riuscirci?

Restrizioni Personali  

A livello individuale, potremmo astenerci dallo svolgere ricerche che conducano verso capacità pericolose. Ed infatti, la maggior parte della gente se ne astiene, poiché la maggior parte della gente, in primo luogo, non è composta da ricercatori. Ma questa strategia non arresta i progressi: nel nostro mondo così diversificato, altri porteranno avanti il lavoro.

Repressione Locale  

Una strategia di limitazione personale (almeno in questa materia) odora di semplice inazione. Ma che dire di una strategia d'azione politica condotta a livello locale da gruppi di pressione che domandino leggi per la repressione di certi tipi di ricerche? Questa, vorrebbe essere una azione personale mirata al rafforzamento di una inazione collettiva. Sebbene essa possa ottenere successi nel sopprimere la ricerca in una città, un distretto, un paese o una alleanza, si tratta di una strategia che non può aiutarci a guidare la conquista della posizione di supremazia, lasciando invece che qualche altra forza, una fuori dal nostro controllo, la raggiunga. Un movimento popolare di questo tipo arresterebbe la ricerca solo laddove le persone di tal movimento detengono il potere, e i suoi più grandi successi potenziali risulterebbero meramente nello sgombrare la strada ad uno stato più repressivo, affinché esso possa diventare la forza dominante.

Dove siano coinvolte armi nucleari, si possono avanzare argomenti a favore di un disarmo unilaterale e di una resistenza non-violenta (o, quanto meno, non-nucleare). Le armi nucleari possono essere utilizzate per distruggere l'establishment militare e diffondere il terrore, ma non possono essere impiegate per occupare dei territori o comandare sulla gente - almeno non direttamente. Le armi nucleari non sono riuscite a sopprimere le situazioni di guerriglia e le agitazioni sociali, sicché una strategia di disarmo e resistenza ha un certo grado di sensatezza.

La repressione unilaterale della nanotecnologia e dell'IA, al contrario, corrisponderebbe ad un disarmo unilaterale in una situazione in cui la resistenza non può funzionare. Uno stato aggressivo potrebbe usare queste tecnologie per sequestrare e dominare (o sterminare) anche una nazione interamente composta da Gandhi, o persino composta da combattenti per la libertà armati e indomiti.

Questa circostanza merita di essere evidenziata enfaticamente. Senza un qualche nuovo modo per riformare gli stati del mondo oppressivi, la semplice repressione totale della ricerca non può risultare in un successo totale. In assenza di un successo totale, un successo importante potrebbe essere un disastro per le democrazie. Persino se non si approdasse a nulla, gli sforzi di questo tipo potrebbero assorbire il lavoro e la passione degli attivisti, sprecando in una futile strategia le già scarse risorse umane. Inoltre, gli sforzi di repressione potrebbero inimicarsi i ricercatori coinvolti, fomentando lotte dissidenti fra alleati potenziali e sprecando ulteriori risorse umane. La futilità e il divisionismo di questa strategia, la rendono una strategia da evitare.

Nonostante tutto, la repressione possiede una innegabile attrattiva. Essa è semplice e diretta; "Il pericolo arriva? Fermiamolo!". Inoltre, i successi degli sforzi locali di repressione promettono gratificazioni a breve termine: "Il pericolo arriva? Possiamo fermarlo qui ed ora, tanto per cominciare!". Queste partenze potrebbero rivelarsi false partenze, ma nessuno lo noterebbe. Sembra probabile che l'idea della semplice repressione riesca a sedurre molte menti. Dopo tutto, la repressione locale di pericoli locali ha una lunga tradizione di successi; arrestare una sorgente inquinante locale, per esempio, riduce l'inquinamento a livello locale. I tentativi di repressione locale dei pericoli globali sembrano analoghi, comunque differente sia il loro effetto. Abbiamo bisogno di organizzazioni locali e di pressioni politiche, ma attorno ad entrambe andrebbero costruite delle strategie in grado di funzionare.

Accordi di Repressione Globale  

Secondo un approccio più promettente, potremmo applicare delle pressioni locali per la negoziazione di una messa al bando d'estensione mondiale. Una simile strategia potrebbe avere una qualche probabilità di controllare le armi nucleari. Ma tentare di arrestare la nanotecnologia e l'intelligenza artificiale porrebbe problemi di ordine ben differente, per almeno due ragioni.

In primo luogo, queste tecnologie sono meno ben definite rispetto a quelle delle armi nucleari: poiché le tecnologie nucleari attuali richiedono certi isotopi di metalli rari, esse sono ben distinte da altre attività. Questa particolare attività può quindi venir ben definita e (in linea di principio) messa al bando. Ma la biochimica moderna conduce già, a piccoli passi, verso la nanotecnologia, così come la moderna tecnologia informatica conduce a piccoli passi verso l'IA. Nessuna linea definisce un punto di separazione naturale. E poiché ogni piccolo progresso apporterà benefici medici, militari ed economici, come potremmo negoziare un accordo mondiale a proposito del "dove" fermarsi?

In secondo luogo, queste tecnologie sono più potenti delle armi nucleari: poiché reattori e sistemi d'arma sono piuttosto grandi, delle ispezioni potrebbero limitare la dimensione di una forza segreta e quindi limitare la sua potenza. Ma i replicatori pericolosi sarebbero microscopici, e il software IA sarebbe intangibile. Come potrebbe chiunque essere sicuro che un qualche laboratorio non si stia avvicinando alla soglia di un passo avanti tecnologico strategico? Sul lungo termine, come potrebbe chiunque essere sicuro che un qualche hacker all'interno del suo scantinato non sia ormai proprio sulla soglia di un passo avanti tecnologico strategico? Le contromisure ordinarie di sorveglianza non funzionerebbero, e ciò rende la negoziazione e il mantenimento di un bando mondiale quasi impossibile.

Le pressioni per i giusti tipi di accordo internazionale, renderebbero più sicuro il nostro cammino, ma è evidente che gli accordi che si limitino semplicemente a sopprimere i progressi pericolosi non possono funzionare. Ancora una volta, la pressione locale deve essere parte di una strategia funzionante.

Repressione Globale Forzata  

Se gli accordi pacifici non funzionano, si potrebbe considerare l'uso di forza militare per reprimere i progressi pericolosi. Ma a causa dei problemi di vigilanza, la pressione militare da sola non basterebbe. Per sopprimere i progressi attraverso l'uso della forza, occorrerebbe invece che una potenza conquisti ed occupi altre potenze ostili (1), e che sia armata con armi nucleari al fine di garantire con fermezza una politica di sicurezza. Inoltre, la potenza conquistatrice sarebbe essa stessa dotata di un potere militare massiccio, unito ad una ben dimostrata intenzione di farne uso. Perciò, una tale potenza potrebbe davvero essere considerata affidabile per quel che riguarda l'auto-repressione dei propri sforzi di ricerca? Ed anche se così fosse, sarebbe da considerarsi affidabile per il mantenimento di una interminabile e onnipresente vigilanza sul mondo intero? In caso contrario, è molto probabile che la minaccia emerga in segreto, e per di più in un mondo nel quale gli sforzi aperti verso gli scudi attivi sono stati prevenuti. Il probabile risultato sarebbe il disastro.

La potenza militare nelle democrazie comporta grandi benefici, ma da sola essa non risolve i nostri problemi. Non possiamo acquisire sicurezza attraverso una strategia di conquista e di repressione della ricerca.

Queste strategie per arrestare la ricerca, siano esse basate sulla inazione personale, sulla inazione locale, sulla negoziazione di accordi o sulla conquista del mondo, sembrano tutte destinate a fallire. Eppure, l'opposizione ai progressi ha un suo ruolo da giocare, perché abbiamo bisogno di ritardi selettivi intelligentemente diretti per posporre le minacce fino al momento in cui saremo davvero preparati per affrontarle. Le pressioni degli attivisti allarmisti saranno essenziali, ma per aiutare il progresso e non per arrestarlo.

Progresso Unilaterale  

Se i tentativi di sopprimere le ricerche su IA e nanotecnologia appaiono futili e pericolosi, che dire del corso di azione opposto, ossia uno sforzo di sviluppo completo e unilaterale? Anche questo sforzo presenta dei problemi. Noi, in democrazia, probabilmente non possiamo produrre un grosso passo avanti strategico in condizioni di perfetta segretezza. Troppa gente ne verrebbe coinvolta, e per troppi anni. Poiché le dirigenze Sovietiche verrebbero a sapere dei nostri sforzi, le loro reazioni sarebbero improntate su una ovvia preoccupazione, e tali dirigenze guarderebbero sicuramente ad un grosso passo avanti tecnologico in termini di una grossa minaccia. Se la nanotecnologia fosse sviluppata come parte di un programma militare segreto, gli analisti del loro servizio di spionaggio temerebbero lo sviluppo di un armamentario sottile e decisivo, probabilmente basato su "germi" programmabili. In base alle circostanze, i nostri opponenti potrebbero scegliere di sferrare un attacco a freddo. E' importante che le democrazie mantengano la supremazia su queste tecnologie, ma saremo più sicuri se potremo in qualche maniera combinare questa forza con delle politiche inequivocabilmente non minacciose.

Equilibrio di Potere  

Se perseguiamo una qualunque delle strategie delineate fino ad ora, inevitabilmente scateniamo dei forti conflitti. I tentativi di reprimere nanotecnologia e IA, getteranno nell'arena i desideri dei repressori contro gli interessi vitali dei gruppi di ricerca, delle istituzioni militari e dei pazienti bisognosi di assistenza medica. I tentativi di conquistare un vantaggio unilaterale per mezzo di queste tecnologie getteranno nell'arena le democrazie cooperative contro gli interessi vitali dei nostri avversari. Tutte le strategie scateneranno conflitti, ma è proprio inevitabile che tutte le strategie vadano a dilaniare così pesantemente le società occidentali o il mondo?

Per cercare una via di mezzo potremmo tentare di raggiungere un equilibrio di potere basato su un equilibrio tecnologico. Ciò potrebbe apparentemente estendere una situazione che ha costituito una misura pacificatrice per quattro decadi. Ma la parola chiave qui è "apparentemente": i prossimi passi avanti tecnologici saranno troppo bruschi e destabilizzanti perché possa continuare il vecchio equilibrio. In passato, una nazione poteva soffrire di un ritardo tecnologico di diversi anni e tuttavia poteva ancora mantenere un approssimativo equilibrio militare rispetto ai suoi avversari. Con i replicatori rapidi o con l'IA avanzata, un ritardo di un singolo giorno potrebbe risultare fatale. Un equilibrio stabile sembra troppo improbabile per sperarci.

Sviluppo Cooperativo  

In linea di principio, esiste un modo di assicurare un equilibrio tecnologico fra le democrazie cooperative ed il blocco Sovietico: potremmo sviluppare cooperativamente le tecnologie, condividendo i nostri strumenti e le nostre informazioni. Nonostante tutto ciò presenti degli ovvi problemi, rappresenta quantomeno qualcosa di più pratico da perseguire di quel che potrebbe intuitivamente sembrare.
E' possibile negoziare la cooperazione? Vengono subito in mente tentativi falliti di negoziare controlli efficaci sulle minacce legate agli armamenti, e rispetto a tali tentativi la cooperazione potrebbe sembrare ancora più complicata e difficile da impostare. Ma è proprio così? Nel controllo degli armamenti, ogni parte sta tentando di ostacolare le azioni delle altre parti; ciò rafforza la relazione antagonista fra le due parti. Inoltre, ciò scatena conflitti all'interno di ogni fazione, fra gruppi in favore della limitazione delle armi e gruppi che esistono per costruire armi. E, cosa ancor peggiore, i negoziati ruotano attorno alle terminologie e ai loro significati, ma ogni parte ha il suo proprio linguaggio ed un certo interesse a manipolare i significati per adattarli ai propri interessi.

La cooperazione, al contrario, coinvolge entrambe le parti nell'operare verso una meta comune; e questo tende a diradare la natura antagonista della relazione. Inoltre, essa potrebbe attenuare i conflitti fra fazioni interne alle due parti, poiché gli sforzi di cooperazione creerebbero progetti, invece di distruggerli. Infine, entrambe le parti discuterebbero i loro sforzi in un linguaggio comune, il linguaggio della matematica e dei diagrammi impiegati in scienza e in ingegneria. E poi, la cooperazione produce risultati visibili e ben delineati. Nella metà degli anni '70, Stati Uniti e Unione delle Repubbliche Sovietiche volarono in una missione spaziale congiunta ed, almeno fino al momento in cui non si svilupparono nuove tensioni politiche, esse stavano elaborando dei tentativi di pianificazione congiunta per una stazione spaziale comune. Questi episodi non rappresentavano degli isolati accidenti, sia nello spazio che al suolo; i progetti congiunti e gli scambi tecnici hanno avuto luogo per anni. Nonostante tutti i problemi che la cooperazione comporta, essa si è dimostrata almeno altrettanto facile del controllo degli armamenti, e forse persino più facile se si considera il grande sforzo profuso in quest'ultimo.

Paradossalmente, dove siano coinvolte IA e nanotecnologia, l'approccio cooperativo ed il controllo efficace degli armamenti dovrebbero essere caratterizzati da una rassomiglianza di base. Verificare un accordo sul controllo degli armamenti richiede una costante e approfondita ispezione, condotta da esperti di una delle due parti nei laboratori dell'altra parte: una relazione altrettanto stretta quanto la più completa cooperazione immaginabile.

Ma come potrebbe attuarsi la cooperazione? Essa potrebbe assicurare l'equilibrio ma l'equilibrio non assicura la stabilità. Se due pistoleri si fronteggiano l'uno contro l'altro, ognuno con le armi spianate e la tensione alta, la loro potenza è equilibrata, ma quello che spara per primo può eliminare la minaccia costituita dall'altro. Uno sforzo cooperativo teso allo sviluppo tecnologico che manchi di una accurata pianificazione ed un accurato controllo, doterebbe ognuna delle due parti di armi spaventose, mentre al contempo non fornirebbe nessuna delle due parti di uno scudo contro di esse. Chi potrebbe dirsi sicuro che nessuna delle due parti troverà la maniera di sferrare in piena impunità un attacco disarmante contro l'altra parte?

Ed anche se si potesse garantire ciò, che dire del problema di altri poteri - oppure che dire della minaccia potenziale posta da appassionati dilettanti o da incidenti casuali?

Nell'ultimo capitolo ho descritto una soluzione per questi problemi: ossia sviluppo, collaudo e costruzione di scudi attivi. Essi, ci offrono un rimedio nuovo per un problema nuovo, e nessuno ha ancora avanzato suggerimenti per una valida alternativa a questo tipo di difese. Finché qualcuno non lo farà, sembrerebbe saggio ragionare su come andrebbero costruiti gli scudi attivi, e se questi possano rendere possibile una strategia in grado di funzionare.

Una Sintesi di Strategie  

Restrizioni personali, azione locale, ritardo selettivo, accordo internazionale, potere unilaterale e cooperazione internazionale: tutte queste strategie possono esserci di aiuto nell'impresa di sviluppare scudi attivi.

Consideriamo la nostra situazione odierna. Le democrazie hanno, per decadi, guidato il mondo nella maggior parte delle aree della scienza e della tecnologia; oggi siamo in testa in campi come il software per computer e le biotecnologie. Tutte assieme, costituiamo la forza dominante. Non sembra esserci alcuna ragione per la quale non dovremmo conservare questa supremazia e sfruttarla.

Come discusso nell'ultimo capitolo, la forza dominante sarà in grado di utilizzare svariate tattiche per gestire il rivoluzionario passo avanti tecnologico degli assemblatori. Queste tattiche includono l'impiego di laboratori sigillati per assemblatori, limitazioni sugli stessi assemblatori sviluppati, ed il mantenimento della segretezza sui dettagli dello sviluppo iniziale degli assemblatori. Mentre beneficiamo dei frutti, grazie a queste (ed altre) politiche, potremo lavorare allo sviluppo di scudi attivi in grado di garantirci una protezione permanente contro i nuovi pericoli. Questo definisce una meta. Per raggiungerla, una strategia composta da due parti sembra essere la migliore.

La prima parte implica un'azione interna alle stesse democrazie cooperative. Abbiamo bisogno di mantenere una supremazia che sia sufficientemente rassicurante da procedere con cautela; se avvertissimo che potremmo perdere la corsa, potrebbe anche accaderci di entrare in una condizione di pieno panico. Procedere con cautela significa sviluppare istituzioni affidabili per gestire sia passi avanti tecnologici iniziali, che lo sviluppo di scudi attivi. Gli scudi attivi che svilupperemo, a loro volta, dovranno essere progettati per aiutarci ad assicurare un futuro in cui valga la pena di vivere, un futuro con spazio per la diversità.

La seconda parte di questa strategia coinvolge politiche riguardanti le potenze che ci sono attualmente ostili. A questo proposito, il nostro scopo dovrà essere quello di mantenere l'iniziativa, minimizzando contemporaneamente la minaccia che costituiamo per gli altri. L'equilibrio tecnologico non funziona, e non possiamo permetterci di cedere la nostra posizione di dominanza. Questo ci lascia esclusivamente la forza e la supremazia come unica nostra scelta realmente possibile, il che rende doppiamente difficile adottare un atteggiamento che non costituisca minaccia. Ecco, ancora una volta, che necessitiamo di istituzioni stabili ed affidabili: se potessimo dotarle di una grande inerzia innata per quel che riguarda i loro obiettivi, allora forse persino i nostri avversari riporrebbero un certo grado di fiducia in esse.
Per rassicurare i nostri antagonisti (e noi stessi!) queste istituzioni dovrebbero essere tanto più aperte quanto è possibile (2), in modo consistente con la loro missione. Potremmo adoperarci per costruire istituzioni che offrano un ruolo alla collaborazione Sovietica. Invitandoli alla partecipazione, anche se essi dovessero rifiutare i termini da noi proposti, offriremmo un certo grado di rassicurazione sulle nostre reali intenzioni. Se i Sovietici accettassero, essi potrebbero conquistarsi una loro quota di merito nel raggiungimento del nostro successo congiunto.

Ed ancora, se le democrazie saranno forti nel momento in cui i passi avanti tecnologici si avvicineranno, e se eviteremo di minacciare il controllo di qualsiasi altro governo sul suo stesso territorio, i nostri avversari probabilmente non vedranno nessun vantaggio nell'attaccarci. In tal modo, potremo presumibilmente fare a meno anche della cooperazione, se ciò sarà necessario.

Scudi Attivi contro Armi Spaziali  

Potrebbe essere utile considerare come potremmo applicare l'idea degli scudi attivi in campi più convenzionali. Per tradizione, la difesa ha richiesto armi che fossero impiegabili per l'offesa. Questa è una ragione per cui "difesa" è diventata sinonimo di "capacità di ingaggiare guerra" e per cui gli sforzi di "difesa" danno agli avversari motivo di temere. Le difese spaziali che sono state proposte di recente sono appunto una estensione di questo schema. Quasi qualunque sistema difensivo che possa distruggere dei missili in attacco potrebbe anche distruggere le difese di un avversario, o rappresentare un ostacolo spaziale che previene un avversario anzitutto dal costruire le sue "difese". Delle "difese" così fatte puzzano di offesa, come devono appunto apparire per poter svolgere il loro compito. Ed ecco che la corsa agli armamenti si incammina, per sua stessa natura, verso un'altra impennata pericolosa.
Difesa ed offesa devono proprio essere così inseparabili? La storia sembra confermarlo. Le mura possono fermare gli invasori sono se sono difese da soldati, ma i soldati possono a loro volta marciare per invadere altri territori. Quando immaginiamo un'arma, naturalmente immaginiamo mani umane a puntarla (3) e capricci umani a decidere quando far fuoco; e la storia ci ha insegnato a temere il peggio.
E tuttavia oggi, per la prima volta nella storia, abbiamo imparato come costruire sistemi difensivi radicalmente diversi da questo tipo di armi. Consideriamo un esempio basato sullo spazio. Al momento possiamo progettare dispositivi che "sentono" (guarda, un migliaio di missili che sono stati appena stati lanciati), "valutano" (sembra un tentativo di sferrare un attacco per primi!) ed "agiscono" (proviamo a distruggere quei missili!). Se un sistema aprisse il fuoco solo contro un massiccio volo di missili, non potrebbe mai essere impiegato per l'offesa o per realizzare un ostruzionista assedio spaziale. Ancora meglio, potrebbe essere reso incapace di discriminare quale sia la parte sta attaccando. Sebbene serva gli interessi strategici dei suoi costruttori, non sarebbe soggetto agli ordini giorno per giorno di alcun generale. Verrebbe semplicemente a dar vita ad un ambiente pericoloso per un missile attaccante. Come un mare o una catena di montagne nelle guerre passate, essa non minaccerebbe nessuna delle due parti mentre costituirebbe per ognuna una protezione dall'altra (4).

Sebbene un tale sistema difensivo sfrutterebbe le stesse tecnologie delle armi (sensori, tracciatori, laser, proiettili auto-guidati, e così via), questo sistema di difesa non sarebbe un sistema d'armamenti, poiché il suo ruolo sarebbe fondamentalmente diverso. Sistemi di questo tipo hanno bisogno di un nome che li distingua: essi sono, di fatto, una sorta di scudo attivo, un termine con cui si può descrivere un sistema automatico o semiautomatico progettato perché possa proteggere senza minacciare. Difendendo entrambe le parti, ma al contempo senza minacciarle, gli scudi attivi potrebbero indebolire l'anello vizioso della corsa agli armamenti.

Le questioni tecniche, economiche e strategiche sollevate dagli scudi attivi sono complesse e, nell'era pre-assemblatori, potrebbero o meno essere risolte in modi praticabili. Se queste soluzioni saranno praticabili, esisteranno allora diversi possibili approcci verso la loro attuazione. In uno di questi approcci, le democrazie cooperanti costruirebbero scudi attivi unilateralmente. Per mettere in grado altre nazioni di verificare ciò che il sistema potrà e (cosa più importante) non potrà fare, potremmo autorizzare ispezioni multilaterali su progetti chiave, componenti, e passi di produzione. Così facendo non daremo via tutte le tecnologie coinvolte, perché sapere cosa non equivale a sapere come. Secondo un altro approccio, invece, potremmo costruire congiuntamente gli scudi, limitando il trasferimento di tecnologie al minimo indispensabile (5) richiesto dalla cooperazione e dalla necessità di verifica dei limiti dei sistemi (utilizzando i principi discussi nelle note).

Abbiamo molta più possibilità di mettere al bando le armi spaziali di quanta possibilità abbiamo di mettere al bando la nanotecnologia, e questa potrebbe anche essere la maniera migliore di minimizzare i nostri rischi sul breve termine. Nella scelta di una strategia sul lungo termine per il controllo della corsa agli armamenti, tuttavia, dobbiamo considerare ben più che il prossimo passo. L'analisi che ho delineato in questo capitolo suggerisce che gli approcci tradizionali al controllo sugli armamenti, basati sulla negoziazione di limitazioni verificabili, non può adattarsi alla nanotecnologia. Se è proprio questa la situazione, abbiamo bisogno di sviluppare approcci alternativi. Gli scudi attivi, che sembrano indispensabili, potrebbero infine offrire una nuova e stabilizzante alternativa ad una corsa degli armamenti nello spazio. Esplorando questa alternativa, esploreremo le problematiche di base comuni a tutti gli scudi attivi (6). Se svilupperemo gli scudi attivi spaziali, guadagneremo esperienza e costruiremo degli accordi istituzionali, due cose che, in seguito, potrebbero dimostrarsi essenziali per la nostra sopravvivenza.

Le difese attive sono una nuova opzione basata su una nuova tecnologia. Renderle funzionanti richiede una creativa sintesi interdisciplinare di idee ingegneristiche, di strategia e di diplomazia internazionale. Esse offrono opportunità inedite che potrebbero metterci in grado di uscire dai vecchi vicoli ciechi. Apparentemente offrono una risposta all'antico problema di proteggere senza minacciare, sebbene non una facile risposta.

Potere, Malvagità, Incompetenza ed Indolenza  

Ho tracciato uno scenario per descrivere come nanotecnologia ed IA avanzata metteranno un grande potere nelle mani della forza dominante, potere che può essere usato per distruggere la vita o per estenderla ed affrancarla. Poiché non possiamo arrestare queste tecnologie, sembra che in qualche maniera dobbiamo farvi fronte, per superare l'emergenza di una grande concentrazione di potere più grande di qualunque altra mai vista prima nella storia.

Abbiamo bisogno di un sistema di istituzioni adeguate. Per gestire tecnologie complesse in tutta sicurezza, questo sistema deve disporre di modi per giudicare i fatti rilevanti. Per gestire un grande potere in tutta sicurezza, esso deve includere efficaci meccanismi di controllo e riequilibratura, e i suoi scopi e metodi devono mantenersi aperti allo scrutinio pubblico. Infine, poiché esso ci aiuterà a porre le fondamenta di un mondo nuovo, sarà meglio che sia guidato dai nostri comuni interessi, all'interno di una infrastruttura di principi plausibili.

Non partiremo da zero; costruiremo sulle istituzioni che già abbiamo. Alla fine, esse ci appariranno diverse. Non tutte le nostre istituzioni sono delle burocrazie insediate in grigi edifici; esistono anche istituzioni diffuse e vitali come la libera stampa, le comunità di ricerca e le reti di attivisti. Queste istituzioni decentralizzate ci aiutano a controllare le grigie macchine burocratiche.

Qui, in parte, abbiamo da fronteggiare una nuova versione dell'atavico e più generale problema di limitare l'abuso di potere. Ciò non rappresenta una grande e fondamentale novità, e principi vecchi di secoli, assieme a istituzioni di democrazia liberale, suggeriscono come tale problema potrebbe venir risolto. I governi democratici possiedono già il potere fisico di far esplodere i continenti nonché di rapire, imprigionare e uccidere i propri cittadini. Ma possiamo convivere con queste capacità perché questi governi sono piuttosto docili e stabili.

I prossimi anni caricheranno le nostre istituzioni di ben più pesanti fardelli. I principi del governo di rappresentanza, della libertà di parola, della condotta processuale, del ruolo della legge e della protezione dei diritti umani, resteranno cruciali. Per prepararsi ai nuovi fardelli, abbiamo bisogno di estendere e rinvigorire questi principi e le istituzioni che li supportano; la protezione della libertà di parola riguardo argomenti tecnici potrebbe risultare cruciale. Nonostante abbiamo di fronte una grande sfida, c'è ragione di sperare che possiamo misurarci con essa.

Naturalmente ci sono anche ovvie ragioni per dubitare che davvero si riesca a misurarsi con tale sfida. Ma la disperazione è contagiosa e detestabile, e lascia la gente depressa. Per altro, la disperazione appare ingiustificata, a dispetto di ben noti problemi: Malvagità - siamo troppo perfidi per fare la cosa giusta? Incompetenza - siamo troppo stupidi per fare la cosa giusta? Indolenza - siamo troppo pigri per preparaci?

Sebbene sarebbe troppo avventato prevedere un futuro roseo, questi problemi non sembrano insormontabili.

I governi democratici sono grandi e caotici, e talvolta anche responsabili di atrocità, eppure non sembrano malvagi, considerati nel complesso, nonostante possano contenere uomini che meritano di essere etichettati come tali. Di fatto, i loro capi conquistano il potere in gran parte grazie all'apparente sostegno di convenzionali idee di benignità. Il nostro pericolo principale è che le politiche che sembrano benigne possono condurre al disastro, oppure che delle politiche realmente benigne non siano concepite, divulgate e realizzate in tempo per risultare efficaci. Le democrazie soffrono molto più di indolenza ed incompetenza che non di malvagità.

L'incompetenza, naturalmente, sarà inevitabile, ma dovrà anche essere inevitabilmente fatale? Noi esseri umani siamo per nostra natura stupidi ed ignoranti, sebbene talvolta operiamo per combinare assieme i nostri frammenti di competenza e conoscenza al fine di realizzare grandi cose. Nessuno conosce come arrivare fino alla Luna, e nessuno lo ha mai imparato, e tuttavia una dozzina di persone hanno passeggiato sulla sua superficie. Abbiamo raggiunto vari successi in ambiti tecnici perché abbiamo imparato a costruire istituzioni che attirano molte persone per lavorare assieme alla generazione e verifica sperimentalmente delle idee. Queste istituzioni guadagnano affidabilità per mezzo della ridondanza, e la qualità dei loro risultati dipende in larga misura da quanta attenzione dedichiamo e quanto duramente lavoriamo. Quando concentriamo attenzione e risorse a sufficienza sulla affidabilità, spesso otteniamo dei successi. Questo è il motivo per cui le missioni Lunari sono riuscite senza alcun incidente nello spazio, ed anche il motivo per cui nessuna arma nucleare è stata lanciata o detonata accidentalmente. E questo è il motivo per cui potremmo riuscire a gestire la nanotecnologia e l'IA, se verrà posta una attenzione sufficiente per assicurare di lavorare con esse in maniera competente. Persone eccentriche e competenze limitate possono unirsi per formare istituzioni stabili e competenti.

L'indolenza, sia intellettuale che morale, o anche fisica, sembra forse il nostro pericolo più grande. Possiamo misurarci con le grandi sfide solo grazie a grandi sforzi. Ci saranno abbastanza persone che si impegneranno in sforzi sufficienti? Nessuno può dirlo, perché nessuno può parlare per chiunque altro. Ma il successo non richiede una illuminata mobilitazione improvvisa e universale. Esso richiede solo una crescente comunità di persone impegnata nello sviluppo, divulgazione e realizzazione di soluzioni funzionanti, e che queste persone ottengano un successo di entità crescente.

Ciò non è poi così implausibile. Le preoccupazioni riguardo la tecnologia sono divenute diffuse in tutto il mondo, così come l'idea che l'accelerazione del cambiamento richiederà una preveggenza migliore. La pigrizia non stringe tutti nella sua morsa, e l'esistenza di qualche pensatore fuorviato non riesce comunque a deviare verso una strada sbagliata gli sforzi di chiunque. Le mortali pseudo-soluzioni (come quella della repressione della ricerca) perderanno la battaglia delle idee se esisteranno persone a sufficienza che le screditeranno. E nonostante abbiamo di fronte una grande sfida, il successo renderà possibile il compimento di grandi sogni. Grandi speranze e paure possono smuovere abbastanza gente da mettere in grado la razza umana di conquistarsi una vittoria assoluta.

Preoccupazione appassionata ed azione, non saranno sufficienti; abbiamo anche bisogno di politiche sensate. E ciò richiede ben più che buone intenzioni e chiari obiettivi: dobbiamo anche mantenere traccia delle connessioni fra i fatti del mondo, affinché si possa mettere in relazione quello che facciamo con quello che effettivamente otteniamo. All'approssimarsi di una crisi tecnologica di complessità senza precedenti, ha senso provare a migliorare le nostre istituzioni per giudicare fatti tecnici importanti. In che altro modo potremmo guidare la forza dominante e minimizzare la minaccia terminale della nostra incompetenza?

Le istituzioni evolvono. Per evolvere istituzioni che siano migliori nello scovare i "fatti", dobbiamo copiare, adattare ed estendere i nostri successi passati. Tali successi includono la stampa libera, la comunità scientifica ed i tribunali. Essi, hanno tutti i loro meriti, ed alcuni di questi meriti possono essere combinate assieme.

Capitolo 13: Scoprire i Fatti
Capitolo 14: La Rete della Conoscenza
Capitolo 15: Abbondanza di Mondi e Tempo

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Postfazioni, Glossario, Note e Bibliografia



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